Messaggio di Sua Santità il Patriarca Kirill
Quest'anno ricorrono i cento anni dall'inizio del Concilio Locale del 1917-1918, che è diventato una pietra miliare nella storia dell'Ortodossia russa. A dispetto del secolo che ci separa dagli eventi di quell'epoca, il valore di questo Concilio non è pienamente compreso e apprezzato dal popolo della Chiesa. Sono profondamente convinto che la sua eredità richieda uno studio serio e attento, e che molte delle idee espresse allora sarebbero oggi utili e necessarie. Ai nostri tempi sono stati fatti sforzi per diffondere la conoscenza delle attività del Concilio: in particolare, è stata compiuta la prima fondamentale pubblicazione scientifica dei documenti conciliari per conservare la memoria di questo evento grande avvenuto al passaggio dei secoli.
Il Concilio ha avuto un lungo periodo di formazione per raccogliere informazioni, cercare pareri sulle questioni più urgenti della vita ecclesiale da parte di vescovi, teologi, canonisti e storici. Sulla stampa ecclesiastica e laica sono state discusse le questioni più urgenti. Molti articoli hanno impostato il tono e le direzioni delle ulteriori discussioni.
Pochi anni prima del Concilio è stato stabilito un organismo speciale, chiamato presenza pre-conciliare, il cui scopo era quello di riunire i dati necessari per una degna organizzazione delle discussioni sugli argomenti rilevanti.
L'erede spirituale di questo organo conciliare è ora la Commissione interconciliare della Chiesa ortodossa russa, in cui sono coinvolti attivamente non solo gli arcipastori, ma anche il clero e i laici. I documenti preparati dagli sforzi congiunti dei membri della commissione, con il coinvolgimento delle discussioni del pubblico in generale, sono proposti per un ulteriore esame al Santo Sinodo e al Consiglio dei Vescovi, segnando così un evidente trionfo dello spirito conciliare nella vita dell'Ortodossia russa.
Non tutte le decisioni prese un secolo fa sono state implementate. E ciò ha avuto una serie di motivi. L'ostacolo più evidente è stato lo scoppio repentino degli eventi rivoluzionari della guerra civile e la conseguente persecuzione senza precedenti della Chiesa e dei fedeli.
Noi compiamo il nostro ministero in condizioni storiche del tutto diverse. La maggior parte dei nostri concittadini per grazia di Dio non ha sperimentato la persecuzione per una confessione di fede. Oggi possiamo riflettere in preghiera sui risultati degli atti conciliari, rispondere alla domanda sul perché, a dispetto di molti ostacoli, sono state prese alcune decisioni conciliari che hanno trovato il loro posto nella vita della Chiesa, mentre altre, al contrario, non sono state vitali e non sono state assorbite nella mente della Chiesa.
Molti partecipanti al Concilio hanno testimoniato la loro fedeltà al Vangelo con un martirio ascetico o con l’impresa della confessione di fede, mostrando a noi, i loro discendenti, un esempio di tenacia e coraggio nelle prove. A noi tocca agire secondo le parole della Scrittura, chiamando a onorare, in considerazione della fine della vita, coloro che hanno faticato nella vigna del Signore prima di noi, imitare la loro fiducia in Cristo (Eb 13, 7), in modo da non venire meno alla promessa di Dio per incredulità, ma rafforzare la fede, dando gloria a Dio (Rom 4, 20).
Il Santo Concilio del 1917-1918. Al centro, il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus' Tikhon