Il ruolo della Russia nel XXI secolo. Difendere l'equilibrio strategico per la pace nel mondo
Oggi da parte dei «partner» europei ed occidentali di Mosca si sente sempre più la retorica anti russa. Letteralmente, la frase che più si sente sulla bocca dei funzionari è «aggressione russa». In realtà la Russia ha avuto un ruolo decisivo nella formazione dello Stato di diverse decine di potenze mondiali, difendendo i principi di indipendenza e autodeterminazione delle nazioni e dei popoli. In ogni epoca ha aiutato in tutti i modi alla creazione di un mondo multipolare. Secondo il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov «il mondo sta entrando nell'era post-occidentale e tutti i Paesi devono condividere la responsabilità collettiva per costruire la pace e la stabilità nel mondo».
Tuttavia, il presidente Vladimir Putin ha dichiarato che la Russia dovrà replicare alle mosse dell’Occidente, anche se verrà accusata di comportamento aggressivo, ma bisogna garantire l’equilibrio strategico. «So già che saremo accusati di comportamento aggressivo, ma è solo una risposta. È chiaro che dobbiamo assicurare la sicurezza. E non solo quella. È molto importante per noi difendere l'equilibrio strategico mondiale», - ha affermato il Presidente russo. «Tale equilibrio - ha aggiunto - serve a garantire la pace nel mondo».
La bandiera nazionale è apparsa in Russia a cavallo dei secoli XVII-XVIII, nell'era della formazione della Russia come Stato potente. La prima bandiera fu introdotta dal padre di Pietro I, lo zar di Mosca Aleksej Mikhajlovich, dai colori rosso, bianco e blu, destinata alla Marina russa nel Mar Caspio. Allo stesso tempo svolgeva il ruolo di simbolo di identificazione, perché nel Mar Caspio salpavano anche navi arabe e turche. Per questo motivo sono state scelte le tre bande: la bandiera era distinguibile da grandi distanze, difatti svolgeva la funzione di identificazione. La bandiera non possedeva propri simboli.
Per la prima volta la bandiera rossa, bianca e blu fu issata sulla prima nave da guerra russa «Orël», costruita nel 1667-1669 durante il regno di Aleksej Mikhajlovich. «Orël» navigò per un breve periodo sotto la nuova bandiera: scendendo lungo il Volga verso Astrakhan, fu qui bruciata dai contadini ribelli di Stepán Rázin.
Pietro I è considerato il fondatore del tricolore russo. Adottò la bandiera in segno di rispetto per la memoria del padre. Avendo uno scopo pratico - di riconoscimento delle proprie navi rispetto alle altre - Pietro per la prima volta attribuì questi colori allo Stato. La bandiera sull'albero della nave era un segno per conformarsi alle norme europee, dove la bandiera era il simbolo di appartenenza della nave ad uno Stato per i suoi diritti di «terra galleggiante».
Volendo fare della Russia una parte della civiltà europea, Pietro I adottò diverse bandiere per le forze della Marina russa e delle truppe di terra. E le bandiere erano in gran numero, praticamente ogni reggimento delle Guardie del corpo aveva la propria bandiera. Ma mancava la bandiera principale. E lo zar era preoccupato per questo problema.
Nel 1699, tra centinaia di bandiere Pietro I scelse la bandiera bianca, blu e rossa in base al fatto che in quel momento doveva essere usata per scopi pacifici sulle navi mercantili. Così fu sottolineato, in primo luogo, il carattere rappresentativo di tale bandiera, come segno di disposizione amichevole, un gesto di buon vicinato e di pace. Il 20 gennaio 1705 emanò un decreto, secondo il quale «su tutte le navi mercantili» bisognava issare la bandiera bianca, blu e rossa, disegnò il modello e determinò l'ordine delle strisce orizzontali. Le diverse varianti della bandiera a tre bande colorate rimasero sulle navi da guerra fino al 1712, quando Pietro I istituì per la Marina russa la bandiera con la croce di sant'Andrea.
