La stella di Mosca... editoriale di Fernanda Santobuono

Dal nostro pianeta si potrà vedere ad occhio nudo la nascita di una nuova stella a seguito della collisione di due astri. Protagonista di questo impatto spaziale è un sistema di stelle binario chiamato KIC 9.832.227, una coppia di astri che ruotano l'uno intorno all'altro. Il nuovo corpo celeste si è formato nel III secolo d.C., ma la sua luce raggiungerà la Terra solo dopo 1800 anni. Tanti quanti sono gli anni trascorsi dall’uccisione dell’imperatore romano Caracalla nel 217 d.C. a Edessa, nell'antica Mesopotamia, in quella che diventerà con Baldovino di Boulogne la contea di Edessa, il primo degli Stati crociati in terra ortodossa-musulmana.
La nuova stella apparirà nella costellazione del Cigno, associata alla leggendaria visione di Costantino nella battaglia di Ponte Milvio del 312 d.C., quando l'imperatore romano vide nel cielo una croce di luce e sotto di essa la frase «Εν Τουτω Νικα», «Con Questo Vinci», descritta dal biografo Eusebio di Cesarea. L’anno successivo Costantino promulgherà l’Editto di Milano, che sancirà la libertà di religione e la fine delle persecuzioni dei cristiani. Egli stabilirà anche che la domenica, il dies solis, dovesse essere riconosciuta dallo Stato come giorno festivo.
La luce di collisione delle due stelle potrà essere così forte da diventare uno dei punti più luminosi del cielo notturno per alcuni giorni dell'anno 2022, anche se il margine di errore potrebbe essere di qualche anno, forse già nel 2023, quando in occasione del 410° anniversario dell'ascesa al trono della dinastia dei Romanov, il cielo con la sua luce manifesterà al mondo la grande ingiustizia compiuta nei confronti della famiglia imperiale russa con l'uccisione di Nicola II, a soli cinquant'anni, e di tutti i suoi membri, che pose fine ad una dinastia che rese grande la Russia agli occhi del mondo intero.
Il logo ufficiale dei prossimi mondiali di calcio «Russia 2018» è ispirato al tema dello spazio per la presenza di stelle e colori della bandiera russa, rosso, oro, blu e nero ripresi dalle icone. Il logotipo è stato illustrato dai cosmonauti russi in collegamento dalla Stazione spaziale internazionale. Non a caso da questo satellite artificiale è possibile osservare anche un’altra stella, che con le sue strade concentriche e verso l’esterno sembra davvero una grande stella, la città di Mosca, che porta dritto dritto al Cuore della Terra, all'Heartland, il centro dell'Eurasia!
E che dire, poi, delle stelle luminose poste sulle torri del Cremlino di Mosca, che nel 2017 compiono il loro 80° anniversario? Esse sono il simbolo della vittoria contro il male, della rinascita della Santa Rus’ e delle sue antiche tradizioni, e tutte insieme, le stelle del cielo e quelle della terra, conducono alla grotta di Betlemme... perché il 2017 sia davvero l’anno della memoria... perché mille anni di storia e di civiltà non possono essere cancellati da nessun evento, tanto meno da una guerra civile... perché il popolo russo ha compreso veramente che i valori e i costumi sono il tessuto connettivo della società, che consentono di compiere prodezze e grandi imprese... perché la rinascita della fede e della pietà tra il XX e il XXI secolo, ha rappresentato il fondamento per la ricostruzione dei luoghi santi distrutti in Russia e la costruzione di nuove chiese e monasteri, compreso il Cremlino di Kostroma, sulla collina più alta del Volga. Questo evento ha un profondo significato spirituale e grande rilevanza storica. Le sue cattedrali e la fortezza furono distrutte dai bolscevichi nella prima metà del XX secolo (1934). Solo un dipinto del 1678 testimonia oggi la grandezza di questo luogo, in attesa che venga rimarginata la profonda ferita causata alla città, alla sua storia, e alla dimensione spirituale del suo popolo.
Per tutti questi motivi la Chiesa ortodossa russa ha deciso di commemorare nel 2017 il centenario della morte dei nuovi martiri e confessori e l'inizio del periodo di persecuzione della Chiesa nel XX secolo. Oltre trentamila nuovi martiri sono stati ufficialmente glorificati dalla Chiesa. Tra questi spicca il nome di san Nicola II, imperatore martire e grande portatore della Passione, del quale ricorre nel 2018 il 150° anniversario della nascita e il 100° della morte.
Insieme a tutti i santi che hanno illuminato la terra russa, essi sono i figli spirituali del gran principe Vladimir, colui che ha battezzato il popolo della Rus' nel 988, quasi 1030 anni fa, e che per la sua scelta di civiltà di preservare l'unità slavo-orientale sulla base dei valori cristiani ortodossi, è considerato il fondatore della Santa Rus', che nei secoli manterrà viva e onorerà la memoria dei suoi comuni santi, compresi quelli che hanno svolto la loro opera in Europa centrale e occidentale fino al 1054.
Così il 28 luglio, nel giorno della memoria del gran principe Vladimir, pari agli Apostoli, e giorno del Battesimo della Rus’, la campane della Cattedrale della Teofania del Signore di Orël hanno suonato a festa per la visita primaziale del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill nella metropolia di Orël, «seguite da quelle di tutte le altre chiese della città», come stabilito da un decreto del 1822, che ha concesso al tempio lo status di cattedrale.
