Egitto - Nuovi disordini al Cairo. Appello del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill

Continua ad essere alta la tensione in Egitto dopo la repressione della manifestazione dei copti del 9 ottobre 2011 a causa di un attacco contro una chiesa copta in provincia di Aswan, andata distrutta. Gli scontri con l’esercito hanno determinato almeno 25 morti e 213 feriti, per lo più appartenenti alla minoranza cristiana. Tra i morti, che per alcune fonti copte sono 36, ci sarebbero anche tre soldati.
Prima dei funerali delle vittime, tremila cristiani hanno bersagliato con una sassaiola gli agenti che presidiavano l’Ospedale copto e hanno dato alle fiamme numerosi veicoli. Il governo del primo ministro egiziano Essam Sharaf si è riunito in seduta di emergenza e ha ordinato l’apertura di un’inchiesta sui disordini. Altri scontri sono scoppiati mentre i manifestanti si dirigevano verso la cattedrale di Abbasiya, dove si sono svolti i funerali delle vittime.
Il Supremo Consiglio delle Forze Armate, che ha preso il potere in Egitto dopo la caduta l’11 febbraio scorso del regime di Mubarak, ha ribadito che manterrà la guida del Paese finché non saranno state create le condizioni per il passaggio delle consegne ad autorità civili. E questo, ha avvertito in un comunicato ufficiale, “nonostante i tentativi di distruggere i pilastri dello Stato, e di seminare il caos per impedire la transizione”. Il premier, Essam Sharaf, dopo essersi recato nel quartiere in cui si sono verificati i disordini ha denunciato “mani nascoste, tanto in patria quanto all’estero, che cercano di ostacolare la volontà degli egiziani di fondare una democrazia”. D’accordo il patriarca ortodosso copto, Shenuda III.
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La Chiesa ortodossa russa segue con preoccupazione e tristezza gli avvenimenti in corso in Egitto. Ancora una volta viene sparso sangue e vengono distrutte chiese cristiane. Si tratta dell’ennesima manifestazione della crescente intolleranza nei confronti dei cristiani e della dimostrazione della violazione della loro incolumità fisica e dei loro diritti nella società egiziana.
La nostra Chiesa sa bene, per la sua storia recente, che cosa significhino le sofferenze degli innocenti e la distruzione dei luoghi di culto. Noi leviamo la nostra voce in difesa dei nostri fratelli nella fede in Egitto e facciamo appello alla comunità internazionale a non rimanere indifferente a tale ingiustizia. L’Organizzazione delle Nazioni Unite, le altre organizzazioni internazionali, le grandi potenze che possono esercitare pressioni sulla politica delle nuove autorità egiziane devono condannare inequivocabilmente le persecuzioni contro i cristiani e fare tutto ciò che possono per rendere possibile la pace interreligiosa e la sicurezza nella regione.
Le tragiche prove che con gran coraggio attraversano i cristiani di Egitto sono anelli di una catena che causa una nuova, crescente ondata di emigrazione. L’Egitto è un paese nel quale le comunità cristiana e musulmana hanno vissuto insieme per secoli. L’aggressione contro i cristiani resterà sulla coscienza di quelle forze fondamentaliste distruttrici che sono guidate da motivazioni per niente spirituali. Ci rivolgiamo ai leader del mondo islamico, esortandoli a condannare chiaramente la violenza verso i cristiani, a rispettare il loro diritto di professare apertamente la loro fede e mantenere le loro tradizioni religiose e culturali. In quest’ora, in cui lo stesso avvenire del dialogo cristiano-musulmano si trova messo a rischio, i leader religiosi devono dimostrare coi fatti il proprio attaccamento alla pace e al rispetto reciproco.
Sollecitiamo le autorità egiziane a porre immediatamente fine alla violenza contro l’antica comunità copta, agli omicidi dei cristiani, alla violazione delle chiese e dei luoghi di culto. Le dichiarazioni di dedizione ai principi della giustizia e dei diritti dell’uomo non sono sufficienti: occorre garantire il reale rispetto della libertà di coscienza nel paese. Alla comunità cristiana storica dell’Egitto deve essere assicurato il diritto di professare la propria fede liberamente e senza alcun pericolo, di mantenere le proprie antiche chiese e poterne costruire di nuove.
La Chiesa Russa esprime ancora un volta il proprio sostegno ai propri fratelli in Cristo dell’Egitto che sono nella sofferenza, incoraggiandoli a mantenere uno spirito di pace, a non cedere alle provocazioni e a restare, anche nella prova, fedeli al Salvatore.

+ Kirill
Patriarca di Mosca e di tutta la Russia
Il Il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill.


Fuga Fuga in Egitto. Icona russa, XVII sec.