A questo punto, è necessario spiegare il simbolismo dei colori. La bandiera tricolore dello Stato russo è un pannello rettangolare dove i colori delle tre fasce parallele rappresentano: il bianco - la nobiltà, il dovere, il colore della purezza; il blu - la fedeltà, la castità, il colore dell'amore; il rosso - il coraggio e la generosità, il colore della forza. Questo simbolismo può essere approfondito cercando in opere di esperti e di cabalisti, dove il colore bianco è il tempo fugace, il blu - la verità, e il rosso - il colore della risurrezione dei morti. E tutti insieme significano quanto segue: un segno di potere su tutta la terra in nome della vittoria della verità divina. La bandiera dello Stato russo è un segno dello Stato messianico, che considera la diffusione delle idee del bene e della verità come vocazione nazionale.
Nel 1858 Alessandro II approvò il modello «con lo stemma sui colori nero, giallo e bianco dell'Impero, da usare per gli stendardi, le bandiere e altri oggetti che decoravano le strade durante le occasioni speciali». Il 1 gennaio 1865 fu emesso un decreto dell'imperatore, nel quale il nero, il giallo e il bianco venivano dichiarati i «colori nazionali della Russia».
La bandiera nera, gialla e bianca è stata utilizzata fino al 1883. Il 28 aprile 1883 è stato annunciato un decreto dello zar Alessandro III, nel quale si dichiarava: «In tutte le occasioni in cui viene consentito decorare gli edifici con le bandiere, deve essere esposta esclusivamente la bandiera russa composta da tre fasce: superiore - bianca, centrale - blu e inferiore - rossa.
Nel 1896, Nicola II convocò una riunione speciale presso il Ministero della Giustizia per discutere la questione della bandiera nazionale russa. Durante l’incontro si è concluso che la bandiera bianca, blu e rossa aveva il pieno diritto di essere chiamata russa o nazionale e i suoi colori: il bianco, il blu e il rosso erano i colori della nazione. A questo punto i tre colori della bandiera, che era diventata nazionale, hanno ricevuto un'interpretazione ufficiale. Il rosso rappresenta la «grande potenza», il blu - il colore della Madre di Dio, sotto la cui protezione si trova la Russia, il bianco - il colore della libertà e dell'indipendenza. Questi colori erano intesi come unione della Bianca, Piccola e Grande Russia. Dopo la rivoluzione di febbraio il Governo provvisorio utilizzò questa bandiera.
La successiva rivoluzione d'Ottobre del 1917 abolì la precedente bandiera e lo stemma, ma lasciò intatta l'idea di uno Stato messianico. La Russia sovietica non respinse immediatamente il simbolo del tricolore russo. L’8 aprile 1918 il rivoluzionario russo Jakov Sverdlov, parlando ad una riunione del Comitato esecutivo centrale dei bolscevichi, propose di approvare la bandiera rossa come bandiera nazionale della Russia, che rimase in vigore per più di settant'anni.
Il 22 agosto 1991 durante la riunione straordinaria del Consiglio supremo della Repubblica socialista federativa sovietica russa (RSFS) fu deciso di prendere in considerazione il simbolo ufficiale del tricolore russo. Un decreto del presidente russo Boris Eltsin dell’11 dicembre 1993 approvò il regolamento sulla bandiera di Stato della Federazione Russa, e il 22 agosto venne proclamata la Giornata della Bandiera nazionale russa. In questo giorno, sul palazzo del Governo venne ufficialmente issata la bandiera tricolore russa, che andò a sostituire la bandiera nazionale rossa con falce e martello.
Il 25 dicembre 2000, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato una legge federale secondo la quale la bandiera di Stato russa è un panno rettangolare con tre strisce orizzontali uguali: la parte superiore - bianca, la parte centrale - blu, la parte inferiore di colore rosso.
La bandiera russa è parte di una serie di bandiere di coloro che proclamano il primato della fede sullo Stato. Tra queste, ad esempio, le bandiere dei paesi musulmani, dove il verde o la mezzaluna significano la fede in Allah e in Maometto suo profeta. La bandiera a stelle e strisce degli Usa significa innanzitutto l’unità di tutti gli stati americani e il trionfo dell’unione terrena per l'ideale comune di libertà.
