Pace e giustizia per il Medio Oriente. La Chiesa ortodossa in difesa dei cristiani perseguitati

La guerra che insanguina la Siria sin dal marzo 2011 è ormai nel pieno del suo quinto anno. Sono finora oltre 200.000 le vittime tra i civili, di cui almeno 10.000 bambini e ragazzi sotto i 18 anni. La vita di milioni di bambini - sfollati, profughi, intrappolati nelle zone di combattimento o sotto assedio, privati della scuola e dei servizi di base - è stata sconvolta da questo conflitto. Si stima che siano 16,2 milioni i siriani bisognosi di assistenza umanitaria, nei confini del Paese o negli Stati che ospitano i profughi. Quasi 5,6 milioni sono i bambini e adolescenti all'interno della Siria. Ad essi si aggiungono altri 2 milioni di bambini fuggiti nei Paesi della regione (Turchia, Giordania, Libano, Iraq ed Egitto). La situazione si è ulteriormente aggravata a partire dall'estate 2014 a causa dell'impetuosa avanzata in Siria e in Iraq delle milizie jihadiste dell'Isis (l'esercito dell'autoproclamato «Califfato» islamico), che oltre a compiere massacri sulle minoranze yazide, turcomanne e cristiane, provocano nuovi spostamenti di popolazione. Il presidente siriano Bashar Assad ha detto che 80 Paesi sostengono i terroristi in modi diversi, con il denaro, il sostegno logistico, le armi o i soldati, e a livello politico in vari incontri internazionali, e che «il sostegno russo e iraniano, di cui abbiamo bisogno, è stato fondamentale nel far progredire il nostro esercito».


