Visita del Patriarca Kirill alla Chiesa di Antiochia. Sulle orme degli Apostoli Pietro e Paolo

Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill ha compiuto una visita ufficiale al Patriarcato di Antiochia dal 12 al 15 novembre 2011. Secondo la tradizione ortodossa, queste “visite di pace” vengono effettuate da ogni primate eletto della Chiesa ad altri primati di Chiese ortodosse locali secondo l’ordine prescritto dai dittici, l’elenco tradizionale dei primati delle Chiese.
Nel 2009, il Patriarca ha visitato la Chiesa ortodossa di Costantinopoli e nel 2010 la Chiesa ortodossa di Alessandria.
La visita del Patriarca alla Chiesa ortodossa di Antiochia consolida i tradizionali legami di amicizia tra le due Chiese e tra i popoli della Siria e del Libano e dei paesi che appartengono al territorio canonico del Patriarcato di Mosca. Durante gli incontri in Siria e Libano, sono stati discussi l’ulteriore sviluppo della cooperazione bilaterale, anche nei campi dell’interazione pan-ortodossa, la cura pastorale e alcuni altri temi d’attualità.
Nei colloqui con il Primate della Chiesa ortodossa di Antiochia e con i leader delle principali comunità religiose dei due paesi, il Patriarca Kirill ha parlato della situazione politica in Medio Oriente e della minoranza cristiana nella regione. È stato affrontato anche il modo di sviluppare il dialogo tra le comunità religiose e il contributo dei primati religiosi nel promuovere la pace e l’armonia.

