San Silvano l'Aghiorita nel 150° anniversario della nascita
Nell’anno del millesimo anniversario della presenza del monachesimo russo sul Monte Athos, la Chiesa ortodossa russa si appresta a celebrare la memoria di san Silvano l’athonita, «apostolico e profetico maestro», la cui vita si è svolta nel segno dell'attenzione al soffio dello Spirito santo e del compimento dei comandamenti di Dio.
Le celebrazioni per il 150° anniversario della sua nascita (1866) si terranno sul Monte Athos, dove il santo divenne monaco nel Vecchio Rusikon, a Mosca e nel villaggio natale di Shovskoe, nella regione di Lipetsk.
Nel 2017 ricorre il 30° anniversario della sua canonizzazione, il 24 settembre 1987, un anno prima del Millesimo anniversario del Battesimo della Rus’, e nel 2018 si commemora l’80° anniversario della sua morte, nell’anno del 1030° anniversario del Battesimo della «santa Russia».
Le celebrazioni interesseranno anche il Monastero di San Giovanni Battista nella contea di Essex, in Inghilterra, fondato dal suo figlio spirituale, l’archimandrita Sofronio, (Sakharov), «testimone» privilegiato e suo agiografo. Egli scrive: «La Santa Montagna (Aghion Oros) è la più orientale delle tre propaggini che formano la penisola calcidica, a nord della Grecia. Lunga 45 km per una larghezza compresa fra gli 8 e i 12 km, la penisola culmina con il monte Athos a 2033 m. Da più di mille anni essa è il "giardino della Madre di Dio", il santuario del monachesimo, la roccaforte dell' ortodossia. È stata devastata, saccheggiata, conquistata a più riprese; la vita monastica vi ha conosciuto alti e bassi, ma, sempre, la tradizione vi si è mantenuta. Simeone vi arriva in un momento di grande splendore. I monaci provengono da tutte le nazioni ortodosse e sono parecchie migliaia, ripartiti nei venti grandi monasteri e nelle centinaia di loro dipendenze, skiti, kalive, celle, grotte... C'è un fiorire di tutte le forme della vita monastica.
San Panteleimon, il monastero dei russi (o Russikon) che accoglie Simeone, è una comunità cenobitica che conta in quel momento duemila monaci su una popolazione di circa novemila persone: molti operai e innumerevoli pellegrini che affluiscono incessantemente dalla Russia dopo essersi imbarcati a Odessa». Qui il monaco Silvano divenne davvero «un uomo a immagine e somiglianza di Dio. Il mondo è bello, poiché è la creazione dell'Altissimo. Ma niente è più bello dell’uomo, figlio di Dio».
La vita di san Silvano si svolse tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, negli anni in cui la Russia conobbe il suo periodo di massimo splendore con lo zar Alessandro II, che scese in guerra per difendere l'ortodossia contro i turchi. Ucciso nel corso di un attentato nel 1881, fu succeduto da suo figlio Alessandro III, al quale seguì dopo solo 13 anni il figlio Nicola II, che nel 1918 fu anch'egli vilmente ucciso insieme alla sua famiglia e al suo seguito per porre fine alla Casa imperiale russa. E la vita del santo testimonia proprio questo, la difesa del cristianesimo ortodosso che la Russia ha svolto nel corso della storia. Non a caso nel 2017, il 30° anniversario della canonizzazione dell'umile starets russo coincide con il centenario dell'abdicazione di Nicola II, mentre nel 2018, l'80° anniversario della sua morte sarà ricordato insieme al centenario della morte di Nicola II il santo, grande portatore della Passione, perché nulla sia vano ma tutto sia compiuto per la gloria di Dio.
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