Il Primate della Chiesa ortodossa russa ha espresso la speranza che la partecipazione della Federazione Russa nella risoluzione del conflitto siriano porterà una pace civile a lungo attesa nella regione. «La Chiesa ortodossa russa ha ripetutamente fatto appello alla leadership della Russia, di altri Paesi e organizzazioni internazionali a non rimanere indifferenti dinanzi alle sofferenze della popolazione civile in Siria e in altri Paesi della regione», - ha detto il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill.
«Non per sentito dire, ma da contatti personali con i leader religiosi del Medio Oriente conosciamo la situazione catastrofica in cui si trovano le persone, che sono diventate il bersaglio di estremisti e terroristi», - ha evidenziato il Primate della Chiesa Russa.
Secondo Sua Santità, il popolo ortodosso con il dolore nel cuore ha osservato numerosi episodi di violenza contro i cristiani nella regione, il rapimento e l'omicidio spietato di vescovi e monaci, la distruzione barbara di antichi templi. «Non soffrono meno anche i musulmani di questi luoghi, sacri ai rappresentanti di tutte le religioni abramitiche».
«Purtroppo, il processo politico non ha portato ad alcuna riduzione apprezzabile della situazione difficile in cui versano persone innocenti, che hanno quindi bisogno di protezione militare», - ha detto ancora il Primate della Chiesa Russa, spiegando che «la Federazione Russa ha preso una decisione responsabile nel ricorrere alle forze armate per proteggere il popolo siriano dagli abusi dei terroristi. Ci associamo a questa decisione per raggiungere la pace e la giustizia in quella terra antica».
«Nell’augurare la pace ai popoli di Siria, Iraq e altri Paesi del Medio Oriente, preghiamo affinché il conflitto locale non sfoci in una grande guerra, che l'uso della forza non provochi vittime civili, e che tutte le truppe russe torneranno a casa vive» - ha aggunto il Patriarca Kirill.
La persecuzione dei cristiani in Medio Oriente è stato anche il tema dell'incontro svoltosi a Mosca l'11 novembre tra il Patriarca Kirill e il Primate della Chiesa siro-ortodossa (precalcedonese), il Patriarca Mar Ignazio Efrem II.
Nell’accogliere l’illustre ospite, Sua Santità il Patriarca Kirill ha notato che la visita attuale è la prima visita ufficiale alla Chiesa Russa da parte del Primate della Chiesa siro-ortodossa dopo 27 anni. Nel 1988 il Patriarca Ignazio Zakka Iwas aveva visitato Mosca in occasione del Millennio del Battesimo della Rus’. Secondo quanto affermato dal Patriarca Kirill, nella seconda metà del XX secolo i rapporti tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa siro-ortodossa si sono sviluppati positivamente. Tuttavia, già precedentemente le due Chiese avevano intrattenuto buone relazioni. «Subito dopo l’adozione del cristianesimo da parte dei nostri antenati, un gran numero di pellegrini russi cominciò a visitare il Medio Oriente. E lì - nelle terre della Siria, della Palestina, dell’Iraq - molti appartenenti al nostro popolo, visitando i luoghi santi, hanno incontrato la vostra Chiesa. Questa relazione esisteva a livello del cuore umano, a livello dell’esperienza dei nostri pellegrini, che entravano in contatto con la vita della vostra Chiesa», - ha detto Sua Santità, ricordando che negli ultimi tempi, ogni volta che c’è stata una qualche minaccia per la vita dei cristiani in Oriente, la Russia si è sentita in dovere di aiutarli. Per questo, riferendosi alla difficile situazione che vivono i cristiani in Medio Oriente ha paragonato questa sofferenza alle sofferenze dei primi cristiani, che sono stati sottoposti a persecuzione da parte delle autorità pagane romane. «Ma ci sono alcune differenze: i Romani non distruggevano le case, non distruggevano gli insediamenti, mentre gli attuali nemici del cristianesimo stanno distruggendo case e interi villaggi. Essi scacciano migliaia di cristiani dai luoghi in cui hanno sempre vissuto». Sua Santità ha espresso la propria costernazione e inquietudine per la sorte del metropolita della Chiesa siro-ortodossa, Mar Gregorios Yohanna Ibrahim, che conosce personalmente da tanti anni. È stato rapito, assieme al metropolita Paulos di Aleppo della Chiesa ortodossa di Antiochia, da un gruppo di estremisti nel nord-est della Siria, e della loro sorte non si sa nulla.