Al suo arrivo all’aeroporto di Damasco, il 12 novembre 2011 il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill ha incontrato Sua Beatitudine il Patriarca di Antiochia e di tutto il Grande Oriente Ignazio IV. Erano presenti alla cerimonia il metropolita di San Paolo e del Brasile Damasco, il metropolita Antonio del Messico, il metropolita siriano di Ghor e Aran Sava, il vescovo di Seydnay Luca, il vescovo Mosè Daraysky, il vescovo di Apamea Isaac (Patriarcato di Antiochia), il rappresentante del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia presso il Patriarca di Antiochia archimandrita Alexander (Eliseo), il direttore del Dipartimento Europeo del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Araba di Siria Ghassan Nseyr, il direttore del protocollo del Ministero degli Affari Esteri della Siria Davalibi Hamza, l’Ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Federazione russa nella Repubblica araba siriana AR Kulmuhametov.
Il Primate della Chiesa ortodossa russa era accompagnato dal presidente del Dipartimento per le Relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, dal direttore della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, vescovo Sergio di Solnechnogorsk, dal vicepresidente del Decr, arciprete Nikolaj Balashov, dall’assistente del presidente del Decr arcidiacono Vladimir Nazarkin, dal direttore della Segreteria personale di Sua Santità il Patriarca MG Kuksov. Da Mosca ha partecipato come rappresentante del Patriarca di Antiochia presso il Trono di Mosca l’arcivescovo di Filippopoli Niphon.
“Sono felice di avere l’opportunità oggi di abbracciare il mio amato fratello, Sua Beatitudine il Patriarca Ignazio, poter pregare con lui, con il suo devoto popolo, incontrare i funzionari del governo - ha detto Sua Santità ai giornalisti durante una breve conferenza stampa all’aeroporto. - La Russia e la Siria sono legate da vincoli speciali di buone relazioni da molti anni. Sono consapevole di essere qui in questo paese che sta attraversando momenti difficili. Ma la Siria è un paese con una storia multimillenaria. Ha grandi tradizioni. Questo è un paese di convivenza pacifica tra cristiani e musulmani. E credo che la saggezza storica del popolo, la memoria storica del popolo possa aiutarlo in questo difficile momento. La Chiesa russa prega per il popolo siriano e crede che Dio porrà la Sua misericordia su questo paese durante questa difficile prova per rafforzare l’unità del popolo, che appartiene a diverse religioni, e si rallegrerà per le conquiste del popolo siriano. Dio sia con voi”.
Alla domanda sui modi per risolvere il conflitto esistente, Sua Santità ha detto: “Non sono un politico, parlo il linguaggio della fede. Sono sicuro che tutti i problemi possono essere risolti pacificamente attraverso il dialogo. È importante non spargere sangue umano. Così, come molte persone nel mondo, anch’io associo la soluzione dei problemi esistenti nella società siriana al dialogo pacifico”.
Dall’aeroporto, i Primati della Chiesa ortodossa russa e di Antiochia si sono diretti alla Cattedrale della Dormizione.
La Cattedrale è uno dei più antichi santuari in Siria. Il tempio fu costruito nel II secolo. Dopo la conquista araba nel 635, è rimasto chiuso fino al 706, quando è tornato ai cristiani. In arabo è conosciuta come “Kanisat Mariama” (Chiesa di Maria).
Nel 1860 il tempio è stato bruciato insieme a tutto il quartiere cristiano, e tre anni dopo è stato restaurato. L’ultimo restauro risale al 1953.
Dinanzi alla Cattedrale il Patriarca Kirill è stato accolto da esclamazioni di gioia, da suoni di trombe e tamburi, e dal saluto di molti bambini. La solenne cerimonia è stata organizzata dai rappresentanti dei giovani arabi ortodossi.
Nel Tempio i due Primati sono stati accolti dai gerarchi e dal clero del Patriarcato di Antiochia e da molti parrocchiani. All‘ingresso, Sua Santità Kirill ha indossato il mantello, ha benedetto i fedeli riuniti ed è salito sul Trono patriarcale. Poi è stato tenuto un Moleben, al termine del quale il Patriarca Ignazio ha letto una litania con preghiere per la Chiesa ortodossa russa. Al termine del servizio è stato proclamato a lungo il nome di Sua Santità il Patriarca Kirill.
Sua Beatitudine il Patriarca Ignazio ha rivolto parole di benvenuto al Primate della Chiesa ortodossa russa, affermando che il Patriarca Kirill è un ospite caro e atteso della Chiesa antiochena. “Siete tra amici, siete il benvenuto - ha detto il Primate della Chiesa di Antiochia. - Chiediamo la Vostra benedizione e le preghiere a Dio affinché Egli rivolga la Sua misericordia sul nostro popolo”.
In risposta, Sua Santità ha detto: “Con gioia ripercorro le sacre orme degli apostoli Pietro e Paolo e con particolare trepidazione sono entrato nella Cattedrale. Nella sua forma attuale, la Cattedrale è stata costruita in tempi relativamente recenti, ma siamo sul luogo dove è stato costruito uno dei templi più antichi della Chiesa Ortodossa Universale. L’idea di essere sul luogo dove da quasi duemila anni la gente continua a invocare il nome del Signore e Salvatore Gesù Cristo e della Sua Madre Santissima, riempie il mio cuore di un senso di profondo rispetto. Davanti agli occhi e alla mente ci sono duemila anni di storia della grande Chiesa di Antiochia - la Chiesa in cui i primi seguaci di Cristo furono chiamati cristiani.
Così è da duemila anni, e la Chiesa con la sua fede porta il proprio contributo alla vita spirituale e culturale del suo popolo. Dopo la mia elezione come Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, era mio desiderio abbracciare subito il mio amato fratello Ignazio e celebrare l’Eucaristia con lui, con i vescovi, il clero e i fedeli.
Circostanze complesse e importanti mi hanno impedito di realizzare il mio sogno da subito. Grazie, Sua Beatitudine, per le parole che mi avete rivolto oggi. Qualcuno mi ha detto che questo non era il momento migliore per venire in Siria, ma non capivo queste parole. La mia missione non è di natura politica e nemmeno diplomatica. Vengo da mio fratello, alla Chiesa a cui io stesso appartengo. Perché ogni cristiano ortodosso appartiene alla Chiesa, indipendentemente in quale chiesa entra. E tra noi non ci sono confini. Noi siamo un solo corpo della Chiesa di Cristo e dobbiamo vivere secondo questa legge che Cristo ci ha dato. È la legge dell’amore, perché l’amore non ha confini. Non esistono le circostanze più o meno favorevoli. E così volentieri sono venuto in questa antica e santa terra.
Tra le persone e i popoli di Siria, Russia, Ucraina, Bielorussia e altri paesi che sono inclusi nel territorio canonico del Patriarcato di Mosca ci sono buoni rapporti.
Ora, camminando tra la gente in questa cattedrale insieme a Sua Beatitudine il Patriarca, ho visto espressioni di amore e di amicizia. E vorrei esprimere a voi, miei cari fratelli e sorelle, il rispetto e gli stessi sentimenti del popolo della Siria, che sta vivendo molte prove, e mi rallegro dei risultati e delle vittorie.
