... Un percorso di vita eterna. Editoriale di Fernanda Santobuono
Il cosmo non ha inizio né fine,
ma è da sempre e per sempre, è eterno.
Le forme temporali sono solo gli opposti.
(Eraclito di Efeso)
La natura (physis) che "ama nascondersi" permane oltre e prima della realtà oggettiva ed esperibile, a cui dà origine. È una natura allo stesso tempo immanente e trascendente in quanto procede da un’ulteriorità indipendente e superiore rispetto ai limiti sensibili dell'esperienza. La natura è ciò che, mentre origina e si rende visibile, si mantiene in sé indeterminata e invisibile, e dunque "nascosta" nella sua inesauribile potenza generatrice.
Il cosmo, ossia il mondo ordinato così come si presenta “naturalmente” alla nostra esperienza, non ha inizio né fi¬ne, ma è da sempre e per sempre, è eterno. Le forme temporali sono sol¬o gli opposti, in continua trasformazione, metamorfosi, inversioni e congiungimenti. “Nello stesso fiume, invero, non è possibile entrare due volte” (Eraclito Fr.14, A45).
Così è per la materia racchiusa nel corpo umano. Così è per il cuore dell'uomo, dove la natura è formata interamente ed esclusivamente da misteri cosmici. Così è per ogni cellula, ogni molecola, ogni atomo. Ognuno e tutti sono impostati sul loro cammino mistico verso Dio, verso l'Uomo-Dio.
Dal suo avvento nel nostro mondo terreno, il Cristo Signore ha chiaramente dimostrato che non solo l'anima, ma anche la materia è stata creata da Dio e per Dio.
Il Nuovo Testamento ha sollevato il corpo umano alle altezze sublimi e divine, dotandolo di una gloria che i Cherubini e i Serafini non possiedono. La Buona Novella riguardanti il corpo, il significato e lo scopo del corpo umano, è che, insieme con l'anima, realizza ed eredita la vita immortale per l'eternità divina. In questo modo, il Cristo Risorto ha fatto della carne un percorso di vita eterna.
Così l'uomo ora sa che il corpo è creato per l'eternità attraverso l'unione con il Dio-Uomo e che la sua opera divina sulla terra è di lotta, con l'anima, per la vita eterna, attraverso quei mezzi che trasmettono la grazia e la virtù, per essere creato di nuovo come il tempio dello Spirito Santo, il tempio del Dio vivente. E tutto questo avviene e continuerà ad avvenire attraverso il corpo umano della Chiesa, che è veramente il Cristo Uomo-Dio, nella pienezza totale della sua Persona divina e umana, la pienezza “di colui che riempie tutto in tutti" (Ef 1, 23).
Questa nuova nozione del corpo umano è stata realizzata pienamente nella persona dei Santi, tempio dello Spirito Santo, dell’eterno bene. Per questo, il Cristo Signore ci ha concesso le reliquie dei santi come sorgente di salvezza per noi, riversando molteplici benedizioni e olio profumato. “Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi santi” (Salmo 119), perché le loro reliquie, attraverso i miracoli, spronano gli ortodossi al culto religioso.
Fin dall'inizio, nei tempi apostolici, i cristiani hanno conservato e venerato le reliquie del Santo Precursore e dei Santi Apostoli, in modo che queste potessero giungere anche a noi. Così è stato per i resti dei corpi dei Santi Martiri ai tempi delle persecuzioni. Da quel momento fino ad oggi, le sacre reliquie hanno riversato la gioia immortale della fede nei nostri cuori.
La loro venerazione fu confermata dal VII Concilio Ecumenico (680-681): “Il nostro Signore Gesù Cristo ci ha dato le reliquie dei santi come fonte di salvezza… Di conseguenza, coloro che presumono di abbandonare le reliquie dei Martiri, se sono gerarchi, che siano deposti; se invece sono monaci o laici, che siano semplicemente scomunicati".
Sin dall’antichità, il culto delle reliquie come parte integrante della salvezza resa dal Dio-Uomo è testimoniato anche dal fatto che le chiese erano costruite sulle tombe e sulle reliquie dei Santi, e la Divina Liturgia veniva effettuata solo sugli antimensia, in cui sono collocate parti delle reliquie. I libri del servizio divino, in particolare il Menaion, sono pieni di preghiere e canti che fanno riferimento alla pia venerazione delle sante reliquie.
