Aspettando il vertice del G20 ad Hangzhou

Il renminbi cinese (rmb) entra a far parte dei diritti speciali di prelievo (dsp), la moneta internazionale di riferimento del Fondo Monetario Internazionale composta da un paniere di valute.
La prossima ripartizione sarà così: il dollaro avrà il 41,73%, l’euro il 30,93%, il renminbi il 10,92%, lo yen l’8,33% e la sterlina l’8,09%. Questa nuova composizione entrerà in vigore il prossimo 1 ottobre 2016.
È interessante notare che la suddivisione delle quote nel 2011 era: 41,9% per il dollaro, 37,4% per l’euro, 11,33% per la sterlina e 9,44% per lo yen. Balza evidente che, nonostante il ridimensionamento dell’economia americana, il dollaro mantiene la posizione dominante. Chi viene ridimensionato è in particolare l’euro. Si noti che, quando l'Fmi venne creato nel dopoguerra, il Pil americano era equivalente al 50% di quello mondiale, oggi è il 22%. Venti anni fa il Pil della Cina rappresentava soltanto il 2% del totale, oggi è il 12%. Si consideri che la Cina detiene circa 1,3 trilioni di dollari in buoni del Tesoro americano.
Nonostante queste enormi trasformazioni dell’economia mondiale la quota di partecipazione assegnata alla Cina nell'Fmi è simile a quella del Belgio. Del resto non si può ignorare che il Congresso americano nel 2010 votò contro la revisione delle quote e che tale opposizione si è poi ripetuta ad ogni summit del G20. In ogni caso la decisione sui dsp è un importante passo in avanti nella creazione di un nuovo sistema monetario internazionale basato su un paniere di monete. La nuova composizione dei dsp dovrebbe perciò preparare una grande evoluzione verso un sistema multipolare nella sua dimensione politica, economica, commerciale e, quindi, anche monetaria.
La Cina e gli altri Paesi del BRICS sono stati i grandi fautori di una riforma globale a partire dalla crisi finanziaria del 2008. Già nel marzo del 2009 il governatore della Banca centrale, Zhou Xiao Chuan, aveva sollecitato la creazione di una moneta di riserva internazionale non più sottomessa a una singola moneta nazionale, il dollaro. Oggi la Banca centrale cinese saluta la decisione come «un miglioramento dell’attuale sistema monetario internazionale e un risultato vincente sia per la Cina che per il resto del mondo».
Intanto, il vertice economico-commerciale del G20 a Shanghai ha adottato la strategia di crescita del commercio mondiale con l'obiettivo di far aumentare il Pil globale del 2% entro il 2018 ed ha elaborato le raccomandazioni per le politiche globali di investimento. I ministri hanno inoltre riconosciuto il ruolo di primo piano del Wto nel commercio mondiale.
«La Russia ritiene che il G20 economico-commerciale sotto la presidenza della Cina abbia lavorato proficuamente. Nonostante la difficile situazione economica e la altrettanto difficile situazione politica, ha formulato raccomandazioni che, se attuate - speriamo che in gran parte si verifichino - porteranno ad una graduale stabilizzazione della situazione dell'economia mondiale e tassi di crescita per noi abituali», - ha detto il direttore del dipartimento delle trattative commerciali del ministero dello Sviluppo Economico, Maksim Medvedkov, al termine del vertice. Di conseguenza, «data la nostra dipendenza dai mercati mondiali, per noi sarà più facile», - ha chiarito Medvedkov.

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