Il messaggio universale della Santa Rus'. Nel 430° anniversario del primo Patriarca di Mosca

Se il battesimo della Rus' nel 988 ha portato all'autocefalia della Chiesa ortodossa russa nel 1448, altrettanto chiaro e inconfutabile è il fatto che nel 2018 il 1030° anniversario della cristianizzazione della Rus' sarà celebrato insieme al 570° anniversario dell’autocefalia della Chiesa di Mosca, consolidatasi sulla base della non adesione al Concilio di Firenze.
Proprio su questa base nel 2019 saranno celebrati il 430° anniversario dell'elezione del primo Patriarca russo, san Giobbe - avvenuta nel 1589 quando la sede di Mosca fu elevata a Patriarcato -, il 30° anniversario della sua canonizzazione nel 1989, all'inizio del primo millennio del battesimo della Rus', e il 10° anniversario dell'intronizzazione di Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus', del quale ricorrono nello stesso anno il 50° anniversario della consacrazione al sacerdozio e il 30° anniversario della nomina a presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca.
In questa veste, nel 2008 l'allora metropolita Kirill di Smolensk e Kaliningrad consacrò la prima chiesa ortodossa russa a L'Avana, la Cattedrale dell'icona della Madre di Dio di Kazan', della quale ricorre nel 2018 il 10° anniversario della consacrazione insieme al 1030° anniversario del battesimo della Rus'. Nel 2006, il gerarca tenne anche la consacrazione minore della prima chiesa ortodossa russa a Roma, la Chiesa stavropigiale di Santa Caterina la Grande Martire, della quale ricorrono nel 2017 e 2019 rispettivamente il 10° anniversario della consacrazione della chiesa battesimale, dedicata ai santi Costantino ed Elena, in concomitanza con il 100° anniversario dell'inizio dell'era della persecuzione della Chiesa ortodossa russa e a più di millennio dalla nascita di san Cirillo (827), santo patrono del Patriarca Kirill, evangelizzatore degli slavi, venerato come uguale agli apostoli insieme al fratello Metodio, e della chiesa principale in onore della grande martire di Alessandria d'Egitto, che coincide con il 1150° anniversario della morte di san Cirillo a Roma.
Oggi il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus' Kirill ricorda che l’elezione del primo Patriarca della Chiesa ortodossa russa, san Giobbe, avvenne in un periodo di massimo splendore della Santa Rus', quando «attraverso gli sforzi dello zar Ivan IV il Terribile il nostro Paese divenne uno Stato centralizzato e potente, riconosciuto in tutta l’Europa e nel mondo. E questa ascesa della Rus' è stata accompagnata dalla crescita della Chiesa russa. L’una era collegata all'altra».
Durante il suo ministero, il Patriarca Giobbe rafforzò la fede ortodossa e la pietà in Russia, glorificò nuovi santi russi, istituì quattro metropolie: Novgorod, Kazan, Rostov e Krutitsij, fondò una nuova diocesi, costruì molte chiese, solo a Mosca dal 1592 al 1600 sorsero 12 templi, così come molti monasteri, il più famoso dei quali fu quello del Don, e verso la fine del XVI secolo, quando la Rus' aveva conquistato la Siberia, portò il cristianesimo in queste terre lontane, fino in Estremo Oriente, ma anche nella Rus' del Nord e in Georgia. Si prese cura di stampare e far distribuire libri per divulgare l’Ortodossia universale, e per la grazia di Dio fu partecipe del rinvenimento miracoloso dell'icona della Madre di Dio di Kazan'. Nel 1605, fu rimosso ed esiliato nel monastero di Staritsa, nella cara terra di Tver, per essersi rifiutato di riconoscere come legittimo zar il Falso Dimitri I. Iniziò così per la Russia il Periodo dei Torpidi con l'invasione dei polacchi nel Cremlino di Mosca.