Le due Chiese di Antiochia e di Mosca sono un ponte spirituale tra i nostri popoli. E Dio non voglia che i rapporti tra le persone che ne fanno parte, tra le diverse religioni e, in particolare, tra gli ortodossi cristiani e gli islamici, non siano sempre amichevoli.
Oggi questo è particolarmente importante per la Siria e il Medio Oriente, dove per centinaia di anni le persone appartenenti a queste due religioni storiche tradizionali hanno vissuto fianco a fianco, condividendo le gioie e i dolori comuni. La mia preghiera oggi è per la prosperità della Siria, per la pace in questo paese, per la conservazione del patrimonio storico, per le buone relazioni tra musulmani e cristiani. La mia preghiera oggi è per le Chiese sorelle di Antiochia e della Santa Russia, tra le quali ci sono stati sempre rapporti cordiali, e insieme possiamo sempre rivolgerci a Dio con la preghiera fervente, affinché rivolga la Sua misericordia sul nostro popolo. Dio vi benedica”.
Al termine dell’incontro, Sua Santità ha visitato la chiesa di Sant’Ignazio di Antiochia, che è la Rappresentanza del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia presso il Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente.
Ad attenderlo nel tempio c’erano molti connazionali - residenti temporaneamente o permanentemente in Siria, provenienti da Russia, Ucraina, Bielorussia e da altri paesi del territorio canonico del Patriarcato di Mosca.
È stato tenuto un Moleben, al termine del quale l’abate, archimandrita Alexander (Eliseo), ha rivolto i saluti al Patriarca. “Oggi stiamo vivendo un evento molto speciale, perché abbiamo la possibilità di vederVi qui in mezzo a noi, nella chiesa, dove sale la preghiera per Voi. Nel tempio, costantemente preghiamo per Voi, guardiamo con attenzione il Vostro arduo lavoro come Primate della Chiesa ortodossa russa, e condividiamo questo lavoro con Voi. Speriamo che le nostre preghiere, almeno in qualche modo possano aiutare a superare le prove che dovete affrontare come Pastore che si prende cura del suo gregge, che si preoccupa del destino della Chiesa ortodossa russa, del destino del mondo russo.
La nostra parrocchia oggi accoglie solo la gente che vive a Damasco, mentre le persone che sarebbero volute venire da altre città della Siria, non hanno potuto per determinate circostanze. Tuttavia mi hanno chiesto di esprimere il loro amore, la loro devozione e gratitudine per la Vostra costante preoccupazione per tutti coloro che vivono qui in terra siriana in maniera permanente o per svolgere la propria missione o il proprio lavoro.
Tra di noi ci sono persone che hanno vissuto il periodo dell’ateismo, quando in quegli anni non si poteva parlare di fede. Tuttavia, grazie all’esistenza di questo tempio, ora hanno l’opportunità di far parte di nuovo della Santa Russia, che sta ripristinando i contatti con i suoi connazionali. Queste persone sono grate per il fatto che qui in Medio Oriente, lontane dalla loro patria, possono pregare in lingua slava, ascoltare la Parola di Dio nella loro lingua madre, e lodare Dio come fecero i loro antenati per molti e molti secoli.
Santità! Nella nostra parrocchia ci sono due comunità - russa e araba. Oggi c’è solo la parte russa della nostra comunità. La comunità araba vi accoglierà domani presso la Cattedrale della Dormizione. Ogni domenica la Divina Liturgia viene celebrata due volte: una in slavo ecclesiastico, l’altra in arabo.
Siete venuto da noi, Santità, in un momento molto difficile, in un momento cruciale per il Medio Oriente e la Siria in particolare. Ci rendiamo conto quanto sia necessario avere coraggio e determinazione per fare questo viaggio. E preghiamo per il fatto che siete riuscito a realizzarlo, e sono lieto che finalmente siete fra noi, e abbiamo l’occasione di pregare insieme, di comunicare con Voi e ottenere la Vostra benedizione”.
A nome di tutti i parrocchiani, presenti e non, padre Alexander ha dato in dono a Sua Santità l’Icona della Madre di Dio “Delle Tre Mani” - “Tricherousa” - con l’immagine degli Apostoli Pietro e Paolo, fondatori della Chiesa di Antiochia, del santo martire Ignazio di Antiochia e di san Giovanni Damasceno.
Nel ringraziare, il Patriarca ha dichiarato: “Sono incredibilmente felice questa sera di essere all’interno della Chiesa di Antiochia e incontrare tutti voi. Questa casa è molto vicina al mio cuore perché per venti anni, durante la presidenza al Dipartimento per le Relazioni esterne, più volte sono venuto qui, ho celebrato la Divina Liturgia, ho incontrato i parrocchiani. Abbiamo dovuto prendere decisioni importanti sulla riparazione, ricostruzione, registrazione e altre questioni che devono essere risolte per svolgere la nostra vita ecclesiale all’estero.
E oggi sono molto felice di vedervi!
La Siria sta attraversando momenti difficili, come il Medio Oriente. Non ho ritenuto necessario rimandare la visita, o abolirla, perché la Chiesa è sempre vicina alla gente - soprattutto nei momenti difficili. Se il parroco non ha la forza di stare con il suo gregge nei momenti difficili, allora non è idoneo al ministero, e questo è anche pericoloso e insidioso, come chiaramente dice la Parola di Dio, perché l’immagine del pastore viene vissuta solo in apparenza.
Sono fiducioso che il Signore stenda la Sua misericordia in Siria e su tutti voi.
Prego oggi, specialmente per i cristiani di Siria, così come per tutti gli abitanti di questo paese. Voglia Dio che la lotta civile non tocchi i fondamenti della vita nazionale. Il nostro paese ha attraversato una guerra civile, e sappiamo che un tale conflitto è fratricida. Sappiamo che cos’è il sangue versato. Sappiamo quanto sia difficile per la gente pagare di persona. E così, consapevoli della necessità di mantenere la pace in questo paese, preghiamo insieme affinché i cambiamenti nella società e nello Stato possano garantire tranquillità, sicurezza e felicità.
Il mio speciale pensiero va a voi - a coloro che conservano la fede ortodossa, che mantengono il contatto con la propria terra natale. La Chiesa, di generazione in generazione, trasmette i valori. Se la gente vive lontano, le persone possono perdere la propria identità nazionale, la gente può perdere i valori, e allora diventa un popolo diverso. La Chiesa custodisce i valori più importanti per la vita delle persone, li passa di generazione in generazione. Ecco perché, quando volevano cambiare la vita nazionale, hanno distrutto la Chiesa. Perché hanno capito che non si può distruggere il mondo dalle fondamenta e costruire un nuovo mondo se c’è la Chiesa, che come una grande potenza trasmette l’eterno immutabile, i valori morali e spirituali nazionali di generazione in generazione.
