Alla Madre di Dio «di Iviron». I versi del poeta Alexander Puškin
Quando sull’azzurro dei mari,
Zèfiro soffia la sua brezza
Sulle vele dei fieri vascelli
E le barche sull’onde accarezza,
Lasciato il peso dei pensieri,
Nell’inerzia io posso annegare –
Dimentico i canti delle muse,
M’è più caro il mormorio del mare.
Ma quando contro la riva l’onde
Schiumose ruggiscono e fremono,
E il tuono rimbomba nel cielo,
E i lampi nel buio balenano,
Allora i più ospitali querceti
Io ai mari preferisco;
La terra mi sembra più fedele,
E il grave pescatore compatisco:
Vive su una fragile imbarcazione,
Trastullo della cieca corrente,
Mentre io nel silenzio sicuro
Ascolto il fruscio d’un torrente.
Alexander Puškin
(Terra e mare)
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Il lago di Valdaj, che si trova insieme all’omonima città nella regione di Novgorod, tra Mosca e San Pietroburgo, ospita uno dei complessi religiosi più scenografici di tutta la Russia, il Monastero in onore dell’icona di Iviron della Madre di Dio. Fondato nel 1653 dal Patriarca Nikon, il monastero occupa questa posizione per desiderio del suo fondatore, che ebbe una visione nel corso del suo viaggio al Monastero delle Solovki e diede a questo monastero il nome dell’icona miracolosa di Iviron, detta anche la Portaitissa, Colei che difende i confini, il cui originale si trova sul Monte Athos, in Grecia. I numerosi monaci che allora abitavano nel Monastero di Valdaj erano anche dei vasai di grande esperienza, che nel laboratorio di ceramica voluto da Nikon misero a punto una raffinata tecnica di lavorazione policroma. La loro opera influenzò enormemente lo sviluppo delle ricche decorazioni in ceramica delle chiese russe della fine del XVII secolo, particolarmente visibili in un altro importante progetto voluto da Nikon: la Cattedrale della Risurrezione del Monastero della Nuova Gerusalemme a Istra, nella regione di Mosca.
Icona della Madre di dio «di Iviron» del Monastero di Valdaj
Monastero dell'icona della Madre «di Iviron» sul lago di Valdaj