Dopo il Periodo dei Torpidi, la Rus' dovette affrontare nel 1812 l'invasione di Napoleone Bonaparte. Molti degli eventi chiave della guerra si svolsero nella terra di Kaluga, dove a Maloyaroslavets il 24 ottobre l'imperatore francese diede inizio alla ritirata... Mentre si dirigeva verso Kaluga, all'improvviso piegò verso Gzhatsk, l'attuale città di Gagarin, i cui dintorni furono fortemente rovinati dalle truppe durante l'offensiva. I prigionieri raccontarono che più di una volta apparve in cielo la Madre di Dio e ogni volta le visioni erano accompagnate dalle vittorie delle truppe russe. Questo fu segnalato allo zar Alessandro I, che ordinò, con la benedizione del Santo Sinodo, di celebrare ogni anno, il 25 ottobre, l'evento legato alla manifestazione della Madre di Dio a Kaluga, e di tenere processioni religiose per la città.
A Kaluga ha vissuto e lavorato dal 1892 al 1935, anno della sua morte, Konstantin Tsiolkovskij, ingegnere e scienziato, teorico della cosmonautica russa. A lui è stato dedicato il Museo di Storia dell'Astronautica, aperto a Kaluga nel 1967, il primo al mondo e il più grande in Russia, realizzato con la partecipazione diretta dell'ingegnere e progettista di razzi Sergej Korolëv, ideatore del primo satellite artificiale, lo Sputnik 1, e del cosmonauta sovietico Yurij Gagarin, primo uomo a volare nello spazio in orbita attorno alla Terra proprio sullo Sputnik 1 il 12 aprile 1957.
Egli sosteneva che la felicità autentica consiste nella totale mancanza di ogni forma di sofferenza nell’Universo, teorizzando per primo la costruzione di astronavi atte a colonizzare il sistema solare. Una volta che il sole avrebbe esaurito la propria potenza energetica, secondo Konstantin Tsiolkovskij l’umanità avrebbe dovuto dirigersi verso altre stelle; egli racchiuse queste teorie in un programma di sedici punti, chiamato «Piano di Esplorazione Spaziale». Lo scienziato si interessò molto anche di altre tecnologie spaziali e di missilistica, occupandosi dei razzi pluristadio e gettando di fatto le basi per la conquista dello spazio; scrisse anche romanzi di fantascienza come «Sulla Luna» del 1893, e «Oltre la Terra» nel 1920.
Tsiolkovskij era consapevole di aver compiuto dei grandi passi in campo scientifico e negli ultimi giorni della sua vita disse: «Per tutta la vita ho sognato che, grazie al mio lavoro, l’umanità avrebbe progredito almeno un pò».
Celebre è la sua frase: «La Terra è la culla dell'umanità, ma non si può vivere nella culla per sempre». Parole quanto mai profetiche.
Il programma spaziale russo, guidato dall'agenzia spaziale Roscosmos, nel 2014 e 2015 ha realizzato più lanci spaziali rispetto a qualsiasi altro Paese del mondo, rispettivamente 32 e 26. Da allora, la Russia è l'unica nazione sulla Terra che può lanciare regolarmente gli esseri umani nello spazio e riportarli, circa quattro equipaggi ogni anno alla Stazione spaziale internazionale. Inoltre nel 2016, in occasione della Giornata del Cosmonauta, che si celebra il 12 aprile, ha aperto il nuovo cosmodromo «Vostochnij» nella regione dell'Amur, in Estremo Oriente russo. Nel 2017, presso l'Università statale di Mosca «M. V. Lomonosov», aprirà la facoltà di ricerche spaziali, che sarà attiva a partire dal mese di settembre. Nello stesso periodo, il 17 agosto, il primo satellite di fabbricazione russa creato con una stampante 3D, «Tomsk-TPU-120», secondo il Politecnico di Tomsk, uno degli sviluppatori del nano-satellite, lascerà la Stazione spaziale internazionale alla volta dello spazio profondo. Il piccolo satellite resterà nello spazio aperto per sei mesi e trasmetterà alla Terra le informazioni sulla temperatura a bordo, così come i parametri delle componenti elettroniche.
Secondo il rettore dell'università di Mosca, Viktor Sadovnichij, con l'apertura del cosmodromo «Vostochnij» la Russia ha bisogno di specialisti in diversi campi dell'esplorazione dello spazio e deve provvedere alla loro formazione. In primo luogo, la base ospita uno dei più potenti supercomputer che nel mondo non hanno tante università e centri di ricerca.