La visita del Primate della Chiesa Russa è avvenuta anche in concomitanza con il 450° anniversario della fondazione della città, nota con il nome di «città del primo saluto». Il 5 agosto 1943 a Mosca fu dato il primo saluto di artiglieria per onorare le truppe che avevano liberato la città di Orë durante la Grande guerra patriottica. Essa fu la prima città ad essere liberata dall'orrore delle truppe naziste.
Nella Cattedrale della Teofania del Signore il Patriarca ha celebrato la Divina Liturgia.
Questo tempio è un monumento architettonico di importanza federale. È la più antica struttura in pietra nel territorio di Orël, del XVIII secolo, e si trova vicino al sito di fondazione della città, edificata nel 1566 su ordine di Ivan IV come avamposto militare al confine meridionale dello Stato russo. Allo stesso tempo fu costruita una fortezza-prigione e nel suo territorio fu eretta la Cattedrale di legno della Natività della Madre di Dio. Dopo l'incendio dei polacchi e dei lituani nel 1606 la fortezza cadde in rovina per trent'anni anni. Nel 1636 con decreto del primo zar della dinastia dei Romanov, Mikhail Fëdorovič, asceso al trono al termine del Periodo dei Torpidi, la città fu ricostruita «sulla vecchia fortezza di Orël».
Con il benestare del Patriarca Kirill nella città è stato inaugurato il monumento in onore del suo fondatore, Ivan il Terribile. Con questa decisione «la Chiesa ortodossa russa non sostiene la canonizzazione di Ivan il Terribile né quella di Pietro il Grande», fondatore di San Pietroburgo, ma «li riconosce quali potenti statisti che rimarranno per sempre nella storia del Paese», ha dichiarato il Primate della Chiesa ortodossa. Ad Ivan IV, si deve la costruzione della Cattedrale di San Basilio nella Piazza Rossa di Mosca dopo la conquista di Kazan' e Astakhan'.
Molti secoli sono trascorsi dalla promulgazione dell'Editto di Costantino, ma le persecuzioni contro i cristiani non sono mai cessate. Basta osservare quello che sta accadendo in Medio Oriente e in Africa, territori dell'Antico Continente, dove alle persecuzioni si associano conflitti civili, primo fra tutti quello siriano. In questi Paesi sono circa 215 milioni i cristiani che soffrono una grave forma di persecuzione.
Grazie all'intervento della Russia in Siria questo fenomeno si è molto ridimensionato nel Paese. L'avanzata dell'Isis è stata fermata e ampie aree sono state liberate dal suo dominio. Il contingente militare russo ora è stato ridotto per decisione del comandante supremo delle Forze armate russe, il presidente Vladimir Putin. Hanno lasciato la Siria la portaerei «Ammiraglio Kuznetsov», l'incrociatore lanciamissili a propulsione nucleare «Pietro il Grande» e le loro navi di supporto. Il gruppo navale ha svolto i suoi compiti insieme all'aviazione russa creando un sistema unificato di difesa dello spazio aereo in Siria. Ora nel Paese vige il cessate il fuoco e sono in corso i negoziati promossi da Russia, Turchia e Iran per rafforzare il cessate il fuoco, garantire l'accesso agli aiuti umanitari e difendere l'integrità del Paese.
Così, dopo tre secoli il nome di Pietro il Grande torna prepotentemente alla ribalta con la liberazione della Siria e del suo popolo dal terrorismo internazionale. Proprio lui che viaggiò molto tra quelle nazioni che oggi finanziano il terrorismo, distruggendo secoli di storia. Ma lui può andar fiero del suo Paese, di cui è divenuto l'icona stessa, anche se sono bastati nemmeno due secoli dalla sua morte perché uno dei Paesi più grandi del mondo venisse spezzettato in 15 parti. Ora la Crimea fa parte della Russia.
Fu proprio Pietro il Grande (1672-1725) a organizzare la Marina militare dopo l’occupazione della fortezza di Azov nella guerra contro l'Impero ottomano. Sulla prima nave da guerra «Orël» ci fu il battesimo della bandiera russa.
Fu lui a dare inizio all’espansione russa verso occidente, mirando a conquistare uno sbocco sul Mar Baltico e sul Mar Nero. Il trionfo fu completo nel 1721 quando, col Trattato di Nystad, la Russia ottenne l’Estonia, la Livonia e la Carelia, dopo un decennio di guerre con la Svezia.
Egli fu un riformatore. Promosse lo sviluppo scientifico, rifiutò l'ignoranza e la xenofobia, conquistò le coste e costruì i porti di Arkhangel'sk, Astrakhan, Azov e Voronež. Era consapevole di dover costruire un grande impero e una grande nazione... E così fu. Con lui la Russia arrivò ai confini della Cina e del Giappone. In Asia centrale occupò Derbent e Baku, dove era in corso una persecuzione dei cristiani, e ottenne le province persiane affacciate sul Caspio.
La vita pubblica di Pietro iniziò ad Aleksandrov, nell'oblast' di Vladimir, il nucleo storico dello Stato russo, dove insieme al fratello Ivan V e alla zarina Sofia Alekseevna, il 20 settembre 1687 portò in dono una copia della venerata icona della Madre di Dio di Vladimir.
Ad Aleksandrov Ivan il Terribile trasferì da Mosca la prima tipografia russa. Pietro il Grande fondò a Mosca il primo giornale russo nel 1703.

Fernanda Fernanda Santobuono


Icona Icona della Madre di Dio di Vladimir in Aleksandrov


Monumento Monumento a Ivan IV ad Orël