Il nuovo missile Sarmat per un'efficace deterrenza
Il centro russo di design missilistico «Viktor Makeyev» ha pubblicato la prima immagine del missile balistico intercontinentale (icbm) Sarmat, punto di forza del programma di aggiornamento e potenziamento delle capacità missilistiche dell’esercito russo. Nello specifico, i nuovi RS-28 Sarmat sono destinati a sostituire gli R-36M2 Voyevoda (anche conosciuti come SS-18 Satan), ormai in servizio da circa quarant’anni, nelle basi di Uzhur in Siberia orientale e di Dombarovsky, nella regione di Orenburg (Urali meridionali). Il programma di aggiornamento degli icbm era già stato presentato a maggio da Sergeij Karakaev, comandante delle Forze missilistiche strategiche russe. Per la prima volta viene ora mostrata un’immagine del Sarmat, sviluppato dal centro Makeyev in conformità con il Decreto del Governo della Federazione Russa - Ordine per la Difesa dello Stato per il 2010 e pianificazione 2012-2013, si legge in una nota rilasciata dal centro. «I futuri sistemi missilistici strategici Sarmat sono sviluppati al fine di garantire compiti di deterrenza nucleare efficaci alle forze strategiche russe», spiegano nella stessa nota i capo progettisti V. Degtar e Y. Kaverin. Il programma di aggiornamento, considerato una risposta allo statunitense Prompt Global Strike (Pgs, letteralmente «attacco fulmineo globale»), è in ritardo di un paio d’anni, ma i test dovrebbero iniziare all’inizio del prossimo anno. Il vice ministro della Difesa Yurij Borisov ha assicurato che il sistema sarà operativo nel 2018.
Gli RS-28 Sarmat sono missili balistici pesanti, ipersonici, a propellente liquido, del peso di cento tonnellate, con una gittata di circa 10mila km e capaci di trasportare testate di 10 tonnellate, anche in modalità Mirv (veicoli di rientro multipli con obiettivi indipendenti). Il sistema, soprattutto se caricato in modalità Marv (maneuverable reentry vehicle), cioè con testate capaci di compiere manovre violente e cambiare bersaglio anche nella loro fase di volo terminale, è considerato immune da qualsiasi sistema difensivo. Sarà forse un caso, ma l’immagine del Sarmat è stata svelata a pochi giorni dalla riunione dei ministri della Difesa della Nato. Lo stesso programma è stato presentato pochi giorni dopo l’inaugurazione da parte degli Stati Uniti del sito rumeno dell’Aegis Ashore, il sistema di difesa dagli icbm poi passato proprio sotto il comando dell’Alleanza atlantica. Alla base rumena si aggiungerà nel 2018 il sito di Redzikowo in Polonia che, insieme ai sistemi balistici navali della Nato (specialmente nella base di Rota, in Spagna), alle basi missilistiche e ai sistemi radar presenti in Turchia, andrà a completare il network di difesa dagli icbm di tutta l’aerea euro-atlantica. Il Sarmat però sembra studiato per superare lo schema difensivo Nato e potrebbe spostare l’equilibrio della corsa agli armamenti, tipico della deterrenza tra le grandi potenze, a favore del Cremlino.
Contenendo fino a dodici testate, il sarmat ha la capacità di distruggere in pochi secondi un'area delle dimensioni del Texas o della Francia. Ad oggi quindi è il più potente missile mai costruito e nessuna tecnologia di difesa missilistica è in grado di fermarlo, riuscendo ad ingannare i sistemi radar nemici.
Il sarmat è in grado di lanciare una testata di 10 tonnellate sia dal Polo Nord che dal Polo Sud per una risposta asimmetrica all'«attacco fulmineo globale» degli Usa.
Effetti del missile balistico intercontinentale RS-28 «Sarmat»