Sarete odiati a causa del mio nome (Lc 21,16-17). In memoria di Santa Caterina la Grande
Nel giorno della festa di Santa Caterina la Grande, il 7 dicembre 2010 il presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne della Chiesa ortodossa russa, metropolita Hilarion ha celebrato la Divina Liturgia nella chiesa di Santa Caterina al campo - rappresentanza a Mosca della Chiesa ortodossa in America. Sua Eminenza è stato raggiunto dal rappresentante della Chiesa ortodossa d’America presso la sede patriarcale di Mosca, l’archimandrita Zaccheo, rettore della chiesa di S. Caterina, dal vicepresidente del Decr, arciprete Nikolai Balashov, dagli arcipreti Nikolai Krechetov, Oleg Klemyshev, Vladimir Volgin, Michael Dudich (Chiesa ortodossa polacca), dall’igumeno Ireneo (Tafunya), dal segretario del Decr Rev. Igor Jakimchuk e da altri chierici. Il servizio divino è stato celebrato in slavo ecclesiastico e in inglese.
Al termine della liturgia, l'archimandrita Zaccheo ha salutato il metropolita Hilarion. In memoria orante della celebrazione, l’abate di S. Caterina ha presentato in dono al metropolita gli abiti liturgici. È stato letto un messaggio di congratulazioni del Metropolita di tutta l'America e il Canada, Giona, in occasione della festa della Chiesa ortodossa d’America a Mosca.
Il presidente del Decr ha rivolto all'abate del tempio, al clero e ai fedeli riuniti, la benedizione del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kyrill. Il metropolita Hilarion ha ricordato che alcuni giorni fa, i cittadini di Mosca sono stati in grado, insieme con il Primate della Chiesa russa di pregare dinanzi alle reliquie di Santa Caterina, che sono state portate in Russia dal sacro monte Sinai.
"In questo tempio, dedicato a Santa Caterina, sentiamo il potere speciale della sua presenza - ha detto il metropolita Hilarion -. Fulgido esempio di santità, la cui saggezza, come abbiamo sentito nella preghiera di oggi, ha superato cinquanta tra i più dotti retori dell'impero, non ha avuto paura di soffrire, ma ha sacrificato la sua vita per Cristo, Santa Caterina è per ciascuno di noi una luce che guida sulla strada che conduce al Regno dei Cieli".
Il metropolita Hilarion si è detto particolarmente legato alla Chiesa di Caterina al campo, in cui ha svolto sei anni di ministero sacerdotale. "Mi ricordo quando questa chiesa ha iniziato a riprendersi dalle rovine del periodo sovietico, e sono felice di vedere la sua grandezza oggi grazie al vostro lavoro e a quello di tutti coloro che si adoperano per la sua rinascita – ha detto il metropolita Hilarion riferendosi all’archimandrita Zaccheo -. Molto è stato fatto, ma molto ancora bisogna fare. La rinascita della chiesa è un lavoro duro che richiede molti anni e notevoli investimenti, e auguro che questo lavoro venga completato con successo per la gloria del Signore". Poi, il metropolita Hilarion ha rivolto ai fedeli l’omelia. "Nel Vangelo di oggi abbiamo sentito le parole che il Signore Gesù rivolge ai suoi discepoli, e attraverso di loro ai cristiani di tutti i tempi e di tutti i popoli. Se si ascolta attentamente ciò che Gesù Cristo dice, le sue parole possono sembrare strane. Di solito, quando qualcuno vuole attirare discepoli o seguaci, cerca di dire loro qualcosa di buono, promette qualcosa di buono, come ad esempio succede con le sette. Sfortunatamente, molte persone soccombono all'esca e diventano vittime delle sette e dei falsi maestri.
Il Signore Gesù Cristo dice ai suoi discepoli un'altra cosa. Egli parla della persecuzione dei cristiani: “Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome” (Lc 21, 16-17). Perché i discepoli del Signore devono sentire queste parole? Perché Cristo, essendo Dio, conosce la natura umana, il peccato, Egli sa che, se questa vita terrena dell'uomo diventa la via della virtù nell’adempiere i comandamenti di Dio, allora questa via non è mai facile - sarà difficile e spinosa. Pertanto, il Salvatore dice ai suoi discepoli: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!" (Mt 7, 13-14).