La cerimonia dell’alzabandiera è di solito accompagnata dall’esecuzione dell'inno nazionale della Russia, che si verifica in genere nelle grandi manifestazioni pubbliche con la partecipazione delle autorità dello Stato. Questa cerimonia testimonia la grandezza del Paese e della sua storia. Un danno volontario alla bandiera, e soprattutto la sua distruzione rientra in un articolo speciale del Codice penale della Russia, che considera un tale atto di vandalismo come reato da perseguire.
I simboli nazionali della Russia testimoniano il potere e la grandezza del Paese e la sua gloriosa storia, le gesta del popolo russo.
La Giornata dedicata alla Bandiera russa è una festa che aiuta a unire la società sui valori eterni - il patriottismo e la statualità. Questa festa evoca nelle persone un senso di orgoglio per il loro grande Paese e per i suoi cittadini. Questa Giornata suscita nei cittadini il senso di appartenenza ad una grande potenza, l’orgoglio di essere figli della Grande Russia.
Metà Paesi del mondo sono legati alla Russia. Come risultato della cosiddetta «aggressione», mezza Europa e parte dell'Asia hanno raggiunto la statualità grazie alla Russia: la Finlandia nel 1802 e nel 1918 (fino al 1802 non ha mai avuto un proprio Stato); la Lettonia nel 1918 (fino al 1918 non aveva mai avuto un proprio Stato); l'Estonia nel 1918 (fino ad allora non aveva mai avuto un proprio Stato); la Lituania ha riacquistato la statualità nel 1918 anche grazie alla Russia; la Polonia riacquistò la statualità attraverso la Russia due volte, nel 1918 e nel 1944; la spartizione della Polonia tra la Germania e l'Urss è stato solo un breve episodio! La Romania è nata a seguito della guerra russo-turca, e divenne sovrana per volere della Russia nel 1877-1878; la Moldova come stato è nato all’interno dell’Urss; la Bulgaria come stato è nato in seguito alla vittoria delle truppe russe nella guerra russo-turca del 1877-1878, che aveva come scopo proprio questo. Come segno di ringraziamento, lo stato della Bulgaria nelle due guerre mondiali ha partecipato alla coalizione anti-russa. Ora è membro della Nato e nel suo territorio ha collocato una base Usa. Dopo il 1945, nel suo territorio non c’era più
nemmeno un solo soldato russo. E ancora.
La Serbia come stato sovrano nasce a seguito della guerra; l’Azerbaijan ha preso forma come stato per la prima volta solo all’interno dell’Urss; l’Armenia è sopravvissuta e rinasce come stato solo come parte dell’Urss; anche la Georgia è sopravvissuta e rinasce come stato solo come parte dell’Urss; il Turkmenistan, il Kirghizistan, il Kazakistan e la Mongolia non hanno mai avuto la propria sovranità, essa si è venuta a formare solo all’interno dell'Urss.
La Bielorussia e l’Ucraina hanno acquisito per la prima volta la loro statualità come risultato della rivoluzione d'Ottobre in Urss. Nel 1991 raggiunsero la completa indipendenza dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica.
Si può prendere in considerazione il ruolo della Russia e dell'Unione Sovietica anche nella nascita e nello sviluppo di Paesi come la Cina, il Vietnam, la Corea del Nord, l’India, la Grecia, dove la Russia respinse i Turchi nel 1821, l'Algeria, Cuba, Israele, Angola, Mozambico, etc.
Che strana questa «aggressione» della Russia! Davvero. A questo grande Paese si deve l’indipendenza della Svizzera dalla Francia per mano del generale Suvorov nel 1779, 217 anni fa; e la liberazione dell’Austria e della Cecoslovacchia dal Terzo Reich nel 1945.
Nel 1780 la posizione di Caterina II con la creazione della neutralità armata della Lega e il supporto effettivo del Nord America ha contribuito alla sconfitta dell’Inghilterra e al raggiungimento dell'indipendenza degli Usa.
Negli ultimi due secoli per due volte la Russia ha dato l'indipendenza alla maggior parte dei Paesi europei con la sconfitta dell’esercito di Napoleone e di Hitler. La posizione di Stalin nei colloqui con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna ha dato alla Germania la possibilità di salvare lo Stato dopo la sconfitta del Terzo Reich. La posizione di Gorbaciov ha permesso nel 1990 la riunificazione della Germania.
