Icona della Madre di Dio «Nikopeia». Per un miracolo quali gli ingredienti? di Iosif Brodskij

Per un miracolo, quali gli ingredienti?
Il vello del pastore, un pizzico appena di presente,
un briciolo di ieri, e alla manciata del giorno che verrà
aggiungi a occhio una fetta di cielo
più quell’assaggio di pura vastità.

E si compie il miracolo. Perché i miracoli,
attratti dalla terra, serbano gli indirizzi,
anelando talmente a svolgere la prescritta funzione
da giungere a destinazione perfino nel deserto.

E se vai via di casa - accendi al momento
del commiato, le quattro candele di una stella
perché illumini un mondo vuoto di realtà,
mentre ti segue con lo sguardo per l’eternità.

Iosif Brodskij
(1940 - 1996)



A Venezia riposano le spoglie del poeta e scrittore russo Iosif Brodskij. Il suo libro «Fuga da Bisanzio» è la memoria di una città (San Pietroburgo) e della fuga da una città (Bisanzio), cioè dalla storia, perché anche la storia è una raccolta di sopraffazioni. A volte la bellezza è rifugio; altre no, come nella continuazione della fuga di Brodskij nel suo libro «Fondamenta degli incurabili». E ciò che non può la realtà di Venezia è possibile alla poesia che fugge con Brodskij e nella fuga leva la sua voce: «... Nelle notti bianche è difficile addormentarsi perché c’è troppa luce e perché ogni sogno sarà inferiore a questa realtà. Dove un uomo non ha più la sua ombra, come l’acqua».
Iona Iona bizantina del IX secolo della Madre di Dio «Nikopeia» (portatrice della vittoria), trafugata dalla Cattedrale di Santa Sofia a Costantinopoli durante la IV Crociata (1204) e portata a Venezia, nella Basilica di San Marco. Secondo la tradizione, è stata scritta da San Luca