Non a caso i Santi Padri dicono: se hai fatto un’opera buona, aspetta, e vedrai che sarai attaccato. Perché così è organizzato il nostro mondo di peccato. La gente non può guardare senza invidia una persona buona, e una parte significativa del nostro sforzo è affrontare le persone malvagie che distruggono con le loro macchinazioni e la loro gelosia le opere buone. Cioè, bisogna superare gli ostacoli che sono del tutto inutili e di cui non ci è chiaro il perché.
Quando facciamo una buona azione, crediamo che seguirà la gratitudine, la gioia - ma succede spesso il contrario. Noi cerchiamo di aiutare qualcuno. E così il Signore ci avverte che quando qualcuno vuole vivere in questo mondo di peccato e di caduti secondo la legge della verità di Dio, incontrerà sempre l'incomprensione, la diffidenza, l’invidia e gli ostacoli da parte degli altri. Dobbiamo vivere senza mai perdere la speranza, sapendo che per ogni atto buono Dio ci ricompenserà - se non in questa vita, nell’altra: “Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà” (Lc 9, 24).
Bisogna affrontare con umiltà vari ostacoli e opposizioni che arrivano dalla famiglia, dagli amici, dai colleghi, sapendo che il percorso è spinoso se si vogliono osservare i comandamenti di Dio e fare del bene.
E i martiri che veneriamo - non solo dei tempi antichi, ma anche della nostra epoca - perché hanno sofferto? Tutta la loro colpa era perché credevano in Dio, volevano vivere il Vangelo. Non hanno fatto nulla di male, ma sono stati accusati di crimini terribili. Nei tempi antichi, i cristiani sono stati giustiziati e torturati per aver testimoniato Cristo, e durante le persecuzioni del XX secolo sono stati condannati a morte con false accuse – ad esempio, per cospirazione contro il governo o l'assassinio di una vita umana senza alcuna prova.
Migliaia e milioni di cristiani hanno sofferto la feroce persecuzione della Chiesa. Questa serie di confessori e martiri oggi sono davanti al trono di Dio, che splende nel cielo, come luci, e illuminano la nostra vita.
Sono esempi da imitare. Mai un uomo, un credente in Cristo, deve essere ipocrita, non deve mai andare contro la propria coscienza e agire secondo le leggi di questo mondo peccaminoso, egli non dovrà mai far parte degli intrighi contro qualcuno. Un cristiano deve sempre cercare di vivere secondo la verità di Dio”.
“Donaci Dio di essere veri cristiani nella vita imitando l'esempio dei martiri e dei confessori di Cristo. Dio ci aiuti ad essere onesti e sinceri verso le persone, a realizzare la giustizia di Dio e dei suoi comandamenti. Noi crediamo che, secondo le parole del Signore, Dio è con noi".
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Inserto
Mosca - Cattedrale di Cristo Salvatore. Il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kyrill saluta l’arcivescovo del Sinai Damiano al termine della Divina Liturgia nel giorno dell’arrivo delle reliquie di Santa Caterina la Grande, il 2 dicembre 2010. Sua Santità ha sottolineato che i padri del sacro monte del Sinai con profonda gratitudine e gioia hanno risposto alla richiesta dall'arcivescovo di Ekaterinburg e Verkhoturye Vincent, di avere in Russia le reliquie della Santa. L’arcivescovo Damiano ha invitato il Patriarca Kyrill a visitare il monastero. "Così - ha detto - rivivono le relazioni tra la Chiesa ortodossa russa e la nostra Arcidiocesi, che anticamente erano molto forti". L’arcivescovo Damiano ha parlato anche del progetto di collaborazione per la pubblicazione di libri sui tesori del monastero del Sinai da parte del Consiglio Pubblicazioni della Chiesa ortodossa russa. Ha espresso fiducia che questa iniziativa, con la benedizione del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, servirà a rafforzare ulteriormente i rapporti con il Patriarcato di Mosca. Si è parlato della cooperazione del monastero del Sinai con la Chiesa ortodossa russa, compreso lo sviluppo dei pellegrinaggi.
Nel corso del pasto fraterno, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha raccontato la storia delle sue visite al Monte Sinai, tra cui il primo pellegrinaggio quando era Archimandrita, che avvenne in presenza di uno scontro militare nella penisola del Sinai.
Icona di Santa Caterina la Grande
Mosca - Divina Liturgia nella chiesa di Santa Caterina
Mosca - Il Patriarca Kyrill con l'Arcivescovo Damiano