Il Primate della Chiesa Russa si è poi riferito alla sua visita in Siria e Libano nel novembre 2011, quando il conflitto era già iniziato. In quell’occasione incontrò i maggiori leader cristiani della regione, che dicevano che il nascente conflitto avrebbe potuto comportare terribili sofferenze per i cristiani locali. I leader delle varie Chiese presenti nella regione dissero di sentirsi abbandonati dall’Occidente cristiano. Secondo Sua Santità, queste parole sono penetrate profondamente nel suo cuore, spingendolo a fare tutto il possibile per mobilitare le persone a proteggere e sostenere i cristiani del Medio Oriente. Dichiarazioni pubbliche sulla situazione dei cristiani in Medio Oriente sono state rilasciate molte volte dal Sacro Sinodo della Chiesa ortodossa russa, Sua Santità il Patriarca Kirill ne ha parlato molto spesso durante numerosi incontri con capi di Stato e capi di organizzazioni internazionali, compresi i leader politici della Federazione Russa. Nel 2013, i Primati e i rappresentanti delle Chiese ortodosse locali, partecipando alla celebrazione del 1025° anniversario del Battesimo della Rus’, si sono rivolti al presidente russo Vladimir Vladimirovič Putin chiedendogli di fare tutto quanto in suo potere per porre fine alla persecuzione delle minoranze etniche e religiose in Medio Oriente.
La Chiesa Russa si è rivolta anche al Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa. Così, nel marzo 2015, su iniziativa della Russia, del Vaticano e del Libano, a margine della XXVIII sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite è stata adottata una dichiarazione «a sostegno dei diritti umani dei cristiani e di altre comunità, in particolare nel Medio Oriente». «Speriamo che oggi, grazie all’attivo coinvolgimento della Russia nella lotta contro il terrorismo internazionale, la situazione possa cambiare in meglio, e mi piacerebbe conoscere la vostra opinione sul futuro», - ha detto Sua Santità al Primate della Chiesa siro-ortodossa.
Il Patriarca Kirill ha poi illustrato la missione di aiuti umanitari che la Chiesa Russa svolge in Siria e ha espresso la propria solidarietà alla Chiesa siro-ortodossa per le difficoltà che si trova ad affrontare ed ha espresso la propria speranza che la visita in Russia del Patriarca Efrem II rafforzi i rapporti tra le due Chiese.
Il Primate della Chiesa siro-ortodossa a sua volta ha dichiarato: «A nome dei miei fratelli e mio, vorrei ringraziarVi per l’invito a visitare la Chiesa ortodossa russa, alla quale guardiamo sempre, soprattutto nelle difficili condizioni in cui ci troviamo. Oggi siamo venuti qui da Damasco, i più antichi insediamenti sulla terra, la città dei santi apostoli Paolo e Anania e di molti altri santi. Siamo venuti qui portando con noi il dolore del popolo siriano, le sue aspirazioni e speranze». Mar Ignazio Efrem II ha parlato delle sofferenze dei popoli siriano e iracheno, sottolineando: «Stiamo soffrendo a causa della diffusione del terrorismo e dell’estremismo, che sono stati portati nel nostro Paese dall’esterno; e soprattutto del fatto che è in pericolo la presenza dei cristiani in Medio Oriente».
Il capo della Chiesa siro-ortodossa ha ricordato che quest’anno ricorre il centenario del genocidio dei cristiani nell’Impero ottomano, sottolineando il fatto che anche oggi, come già un secolo fa, la Russia si è fatta protettrice dei cristiani perseguitati. «Attraverso Voi e la Chiesa ortodossa russa, che è l’anima del popolo russo, vorremmo ringraziare tutta la popolazione russa per il sostegno che ci date. In particolare, siamo grati per l’operazione militare effettuata dalla Russia, per i sacrifici che avete affrontato, per l’assistenza che ci date per superare queste difficili circostanze. Vogliamo assicurarVi che la maggior parte del popolo siriano e iracheno è grato per tutti questi sacrifici e del Vostro aiuto», - ha detto il Patriarca Mar Ignazio Efrem, sottolineando che in questi Paesi soffre tutta la popolazione civile, ma le prove più difficili sono quelle che vivono i cristiani e i musulmani.
Il Patriarca siro-ortodosso ha raccontato degli scempi e delle violenze perpetrate nei villaggi cristiani in Siria e in Iraq dagli estremisti del cosiddetto Stato islamico. Sua Santità ha anche richiamato l’attenzione sul problema dei profughi che fuggono dalle zone di conflitto; molti di loro sono membri delle comunità cristiane perseguitate. «Secondo le nostre stime, oltre il quaranta percento dei cristiani della Siria ha abbandonato il Paese», - ha detto riferendosi anche al problema della morte dei profughi nel tentativo di raggiungere l’Europa.
Dopo aver parlato delle conseguenze che tali tristi eventi hanno per la sua Chiesa, il Primate siro-ortodosso ha detto: «Quando si tratta di persone che non hanno né petrolio, né risorse naturali, sembra che il loro destino non interessi gli altri Paesi, le grandi potenze. Eppure anche noi siamo persone umane - ha detto il Patriarca Ignazio Efrem II. - Ed è per questo che apprezziamo molto la presa di posizione del popolo russo e della Chiesa ortodossa russa. Questo ci dà la speranza che possiamo vivere in pace e sicurezza nella terra dei nostri antenati».

Sua Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus' Kirill


«Draghi «Draghi di fronte all'albero della vita». Cultura Saka, IV-V sec. a.C. - Collezione di Pietro I


I I Patriarchi Kirill ed Efrem II