E quando per diverse circostanze si vive al di fuori del proprio paese, all’estero, il ruolo della Chiesa diventa sempre più importante. Le persone che conservano la fede ortodossa, con la preghiera salvano se stessi non solo nel ricordo della patria ma soprattutto mantenendo un collegamento vitale con essa. E sono in grado di trasferire questa fede a ciò che hanno di più caro, ciò che li lega alla Patria, la generazione futura - i loro figli e nipoti. Perciò il mio cuore gioisce vedendo tutti voi qui oggi. Conservate la fede ortodossa!
Oltre a quanto ho appena detto, la fede dà all’uomo la forza interiore. Quando perdiamo la fede - siamo deboli. Quando abbiamo la capacità e la possibilità di rivolgerci a Dio nella preghiera attiriamo la potenza di Dio. E allora non siamo soli con i nostri dolori, le nostre malattie, la nostra vita sconvolta, ma Dio attraverso la preghiera è insieme a noi. E nelle circostanze difficili della vita, se con la fede ci rivolgiamo ardentemente a Dio e chiediamo aiuto a Lui, Egli è con noi. E la nostra forza si moltiplica molte volte. E noi siamo in grado di superare le difficoltà e i disagi, il dolore, proteggendo noi stessi e i propri cari.
Lasciate che questo tempio, vicino al mio cuore, sia il luogo della vostra preghiera, il luogo del vostro incontro con Dio e tra voi. È molto importante che la parrocchia sia una comunità viva.
Grazie, padre Alexander, per la vostra missione pastorale, per i vostri sforzi. La parrocchia ortodossa russa è anche la Rappresentanza del Patriarcato di Mosca presso il Trono di Antiochia, così come l’Ufficio di Rappresentanza a Mosca, presieduta dall’arcivescovo Niphon, rappresenta la Chiesa di Antiochia.
E la nostra Rappresentanza compie una missione molto importante, è un ponte tra le due Chiese. Lasciate che questo nobile servizio che fate qui, e l’arcivescovo Niphon a Mosca, continui rafforzando ancora di più l’amore reciproco, il sostegno reciproco, i sentimenti fraterni tra le due Chiese.
In ricordo della mia visita in questa “casa”, vorrei presentare l’Icona della Madre di Dio di Vladimir con un’iscrizione commemorativa come dono del Patriarca. Pregate dinanzi a questa immagine, chiedete alla Madre Santissima il suo aiuto, e tramite Lei a suo Figlio. E non dimenticate che il Patriarca ha bisogno delle vostre preghiere. Perché il Patriarca non può esercitare il suo ministero senza il popolo di Dio.
Vorrei anche presentare questa lampada, lasciatela bruciare di fronte a questa immagine, simbolo della forza della nostra fede. Inoltre, lasciate che questo prezioso turibolo sia adoperato durante il culto nel tempio. E vorrei lasciarvi anche questo messale in edizione pregiata.
A voi, padre Alexander, per il vostro lavoro, vorrei presentare questa croce pettorale con decorazioni affinché Dio vi aiuti nella missione di alta responsabilità per il bene delle due Chiese ortodosse a voi affidate, per il bene del popolo di Dio.
A ciascuno di voi, miei cari, vorrei presentare l’Icona di Cristo Salvatore con la benedizione patriarcale. Portate questa icona a casa. E quando pregate di fronte a lei, ricordate che questa preghiera è una sorta di ponte invisibile che vi collega con il Patriarca e con tutta la Chiesa Russa”.
Lo stesso giorno, il Patriarca Kirill ha avuto una riunione con il primo ministro Adel Safar.
Durante la conversazione con il capo del governo siriano, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha sollevato questioni interenti la situazione in Medio Oriente e le difficoltà incontrate dalle minoranze nella regione, compresi i cristiani. Ha chiesto inoltre una soluzione pacifica di tutti i problemi attraverso il dialogo con il popolo siriano.
Adel Safar ha parlato delle attività del governo, volte a soddisfare le giuste richieste del popolo e ha elogiato la posizione di equilibrio della Russia in relazione alla crisi sociale in atto in Siria. Il capo del governo ha preso atto della cooperazione pacifica dei leader religiosi in Siria. Tuttavia, ha sottolineato il ruolo distruttivo svolto da alcuni gruppi estremisti pseudo-religiosi.
Il 13 novembre, nella 22ª domenica dopo la Pentecoste, il Patriarca Kirill e Sua Beatitudine il Patriarca Ignazio hanno celebrato la Divina Liturgia nella Cattedrale della Dormizione. I servizi sono stati svolti in arabo e slavo ecclesiastico. Hanno concelebrato i vescovi del Patriarcato di Antiochia, i membri della delegazione del Patriarcato di Mosca e il rappresentante del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia presso il Patriarca di Antiochia, archimandrita Alexander (Eliseo). Il tempio era gremito di credenti. La Televisione siriana ha ripreso in diretta il servizio. Alla liturgia hanno partecipato i rappresentanti diplomatici di diversi paesi: l’ambasciatore della Federazione Russa presso la Repubblica araba siriana AR Kulmuhametov, l’ambasciatore della Bielorussia Oleg Ermalovich, l’incaricato d’affari ucraino presso la Repubblica Araba di Siria Eugenio Zhupiev, l’incaricato d’Affari della Bulgaria nella Repubblica Araba di Siria Dimitar Mihaylov. Al servizio hanno partecipato anche rappresentanti della Chiesa giacobita siriana e della Chiesa apostolica armena. Il Vangelo è stato letto in due lingue, slavo e arabo.
Nell’accogliere all’interno della Chiesa il Patriarca, Sua Beatitudine il Patriarca Ignazio ha detto: “Diamo il benvenuto al Patriarca della Chiesa ortodossa russa e ricordiamo che per sette decenni la Chiesa Russa è stata discriminata - ma nessuno è riuscita ad eliminarla”. Sua Beatitudine ha evidenziato che quando gli ortodossi in Siria sentono la parola “Russia” provano un particolare senso di gioia. Egli ha ricordato i profondi legami che esistono tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa di Antiochia, e ha ringraziato per l’assistenza del popolo russo all’educazione dei cittadini siriani. Attraverso la Società Imperiale Russa di Palestina nel XIX secolo sono state aperte in Siria diverse scuole in lingua araba. “Il Patriarca Kirill è il Primate della Chiesa più grande del mondo, che mai si pone in contrasto con le altre fedi, - ha detto il Primate della Chiesa antiochena”. A queste parole nella chiesa sono seguiti lunghi applausi e acclamazioni. “Sappiamo che siete in empatia con i nostri problemi”, - ha aggiunto Sua Beatitudine.
Il Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente ha conferito al Patriarca Kirill la più alta onorificenza della Chiesa - l’Ordine dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (I grado).