Oggi si avvalgono di questo supercomputer più di 500 gruppi scientifici di tutte le principali unità di studio di Mosca, molti istituti dell'Accademia delle Scienze e altre istituzioni scientifiche della Russia. Inoltre, l'università statale di Mosca ha già lanciato nello spazio 6 satelliti, uno dei quali è il Lomonosov, che ora lavora attivamente in orbita. È stato il primo apparato lanciato dal cosmodromo «Vostochnij».
«Forse siamo l'unica università al mondo in grado di costruire i satelliti e lanciarli, - ha dichiarato il rettore in un'intervista con Sputnik international - . Il Lomonosov, che abbiamo lanciato nel mese di aprile 2016 dal cosmodromo, è una stazione spaziale, dove ci sono decine di dispositivi, che esplorano lo spazio e l'atmosfera della Terra. Ma in generale, con l'inizio dell'era spaziale, gli scienziati, i dottorandi e gli studenti dell'Università di Mosca hanno installato più di 400 dispositivi diversi su veicoli spaziali. Questo significa che la nostra università è una delle pioniere nell'esplorazione dello spazio. La nuova facoltà, come ognuna delle 30 nuove facoltà, create con la mia partecipazione, si svilupperà in più fasi. Per il suo funzionamento completo ci vorranno anni».
L'apertura della facoltà di ricerche spaziali è la logica continuazione dell'accordo firmato nel 2015 con la Roscosmos per la comune ricerca, didattica e sviluppo della progettazione delle attività. Si tratta di fondamentali applicazioni spaziali di ricerca, volte a condurre esperimenti a bordo della ISS, la Stazione spaziale internazionale, per lo studio di problemi medico-biologici e psicologici vitali di una persona quando si trova ad esplorare lo spazio profondo. Lo studio è rivolto anche alla creazione di sistemi di formazione per l'uomo durante il volo spaziale, tra cui lo sviluppo di software aerospaziali intelligenti, simulatori e altre attività.
La prima università russa che dal 2011, anno del 50° anniversario del primo volo nello spazio di Yurij Gagarin, conduce la formazione per il cosmodromo «Vostochnij» è quella di Blagoveshchensk, divisa nello studio di sistemi missilistici e astronautica, ma anche progettazione, produzione e funzionamento di razzi e missili spaziali complessi. Qui è presente il primo centro di controllo missione, che consente di svolgere attività operative tecniche per la direzione di lavori per la ricezione di informazioni, telemetria, gestione dei piccoli veicoli spaziali, per effettuare comunicazioni radio con gli astronauti della Stazione spaziale.
Oltre alle facoltà dello spazio nelle università russe cominciano a lavorare anche le facoltà di teologia, per una formazione a 360 gradi. Le prime si ricollegano alle seconde e insieme riconducono a quel fatidico giorno del battesimo della Rus' quando tutto ha avuto inizio ed è stato possibile costruire un discorso su Dio, quel Dio «eterno e infinito» che «fonda la durata e lo spazio» (Newton) e ha dato inizio al messaggio universale della Chiesa.
Lo spazio significa per l'uomo anche difesa. Nel corso del 2016 gli esperti del Centro primario di intelligence spaziale del Ministero della Difesa russo hanno condotto circa duemila operazioni speciali per controllare i cambiamenti delle condizioni spaziali, durante le quali hanno scoperto e seguito circa 930 oggetti spaziali.
L'Aeronautica militare russa ha anche rilevato il lancio in orbita di circa 300 apparecchi spaziali idonei ad evidenziare la presenza balistica e ha emesso 12 avvisi di approcci pericolosi con le apparecchiature spaziali russe.
Sul versante della cosmonautica, la Russia nel 2023 avrà il debutto della nuova navicella spaziale «Federatsiya», che porterà i primi cosmonauti sulla Luna nel 2025, studiata per poter rimanere nello spazio fino ad un anno agganciata ad una stazione spaziale, che entro il 2024 potrebbe essere la nuova Stazione spaziale russa. E a novembre 2017 Roscosmos conclude il concorso per lo sviluppo di un veicolo spaziale da mandare sulla traiettoria di Marte con voli interorbitali attorno al pianeta e ai suoi satelliti.

Chiesa Chiesa stavropigiale di Santa Caterina la Grande Martire a Roma