Canonizzazione dei santi nella Chiesa russa
I primi santi ad essere canonizzati nella Chiesa ortodossa russa furono i principi martiri Boris e Gleb.
I Concili del 1547 e del 1549 hanno rappresentato un’epoca particolare nella storia della canonizzazione dei santi. Frutto del lavoro di questi Concili è stata la canonizzazione di 39 santi russi. Nella seconda metà del XVI e nel corso del XVII secolo furono glorificati 150 nuovi santi ai fini del culto nazionale e locale. Circa la metà di tutti i canonizzati in questo periodo è costituita dai beati padri fondatori di monasteri e dai loro seguaci.
Il periodo sinodale della Chiesa russa è stato caratterizzato da un numero decisamente inferiore di atti di canonizzazione. Dalla sua istituzione e fino alla restaurazione del Patriarcato di Mosca nel 1917 furono canonizzati solo 10 santi per il culto nazionale e 15 per il culto locale. All’inizio del XX secolo ci fu un incremento del loro numero. All’epoca di Nicola II, per il culto nazionale furono canonizzati più santi che in due secoli di regno dei suoi predecessori, durante l’epoca sinodale.
Il Concilio locale degli anni 1917-1918 approvò una delibera di canonizzazione a favore di due servi di Dio, Sofronij di Irkutsk e il martire Iosif di Astrakhan’. La scelta stessa di canonizzare questi due testimoni della fede è da collegare alle circostanze del periodo che stava attraversando la Chiesa, la torbida epoca rivoluzionaria. Il martire Iosif di Astrakhan’ era stato infatti ucciso dagli insorti nel 1671.
Nel periodo successivo le canonizzazioni dei santi si interruppero per molti anni. La prima canonizzazione si ebbe solo il 10 aprile 1970, allorché il Santo Sinodo approvò la canonizzazione del vescovo Nikolaj (Kasatkin), missionario in Giappone, tra i «pari agli Apostoli». Ai santi glorificati dalla Chiesa russa nella seconda metà del XX secolo si aggiunsero i servi di Dio russi canonizzati da altre Chiese.
Una nuova epoca nella storia delle canonizzazioni ebbe inizio con la celebrazione dei mille anni del battesimo della Rus’. Già nel Concilio locale del 1988 furono creati nove santi. Nel 1989 fu canonizzato il Patriarca Tikhon.
Da quando la Chiesa ha riacquistato la libertà tra gli anni ’80 e ’90, in primo luogo si è posto il problema della necessità di canonizzare i vescovi, i chierici e i laici vittime degli anni delle repressioni. Già allora la definizione «nuovi martiri russi» entrò nell’uso comune.
Durante la preparazione delle canonizzazioni dei nuovi martiri particolarmente complesso si rivelò il problema della canonizzazione dell'Imperatore Nicola II e degli altri martiri regnanti. La loro esecuzione portava il carattere di un delitto politico, ma tali vittime possono essere santi martiri se sono stati uccisi in quanto simboli dell'Ortodossia.
Il Consiglio dei Vescovi giubilare, riunitosi nell’agosto del 2000, ha canonizzato per il culto nazionale tra i martiri strastoterpcy [coloro che hanno portato la passione] e i confessori russi del XX secolo 1200 servi di Dio, compresi quei testimoni della fede che precedentemente erano stati santificati per il culto locale. Tra i nuovi martiri e confessori russi sono stati canonizzati come strastoterpcy Nicola II e i membri della sua famiglia. Il Consiglio dei Vescovi ha canonizzato altri 57 santi tra coloro che avevano servito Dio e la Chiesa in epoche diverse. Finora più di 1700 nuovi martiri e confessori sono stati glorificati.
Boris e Gleb. Icona della Cattedrale della Dormizione del Cremlino di Mosca (1340)