La Chiesa di Antiochia e la Chiesa russa hanno legami secolari, ha ricordato a sua volta Sua Santità Kirill. “Oggi, la visita alla Chiesa ortodossa antiochena e al popolo della Siria è la prova di questo legame, ho voluto essere qui con voi, pregare insieme a voi, mentre sono in corso ancora disordini che ledono il potere - ha detto, in particolare, Sua Santità. - Io credo che il Signore stenderà la Sua misericordia sul popolo della Siria e sulla Chiesa di Antiochia affinché sia fatta giustizia, e il popolo siriano possa risolvere i suoi problemi interni, cedere il passo al dialogo, alla comprensione reciproca per raggiungere gli obiettivi che il Paese oggi si prefigge di raggiungere. Questo è un obiettivo nobile. È finalizzato a consolidare e rafforzare la società civile, a superare il confronto. Da parte mia, con tutto il cuore vi auguro il successo nella costruzione di una nuova Siria, che sia aperta a tutti e abbia uno stato pacifico, nel senso che si rispetti la libertà religiosa, che, come sempre, faccia vivere in pace cristiani e musulmani. Dio non voglia mai che su questa terra ci sia un conflitto inter-religioso. Credo che questo sia possibile in quanto la storia di un paese forma la cultura del popolo, la sua dignità nazionale, e quindi la capacità di risolvere autonomamente i problemi che deve affrontare. Dio benedica la Siria in questi giorni difficili, dia la forza al suo popolo, la saggezza a coloro che hanno la responsabilità dello Stato”.
Sua Santità ha salutato personalmente Sua Beatitudine il Patriarca Ignazio. “Voi guidate la più antica comunità religiosa di questa terra - la Chiesa ortodossa antiochena. Vi auguro la forza dell’anima e del corpo, il supporto del vostro clero e dei vescovi, dei laici, in modo che possiate tutti insieme rinnovare la vita con il contributo del popolo siriano.
Vi ho portato l’amore del popolo russo. È un popolo martire, che per tutta la sua storia ha vissuto un’esperienza terribile, e una delle prove più terribili è stata la guerra civile nel XX secolo. Abbiamo diviso la nostra società e la nostra gente. Ci siamo uccisi l’un l’altro in nome di una vita felice. Ma non si può costruire una vita felice sul sangue, e quando abbiamo abbandonato il confronto civile, quando abbiamo unito le forze, allora è sorta la speranza del rinnovamento. Così, partendo dalla nostra esperienza storica, chiediamo a tutti voi, cari fratelli e sorelle: imparate a superare le differenze”.
In ricordo del servizio comune, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha presentato a Sua Beatitudine Ignazio la croce pettorale e due Panagia.
In nome del popolo della Santa Russia, Sua Santità ha dato a Sua Beatitudine il Patriarca Ignazio utensili liturgici preziosi. Nel consegnare i doni, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha aggiunto: “Sono lieto di presentarVi un regalo speciale del nostro popolo. Uno dei nostri enti di beneficenza, la Fondazione san Gregorio il Teologo, ha raccolto fondi con i quali sono stati realizzati questi oggetti preziosi. Questa pala ha una Croce in stile bizantino del XVII secolo. Sulla traversa della Croce sono stati eseguiti dei bassorilievi in cipresso e palissandro. Nel centro c’è l’immagine della Dormizione della Beata Vergine Maria, alla quale il tempio è consacrato. I rilievi restanti sono dedicati alle dodici grandi feste. C’è anche l’immagine della Crocifissione del Salvatore. L’albero della Croce è un tubo d’argento, a tratti coperto d’oro.
Vorrei dire anche qualche parola sul Tabernacolo e sul Ripidion. Sono stati realizzati in legno pregiato e decorati con oro e argento, pietre preziose e semipreziose.
Per amore del nostro popolo accettate questo dono prezioso come espressione del nostro amore per Voi, Beatitudine, per i vescovi, il clero e i fedeli della Chiesa di Antiochia”.
Il discorso di Sua Santità il Patriarca Kirill è stato più volte interrotto da applausi e acclamazioni dei fedeli, che hanno espresso gratitudine alla Chiesa russa.
Alla fine della Divina Liturgia, si è svolta una solenne processione intorno alla Cattedrale della Dormizione. I Primati della Chiesa di Antiochia e della Chiesa ortodossa russa hanno benedetto i fedeli dal balcone della residenza del Patriarca di Antiochia.
Poi, nella Sala del Trono del Patriarcato si è svolta la cerimonia ufficiale di benvenuto. Rispondendo al discorso di Sua Beatitudine il Patriarca Ignazio, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha detto in particolare: “Il nostro popolo e le nostre Chiese sono uniti da un legame molto profondo e forte. Sono lieto di avere l’opportunità di essere qui. La mia visita è coincisa con un momento difficile nella storia del popolo siriano, ma questa è la volontà di Dio. Non potevo venire qui in tempi tranquilli, il Signore mi ha portato in questo momento - così doveva essere”.
Sua Santità ha donato ai vescovi di Antiochia che hanno partecipato alla liturgia una Panagia e agli archimandriti la Croce con decorazioni. A sua volta, Sua Beatitudine il Patriarca Ignazio ha conferito le onorificenze più alte della Chiesa antiochena. Il presidente del Decr, metropolita Hilarion di Volokolamsk, e il direttore della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, vescovo Sergio di Solnechnogorsk, sono stati insigniti dell’Ordine dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (II grado). Hanno ricevuto l’Ordine dei Santi Pietro e Paolo (III grado) il vice-presidente del Decr, arciprete Nikolaj Balashov, e l’assistente del presidente del Decr, arcidiacono Vladimir Nazarkin.
Lo stesso giorno il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill ha avuto un incontro con il presidente della Siria Bashar al-Assad presso il Palazzo presidenziale. Alla riunione hanno partecipato il Primate della Chiesa di Antiochia con i gerarchi, e i membri della delegazione russa. Nell’accogliere gli illustri ospiti, il presidente siriano ha ricordato che da Damasco Paolo cominciò a diffondere il cristianesimo in tutto il mondo. “La Siria è un ottimo esempio di convivenza pacifica tra le diverse comunità religiose e le persone di diverse nazionalità”, - ha sottolineato il presidente Assad.
Il Patriarca Kirill, a sua volta, ha detto di visitare la Siria con un sentimento speciale: “Spesso sono stato qui quando ero presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne, e conosco il vostro paese e il popolo siriano. La Siria è un paese con una cultura molto forte e profonda, nella quale sono coinvolti i cristiani ortodossi e l’Islam, e apprezziamo soprattutto il livello del dialogo, della cooperazione, l’esempio di vita pacifica in questo paese”.
La Chiesa russa e la Chiesa di Antiochia hanno una lunga storia di buone relazioni, ha aggiunto Sua Santità: “Personalmente ho una lunga storia di buoni rapporti con il Patriarca Ignazio, che dura da più di 43 anni. E così, dopo essere stato eletto Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, ho deciso di visitare la Siria, far visita al mio amato fratello. Oggi abbiamo avuto l’opportunità di celebrare insieme a Damasco davanti ad una grande folla, e sono rimasto profondamente colpito dall’atmosfera che c’era nel tempio, la gente ha mostrato tutta la sua calorosa simpatia per la Russia e la Chiesa ortodossa russa. Questo indica che le nostre relazioni bilaterali - tra i paesi e le chiese - hanno una storia molto vera”.