Il mistero delle reliquie dunque è al centro del mistero universale del Nuovo Testamento. Per questo motivo, l’apostolo Paolo ci ricorda: "Il corpo è per il Signore e il Signore è per il corpo" (1 Cor 6,13). E attraverso il corpo umano, anche l'intera creazione, tutta la materia, ha ricevuto il suo significato divino, il senso universale del Dio-Uomo. Con l'uomo, che è santificato nella Chiesa attraverso i santi misteri e le sante virtù, la creazione e perfino la materia sono santificati, uniti a Cristo. Il corpo umano non è più limitato alla sua natura individuale, ma in quanto persona contiene virtualmente il tutto, l’insieme del cosmo terrestre di cui è l’ipostasi; così ciascuno è l’aspetto unico, assolutamente originale della natura comune a tutti. L’opera redentrice del Figlio è per la nostra natura; l’opera deificatrice dello Spirito Santo è per la nostra persona. Ricevendo lo Spirito ogni persona può rendere testimonianza alla divinità di Cristo in piena coscienza: Sono venuto a mettere il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse acceso! (Lc 12,49).
Per questo, in occasione della visita alla Chiesa ortodossa russa il 19 gennaio 2011, festa della Santa Teofania, il metropolita di tutta l’America e il Canada, l’arcivescovo di Washington Giona ha detto al Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kyrill durante la Divina Liturgia nella cattedrale dell’Epifania a Mosca: “E’ per me una gioia aver avuto la preziosa opportunità di celebrare la Divina Liturgia nel Monastero di Diveevo, dove sono custodite le reliquie di san Serafino di Sarov, nel giorno della sua memoria”, il 15 gennaio, rilevando che “quasi ogni casa americana ha un'icona ortodossa del grande santo, e le Icone di altri santi russi”. “Gli americani, che non hanno una sola goccia di sangue slavo, - ha aggiunto il Primate della Chiesa d’America, - guardano con onore e amore alla Chiesa russa come la Madre amata, e ai cristiani ortodossi in Russia come cari fratelli e sorelle...”.
“La nostra Chiesa - ha ricordato il metropolita Giona - è passata attraverso molte tentazioni nei duecento anni della sua esistenza, come pure la Chiesa ortodossa russa nel secolo scorso. Questo ha implicazioni non solo per il popolo russo, ma per tutte le nazioni cristiane, e soprattutto per noi, cristiani ortodossi, che speriamo di condurre la Chiesa ortodossa russa nel mondo cristiano”, ha detto infine l’arcivescovo di Washington.
Nel dare il benvenuto al caro Confratello, il Patriarca Kyrill ha evidenziato che “da decenni la Chiesa ortodossa in America è diventata davvero la Chiesa degli americani - una grande testimonianza dell'opera missionaria dei nostri santi padri e nonni”. Pertanto, “Auguro a voi e ai vescovi della vostra Chiesa unità e forza - ha detto il Patriarca a Sua Beatitudine Giona - e mediante l’aiuto di Dio di mantenere l’ortodossia in America e il legame spirituale e affettivo con la Chiesa russa, la Chiesa Madre”.
Come segno visibile della forza e dell’unità spirituale tra le due Chiese, il metropolita Giona ha ricevuto in dono dall’arcivescovo di Nizhny Novgorod e Arzamas Giorgio l’Icona di san Serafino di Sarov contenente una reliquia del grande mistico dell’ortodossia russa. Il Primate di tutta l’America e il Canada, invece, ha donato al vescovo Giorgio una reliquia di san Herman dell'Alaska (1756-1837), primo missionario e patrono d'America, e alla Badessa del Monastero l’Icona del Santo, scolpita sul legno da un residente locale dell'isola Abete dell'Alaska.
Madre di Dio del Segno
Diveevo - Il metropolita Giona venera le reliquie di san Serafino di Sarov
Diveevo - L'arcivescovo Giona riceve l'Icona di san Serafino di Sarov