Senza l'aiuto dell'Urss l’Egitto non sarebbe stato in grado di sopravvivere e consolidare la sua indipendenza nella guerra con Israele, Gran Bretagna e Francia nel 1956-57, nel 1967 l'intervento dell'Unione Sovietica ha fermato la guerra di Israele con l'Egitto, in realtà ha salvato gli arabi dalla sconfitta in due guerre nel 1967 e nel 1974. L'anno successivo l’Angola ha raggiunto la sua indipendenza solo grazie all’Urss.
La maggior parte delle colonie dell'Europa occidentale ha ottenuto l’indipendenza grazie al movimento globale di decolonizzazione dopo la Seconda guerra mondiale, in cui l'Unione Sovietica ha giocato il ruolo principale.
Tutta la storia della Russia dimostra la sua coerenza nel sostenere, fino ai nostri giorni con la Crimea, i principi di indipendenza e autodeterminazione delle nazioni e dei popoli. In ogni epoca la Russia ha aiutato in ogni modo possibile la creazione di un mondo multipolare.
Tutto questo è stato reso possibile grazie anche alla politica estera della Russia, le cui origini risalgono a più di 500 anni fa, quando Ivan IV il 10 febbraio del 1549 istituì il Dipartimento consolare, progenitore dell’attuale Ministero degli Esteri, per la cui formazione bisognerà attendere il Manifesto reale di Alessandro I.
E pensare che tutta questa storia è iniziata nella multietnica città di Staraya Ladoga, sorta nel 753 su un antico insediamento variago nei pressi del Lago di Ladoga, nell'oblast' di Leningrado. Qui le popolazioni slave chiamarono gli abitanti «Rus'». Fino al 950, è stato uno dei più importanti porti commerciali dell'Europa orientale. Le navi mercantili navigavano dal Mar Baltico attraverso Ladoga a Novgorod e poi a Costantinopoli o al Mar Caspio. Questo percorso è conosciuto come la «via variago-greca». Una via alternativa era quella lungo il fiume Volga verso la capitale khazara di Atil, e poi dalle coste meridionali del Mar Caspio fino a Baghdad. A tal proposito è significativo che la più antica moneta araba medievale in Europa è stata portata alla luce proprio a Ladoga.
Nel 1703, nel 950° anniversario della città di Staraya Ladoga, Pietro il Grande fondò Novaya Ladoga, più vicina all'omonimo lago.
Nel 2003 è stato celebrato il 1250° anniversario di Staraya Ladoga. E nel 2018 ricorre invece il 1265° anniversario della sua fondazione.
Secondo il Codice Ipatiev, creato alla fine del XIII secolo e trovato nel Monastero di Kostroma, il leggendario capo Variago Rurik arrivò a Ladoga nell'862 e ne fece la sua capitale. I successori di Rurik, tra cui anche il gran principe Vladimir, il battista della Rus', si trasfe-rirono a Novgorod e poi a Kiev, dove furono poste le basi per il potente Stato della Rus '.
Un potente Paese che fu sempre difeso dal suo popolo anche a costo della propria vita.
Nel ricordare i soldati russi e sovietici morti in Slovenia durante la Prima e Seconda guerra mondiale nella cerimonia che si è tenuta al Passo di Vršič per il 100° anniversario della Cappella russa di San Vladimir, all'indomani della memoria del santo, il 28 luglio, il presidente sloveno Borut Pahor ha detto in particolare: «Abbiamo a cuore il destino di tutte le vittime innocenti della Grande Guerra. Sul cupo fronte isonzino, su entrambi i lati delle acque limpide del fiume Soča, cantate dal poeta sloveno Simon Gregorčič, è stato versato il sangue di centinaia di migliaia di persone».