Sua Santità ha condiviso con il presidente Assad la consapevolezza di aver toccato con mano la storia del Cristianesimo, gli inizi del Cristianesimo, compresa la storia del servizio di san Paolo. “La Palestina, la Siria, la Giordania formano la zona che noi chiamiamo Terra Santa. In questi luoghi moltissimi ortodossi russi vengono per venerare i luoghi santi”.
Durante la conversazione, il presidente ha sottolineato l’importanza delle relazioni del governo della Repubblica araba con la Chiesa ortodossa antiochena. Secondo Bashar al-Assad, la Chiesa svolge un ruolo molto importante nella vita spirituale della Siria.
Il Capo di Stato ha espresso la sua profonda preoccupazione per le persecuzioni dei cristiani in alcune parti del mondo arabo, sottolineando che l’esodo della popolazione cristiana dal Medio Oriente porta ulteriormente all’estremismo religioso.
Bashar al-Assad ha detto inoltre di sperare che la visita del Patriarca Kirill sia accolta non solo dai cristiani della Siria, ma anche dai cristiani del Medio Oriente. “Accolgo volentieri in anticipo tutti gli accordi che si raggiungeranno con Sua Beatitudine il Patriarca Ignazio,” - ha aggiunto.
Per i cristiani del Medio Oriente sono molto importanti i contatti con i cristiani di altri paesi e regioni del mondo, ha sottolineato il presidente. “Questo rende i nostri cristiani più fiduciosi per il futuro”. In particolare, ha evidenziato l’importanza dell’amicizia e della comunione della gioventù ortodossa della Siria e della Russia, e ha elogiato il livello di comprensione e cooperazione tra musulmani e cristiani in Russia.
Parlando della situazione in Medio Oriente, Bashar al-Assad ha lodato la posizione della Russia in relazione agli eventi che si verificano in questa regione. Ma ha espresso preoccupazione per la diffusione di forme estremiste dell’Islam nella regione del Medio Oriente. Il presidente siriano ha anche detto di temere il tentativo attuale di utilizzare le differenze religiose nella crisi politica che sta interessando la Siria.
Sua Santità ha detto che la crisi in Medio Oriente ha colpito soprattutto le minoranze, comprese le comunità cristiane. A questo proposito, ha citato gli eventi inquietanti in Iraq e in Egitto.
Durante l’incontro, il Primate della Chiesa russa ha dato una valutazione positiva delle relazioni cristiano-musulmane in Siria e Libano. Ha anche affermato di condividere la preoccupazione per la diffusione dell’estremismo religioso che minaccia l’integrità del mondo arabo.
Il presidente Assad ha espresso la sua opinione sugli sviluppi in Siria e nel mondo arabo in generale. Il Capo di Stato ha parlato degli approcci alle riforme della gestione pubblica nella società siriana, per cambiare la Costituzione, e del dialogo tra le varie forze politiche. Affermando la necessità delle riforme, ha tuttavia espresso profonda preoccupazione per le attività di gruppi terroristici attivi nel paese.
Secondo il Patriarca, è molto importante la diffusione di informazioni obiettive su quanto sta accadendo in Siria. Egli ha detto che l’interpretazione unilaterale degli eventi predomina in molti media mondiali.
Sua Santità ha elogiato il ruolo della Chiesa ortodossa antiochena nel mantenere le relazioni tra Russia e Siria. In particolare, ha ricordato che lo scorso anno il presidente della Federazione Russa Medvedev ha presentato a Sua Beatitudine il Patriarca Ignazio il premio più alto dello Stato, l’Ordine dell’Amicizia. Sua Santità ha anche espresso la speranza che la Chiesa antiochena continuerà ad essere in grado di dare un contributo significativo alla vita della società siriana, e che nessuna circostanza impedirsca questo.
Da parte sua, Assad ha augurato sostanziali progressi nella cooperazione tra i Primati delle due Chiese.
A sua volta, il Patriarca Ignazio ha testimoniato le buone relazioni fraterne tra i patriarchi, come pure tra Antiochia e la Chiesa ortodossa russa nel suo complesso.
In memoria dell’incontro, il Patriarca Kirill ha donato a Bashar al-Assad una coppa realizzata dagli artigiani degli Urali.
Proseguendo la sua visita alla Chiesa di Antiochia, il 14 novembre il Patriarca Kirill è arrivato in Libano, dove all’aeroporto di Beirut ha rilasciato un’intervista ai canali libanesi ed esteri. Alla domanda dei giornalisti circa le impressioni sull’incontro con il presidente siriano Bashar al-Assad, Sua Santità ha detto: “Oggi ho avuto l’opportunità di incontrare il presidente non come leader politico o diplomatico, o inviato politico della Russia o di qualsiasi altro paese, ma come Patriarca della Chiesa ortodossa russa. E la mia preoccupazione principale è rivolta a quello che sta accadendo in Medio Oriente per quanto riguarda la situazione dei cristiani. La Siria per molti anni ha dato esempio di pace e tranquillità, di convivenza e interazione tra comunità musulmane e cristiane. Naturalmente, siamo preoccupati per quello che potrebbe accadere. Vediamo cosa è successo in Egitto e in Iraq. Vediamo la violenza contro i cristiani, l’aumento della cristianofobia. Vediamo la distruzione delle relazioni, impostate da lungo tempo. Spero davvero che nulla di tutto questo accada né in Siria né in qualsiasi altro paese - sia in Medio Oriente e nel Nord dell’Africa che nel resto del mondo. Le relazioni cristiano-musulmane sono molto importanti, anche per noi in Russia. Non abbiamo mai fatto guerre di religione. Per migliaia di anni abbiamo vissuto in pace. Abbiamo stabilito un particolare rapporto tra cristiani ortodossi e musulmani. Apprezziamo questo e crediamo che solo la pace tra le religioni, tra le culture, tra i gruppi etnici può mantenere la pace nel nostro pianeta”.
Ad accoglierlo all’aeroporto c’erano il metropolita di Beirut Elia, il vice presidente dell’Assemblea Nazionale della Repubblica del Libano Farid Makari, l’ambasciatore russo in Libano AS Zasypkin, l’ambasciatore dell’Ucraina in Libano VA Koval, il ministro consigliere dell’Ambasciata di Grecia in Libano Nikolaos Fuyas, il rettore della parrocchia russa di Beirut arciprete Anatoly Egorov.
Al termine dell’intervista, il Patriarca ha raggiunto la Cattedrale di San Giorgio, dove ha tenuto una Veglia di preghiera. Nella chiesa c’erano moltissimi credenti - arabi ortodossi e rappresentanti della diaspora russa in Libano. Hanno preso parte alla Veglia il Patriarca Ignazio, i gerarchi della Chiesa di Antiochia, la delegazione russa, il rappresentante del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia presso il Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente, archimandrita Alexander (Eliseo).
Il metropolita di Beirut Elia ha rivolto parole di benvenuto al Patriarca Kirill.
Nel ringraziare, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha detto: ”Con un sentimento speciale sono entrato in questa cattedrale. L’ultima volta che sono stato qui, questa cattedrale era in rovina. E con gioia e rendimento di grazie al Signore ora rivive in tutta la sua bellezza originaria, testimoniando che Dio non permette la profanazione di ciò che è sacro. La visita in Libano lascia sempre un segno speciale nell’anima, perché questa terra appartiene alla Terra Santa. Qui hanno camminato gli apostoli, qui è iniziata l’esistenza della Chiesa cristiana. A questa terra sono legate le grandi opere compiute dalla Chiesa di Antiochia. Essa è conosciuta per le opere dei Padri, per importanti scrittori ecclesiastici e pensatori. È nota per le opere straordinarie di canonisti ecclesiastici ed eminenti giuristi che hanno partecipato alla creazione delle leggi dell’Impero Bizantino, noto come Codice Giustiniano. Questa terra è nota anche per la protezione dell’Ortodossia dall’eresia e dallo scisma. Era un luogo da cui dipendeva in gran parte il destino della Chiesa universale. Questa è la grandezza della Chiesa di Antiochia, iniziata dalle opere dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, è passata attraverso i secoli, e oggi in modo speciale testimonia i valori cristiani in una società multiculturale in Libano, Siria e altri Paesi dell’Est. Noi tutti apparteniamo ad un’unica Chiesa ortodossa, che cancella tutti i confini nazionali e politici. Viviamo la stessa vita, ovunque siamo - in Libano, Siria, Russia, Ucraina, Bielorussia o in qualsiasi altro paese, perché siamo tutti uniti dalla stessa Chiesa - la Chiesa Ortodossa Universale, che conserva la grandezza e la santità della Tradizione che viene dagli Apostoli.
Questa Cattedrale è stata consacrata alla memoria di san Giorgio, e il nome di questo santo martire deve essere ricordato con cura in questa terra. San Giorgio è uno dei santi più venerati in Russia. Noi crediamo che Egli sia il protettore della Santa Russia, e che la nostra fede si rivela anche attraverso fatti storici. La Seconda Guerra Mondiale iniziò in Russia nel giorno in cui celebriamo la memoria di Tutti i Santi che hanno glorificato la terra russa. Questo, ovviamente, non lo sapeva chi ha attaccato il nostro paese. La guerra si è conclusa con la vittoria, i soldati russi entrarono a Berlino e distrussero la cittadella del fascismo. E questo è successo nel giorno della festa di san Giorgio, che la Chiesa celebra il 6 maggio. In questo giorno è stato ascoltato l’ultimo colpo della Seconda Guerra Mondiale. E il nostro comandante, il maresciallo Zukov, il cui nome è associato alla vittoria su un nemico fortissimo, portava il nome di san Giorgio il Vittorioso. Per questo la memoria di san Giorgio è molto vicina al cuore della nostra nazione.
Ora la Cattedrale di san Giorgio rivive, e il vostro popolo ha segnato una grande vittoria, nonostante gli orrori del conflitto civile, il popolo ha mantenuto la sua unità, e la volontà della pace. E oggi vediamo le grandi conquiste che hanno avuto luogo in Libano in questo periodo di pace.
Vorrei salutare i miei fratelli e sorelle, che parlano in russo, che vivono qui in Libano. Dal 1946, vi è qui nella giurisdizione della diocesi antiochena di Beirut la parrocchia ortodossa russa, che sostiene spiritualmente centinaia e centinaia di persone, gli immigrati provenienti dalla Russia, dall’Ucraina, dalla Bielorussia e dalla Moldavia, coloro che si connettono mediante la loro vita spirituale alla Chiesa ortodossa russa.
Carissimi! Vorrei dirvi questo: molti di voi vivono in famiglie miste, molti di voi fanno parte di una cultura bilingue e di per sé qualsiasi coinvolgimento in due culture è una grande ricchezza. L’uomo, bilingue e che vive in due culture, è più ricco di quello che conosce una lingua e vive in una sola cultura. Ma c’è una condizione indispensabile per garantire che questa dimensione bilingue e biculturale diventi ricca: in nessun caso, una cultura e una lingua non deve mai sostituire un’altra cultura e un’altra lingua.
E una cultura e una lingua non devono asservire un’altra cultura e un’altra lingua. E quelli di voi che partecipano alla liturgia ortodossa russa, che sono uniti alle nostre parrocchie qui - queste sono persone che chiaramente devono capire che in nessun caso la lingua e la cultura d’origine deve uscire della loro vita. La Chiesa aiuta a mantenere questo stato biculturale e bilingue, che arricchisce la personalità umana”.
Lo stesso giorno il Primate della Chiesa ortodossa russa ha incontrato il Presidente della Repubblica del Libano, il generale Michel Suleiman. All’incontro, tenutosi presso il Palazzo presidenziale, hanno partecipato anche i membri della delegazione della Chiesa ortodossa russa.
Sua Santità ha sottolineato che l’esperienza libanese nella costruzione
di una società mista, composta da rappresentanti di varie comunità, è interessante e rilevante per altri paesi del mondo, producendo un modello di armoniosa convivenza tra diversi gruppi sociali.
Il Patriarca ha parlato della vita religiosa in Russia, dei rapporti tra Stato-Chiesa e Chiesa-Società, delle relazioni tra le religioni nel paese e l’insegnamento dei principi della religione in una società multiculturale e multireligiosa. “Apprezzo l’opportunità di incontrare e parlare con Voi anche sul tema del dialogo interreligioso”, - ha affermato il Primate della Chiesa ortodossa russa.
Nel ringraziare, Michel Suleiman ha testimoniato i buoni ricordi dell’incontro con Sua Santità il Patriarca Kirill a Mosca il 25 febbraio 2010, e ha espresso la speranza che le buone relazioni tra la Russia e il Libano continuino nel futuro. “Condivido pienamente la sua opinione sul ruolo della religione nella società”, - ha detto il presidente libanese, evidenziando che nel contesto della globalizzazione, in presenza di uno sviluppo delle comunicazioni tra i popoli e di una compenetrazione delle culture, ancora più importante è il principio della partecipazione di tutti i segmenti della popolazione, comprese le minoranze nel paese.
Nel prendere atto che Sua Santità ha apprezzato il modello della società libanese, Michel Suleiman ha dichiarato: “Siamo imbarazzati di questo suo elogio, ma ora, tra l’estremismo crescente nel mondo, diventa chiaro che tale modello deve garantire una vita prospera dei popoli”.
Passando alla situazione in Medio Oriente e nel Nord Africa, Michel Suleiman ha augurato che si ponga fine alla violenza nel mondo arabo e si realizzino le riforme democratiche, tenendo conto delle opinioni di tutti gli strati della popolazione.
“Siamo molto preoccupati per la situazione delle comunità cristiane in Egitto, Iraq e Libia. Si osserva un aumento della cristianofobia anche in altri paesi”- ha detto il Primate della Chiesa ortodossa russa. Egli ha suggerito che i cambiamenti nella vita sociale di alcuni paesi sono necessari, ma la domanda è sul modo come devono essere raggiunti questi cambiamenti, pacificamente, con il dialogo sociale e senza interferenze, purché sempre nel rispetto dei diritti delle minoranze. Sua Santità ha anche detto: “Siamo estremamente preoccupati per la sorte della Chiesa antiochena. Noi ci identifichiamo con essa”.