«Non siamo indifferenti alla sorte delle vittime di tutte le guerre, - ha proseguito il capo dello Stato sloveno. La Prima guerra mondiale, chiamata anche la Grande Guerra, è stata seguita dalla Seconda guerra mondiale, un conflitto ancora più terribile, che ha lasciato dietro di sé un'eredità di dolore e un peso morale che non conosce eguali. Dal momento che la Prima guerra mondiale è stata seguita dalla Seconda, l’idea che un terzo conflitto di questo tipo o qualcosa di simile possa seguirne sembra abbastanza logico. Tutti coloro che sono riuniti qui e tutte le persone del mondo sono preoccupati di quello che sarà: pace o guerra.
Noi non crediamo che la guerra sia inevitabile nella logica della storia. Noi crediamo che la guerra o la pace derivano sempre da scelte politiche. Rifiutiamo l'idea che la guerra sia inevitabile e ci assumiamo la responsabilità di garantire la soluzione pacifica delle controversie, di tutte le controversie. Noi vogliamo la pace, una pace permanente. Noi siamo riuniti qui perché lo abbiamo a cuore».
Secondo il Presidente sloveno il mondo sta cambiando e anche il concetto di «pace» e «guerra» sembra non voglia dire più quello che ha sempre significato. «Il mondo si trova ad affrontare nuovi tipi di violenza. E non è più possibile tracciare una linea netta tra guerra e pace. Nuove forme di terrorismo nel mondo di oggi creano sempre più minacce alla sicurezza anche nelle società e nei Paesi che crediamo in pace e sicurezza.
Di volta in volta, dopo ogni tragedia nei Paesi fraterni di Francia, Germania, Russia, in Medio Oriente o in qualsiasi altra parte del mondo, sottolineiamo con forza al mondo che questo non ci farà cambiare il nostro modo libero e aperto di vivere. Tuttavia, è anche vero che questa violenza folle ci provoca non solo dolore ma anche ansia. Il problema del terrorismo moderno è radicale nella sua spietatezza, nel significato e nello scopo. Questa violenza non ha un programma politico, che si possa discutere o negoziare pacificamente. Almeno, questo è il modo in cui lo vediamo attualmente. Questa irrazionalità è qualcosa di nuovo, ed è proprio inquietante.
Tuttavia, non ci arrenderemo. Troveremo modi nuovi e innovativi per garantire la pace e la sicurezza in risposta alle nuove forme di estremismo e di terrorismo crudele. È possibile. E ci riusciremo solo a una condizione: se tutte le persone che amano la libertà e le proprie idee uniscono le forze. La sfida che ci troviamo di fronte è così grande che abbiamo bisogno di superare anche i più grandi ostacoli e le differenze più profonde tra noi per affrontare questa sfida. Abbiamo bisogno di dialogo, dialogo e ancora più dialogo. Questo non è facile e non sarà facile. Dovremo superare la sfiducia reciproca e molti altri ostacoli, ma l'obiettivo che stiamo perseguendo è di vitale importanza, e le nostre intenzioni sono nobili. Dobbiamo trovare il modo per garantire la pace e la sicurezza permanente».
Alla cerimonia era presente il presidente russo Vladimir Putin, il quale ha parlato dell'inaugurazione a Lubiana del monumento in onore dei soldati russi e sovietici che sono morti nel territorio della Slovenia nelle due guerre mondiali. «E ci ricordano la dedizione dei soldati russi e il contributo decisivo dell'Unione Sovietica nella liberazione dell'Europa dal nazismo, le gesta immortali di generazioni di vincitori. E il monumento riflette la nostra posizione di principio comune sulla inammissibilità dei tentativi di distorcere e riscrivere la storia per giustificare i crimini che hanno causato la morte di milioni di persone.
È per questo che noi continueremo il lavoro educativo, in particolare tra i giovani. Perché noi non solo ricordiamo gli orrori della guerra, ma anche lavoriamo insieme per rafforzare la comprensione reciproca, la fiducia e la sicurezza in Europa e nel mondo intero», - ha detto.
La Slovenia ha raggiunto l'indipendenza dalla Jugoslavia nel 1991 ed è riuscita pacificamente a non essere coinvolta nella guerra civile jugoslava che seguì dopo la morte di Tito.
Il Millennio della Russia. Monumento a Velikij Novgorod - Russia (1862)
Staraya Ladoga