Nel corso dei colloqui sono intervenuti Sua Beatitudine il Patriarca di Antiochia Ignazio, il Patriarca maronita Boutros Bechara Al-Rai, il Patriarca greco-cattolico (melchita) Gregorio III Laham, il Patriarca cattolico Ignazio Joseph III Younan, il metropolita di Beirut Elia (Chiesa ortodossa siriana), il Nunzio apostolico in Libano Mons. Gabriele Giordano Caccia. Rivolgendosi loro, il Patriarca Kirill ha continuato la conversazione sul significato del modello libanese, dei rapporti tra le comunità e dell’importanza di questa esperienza nel dibattito sul ruolo delle comunità religiose nella vita pubblica. Sua Santità ha invitato i rappresentanti delle confessioni cristiane del Libano a partecipare alle discussioni sul futuro della civiltà umana. Ha descritto l’esperienza delle relazioni tra le religioni in Russia, e ha informato gli interlocutori sulle attività del Consiglio Interreligioso in Russia.
Il Patriarca maronita Boutros Bechara Al-Rai ha parlato della preparazione del vertice inter-religioso dove parteciperanno i leader religiosi dei cristiani e dei musulmani in Medio Oriente.
L’ultimo giorno della visita al Patriarcato di Antiochia, il 15 novembre il Primate della Chiesa ortodossa russa ha visitato il Monastero della Dormizione e l’Università di Balamand, dove è stato accolto dal rettore Elia Salem.
Nel suo discorso di apertura, il rettore ha focalizzato l’attenzione del pubblico sull’importanza della Chiesa ortodossa russa e della cultura ortodossa russa, ha ricordato la terribile prova alla quale la Chiesa è sopravvissuta durante la persecuzione della fede nel XX secolo, ha parlato della personalità e del ministero del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill. Egli ha anche sottolineato il grande contributo reso nel XIX secolo dalla Russia per lo sviluppo del sistema di istruzione in Siria e Libano, a sostegno dell’ortodossia in questa terra.
E ora, ha detto il rettore, la Chiesa ortodossa russa rivolge la sua attenzione alla situazione dell’Ortodossia in Medio Oriente.
Esprimendo gratitudine per l’accoglienza, il Patriarca Kirill ha detto: “Ho l’opportunità per la terza volta di visitare l’Università di Balamand, ma quello che ho visto oggi è molto diverso da quello che ho visto molti anni fa: il seme che ha gettato Sua Beatitudine Ignazio ha portato frutti abbondanti.
Fino a quando non è cambiata la situazione politica nel paese non c’erano condizioni facili per la vita e le opere, tuttavia è stato bello avere il coraggio necessario e la visione profetica di avviare qui l’Istituto Teologico e l’Università, che sono diventati una realtà intellettuale importante nella vita del Libano moderno. In tutta la Chiesa ortodossa è apprezzata questa opera di Sua Beatitudine Ignazio. Aver compiuto questi sforzi è molto importante non solo per il Libano ma per l’Ortodossia universale. La moderna scuola teologica, che esiste nel Patriarcato di Antiochia, è un esempio di come unire la tradizione ecclesiastica con la pietà e la fede, come sia possibile sviluppare le capacità intellettuali, anche al fine di sostenere ragionevolmente la missione della Chiesa”.
A tal proposito,il Patriarca ha spiegato che “il mondo è razionalizzato, e nessun fenomeno è preso senza una chiara logica, senza un supporto intellettuale, e questo riguarda anche i sermoni della Chiesa, come testimoniare Cristo. La società moderna è organizzata in modo che la logica e il potere della persuasione intellettuale sono di primaria importanza. E il sacerdote deve avere questa capacità, deve avere un’istruzione superiore, deve essere un uomo moderno, perché il compito principale della Chiesa è attualizzare tutte le parole che Cristo ha detto, tutto ciò che ha fatto per la salvezza del genere umano. L’aggiornamento del messaggio cristiano è il nostro grande problema. Non può appartenere solo al passato, non può appartenere solo a una tradizione culturale, o solo quando il messaggio cristiano diventa urgente... e l’Università di Balamand, dove si continua a mantenere una connessione attiva tra la facoltà teologica e la scuola laica, è un buon esempio di come possiamo unire sotto la giusta visione i principi religiosi e laici”.
Poiché “l’epoca in cui viviamo ha ricevuto dai filosofi il nome di post-modernità”, - ha aggiunto il Patriarca Kirill.
“In questa epoca si può scegliere qualsiasi modello di comportamento, - ha evidenziato Sua Santità, - ma a una condizione: la tua libertà non deve limitare la libertà di un’altra persona. Non fa differenza che cosa credi, quali sono i tuoi ideali, se si commette un peccato in vita o se si sta lottando con il peccato, se esiste lo sviluppo nella vita o il degrado morale. Non interessa a nessuno. La tua libertà non deve limitare lalibertà di un altro. Eppure c’è un sistema di regole sociali, che si esprime nella legge: non fare ciò che è proibito.
E che dire del bene e del male? Esiste una pluralità di punti di vista. E il concetto di peccato è lontano dalla moderna società. Che cos’è allora la perfezione morale dell’individuo? Non è chiara. A che cosa porta questa concezione della libertà, divisa dal criterio oggettivo del bene e del male? Essa conduce a una profonda crisi.
Oggi c’è un gran parlare della crisi economica, della crisi dell’eurozona, della crisi ecologica, della crisi culturale. E mi chiedo: che cos’è quest’epoca di crisi? Forse è solo una crisi di identità umana? Per inciso, la parola “crisi” tradotta dal greco significa “corte”, giustizia. Forse l’attuale crisi è la prova che l’uomo ha perso il concetto di peccato e la capacità di distinguere il bene dal male”.
Sua Santità ha ringraziato il rettore e gli alti rappresentanti dell’Università per la partecipazione al processo di creazione di una scuola unica, che possa unire la dimensione verticale e orizzontale della vita intellettuale.




Icona Icona dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, fondatori della Chiesa ortodossa di Antiochia


Damasco Damasco - L'arrivo del Patriarca Kirill


Il Il Patriarca Kirill e l'abate Alexander


Damasco Damasco - Divina Liturgia


Damasco Damasco - Kirill e Adel Safar


Damasco Damasco - Divina Liturgia nella Cattedrale della Dormizione, costruita nel II secolo


Damasco Damasco - Il Patriarca Kirill durante l'incontro con il Presidente Bashar al-Assad


Beirut Beirut - Cattedrale di san Giorgio


Beirut Beirut - Il Patriarca benedice i fedeli


Beirut Beirut - Il Patriarca Kirill e il Presidente Suleiman si scambiano i doni


Beirut Beirut - Visita del Primate della Chiesa russa al Monastero della Dormizione di Balamand


Beirut Beirut - Kirill e il rettore Elia Salem


Beirut Beirut - Conferenza del Primate della Chiesa russa all'Università di Balamand