Nel IV centenario del Patriarca Ermogene. Difensore della fede ortodossa e della patria

Nel IV centenario della memoria del santo martire Ermogene, Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Taumaturgo, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha celebrato la Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo nella Cattedrale Patriarcale della Dormizione del Cremlino di Mosca, sabato 3 marzo 2012, nella prima settimana di Quaresima.
Sua Santità è stato raggiunto da numerosi gerarchi della Chiesa ortodossa russa. Durante il culto ha cantato il coro del monastero Sretenskij dell’Incontro), diretto da Nikon Zhila. Questo monastero sorge sul luogo dove, il 26 agosto 1395 gli abitanti di Mosca accolsero l’Icona miracolosa della Madre di Dio di Vladimir e la portarono solennemente nella Cattedrale della Dormizione affinché proteggesse la città dall’invasione dei tartari.
Dopo aver letto il Vangelo, il vescovo Sergio di Solnechnogorsk, capo della segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, ha letto il messaggio del Patriarca, scritto in occasione dell’anniversario del riposo del martire Ermogene.
Al termine della Liturgia, Sua Santità il Patriarca Kirill ha fatto una preghiera dinanzi alle reliquie del santo, custodite nella Cattedrale. Poi, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha rivolto ai fedeli la parola primaziale dedicata all’eroismo spirituale del santo martire.
“Il Patriarca Ermogene finì i suoi giorni in prigione, nei sotterranei del monastero Chudov, come difensore della fede ortodossa, come grande difensore e salvatore della nostra Patria.
Nel 1913, quando fu canonizzato, venne diffuso tra il popolo un volantino che riportava alcune parole sulla vita del Primate. Vi leggo questo foglio - tre frasi che coprono l’intera vita del santo: “Per la fede ardente, è stato onorato di trovare l’icona della Madre di Dio di Kazan. Per l’amore pastorale, è stato eletto metropolita di Kazan. Per la sua forza nella fede ortodossa è stato chiamato il Santo Patriarca di tutta la Russia”. E si può aggiungere: “Per il suo fervido amore alla Chiesa, alla Patria e al popolo accettò la corona del martirio”.
In effetti, la vita di Sant’Ermogene è unita a Kazan, anche se è nato nel Don. A Kazan, era un uomo di mondo, impegnato nel commercio. Era religioso, e la gente lo elesse a diventare il suo pastore, il suo sacerdote. Il futuro santo viveva in famiglia, aveva una moglie, dei figli, ed era parroco. In quel periodo avvenne il miracolo di trovare l’icona della Madre di Dio di Kazan. Il santo fu attivamente coinvolto nella glorificazione di questa immagine e venne presto eletto alla cattedra di Kazan, diventando metropolita di tutti i fedeli della parte orientale della Russia.
Grandi prove colpirono il nostro paese nei primi anni del 17° secolo a seguito dei conflitti legati alla fine dell’antica dinastia dei Rurik, i re di Mosca. Il nemico esterno approfittò di questo, e i traditori interni, in cerca di potere, ignorando gli interessi nazionali e statali, cercarono di distruggere l’unità della società russa. Prima apparve il falso Dmitrij - come si sa, protetto da forze esterne, e poi l’altro, che si faceva chiamare re.
Per qualche tempo il re rimase al potere e cercò di mantenere la legge e l’ordine, ma né lui né il popolo erano abbastanza forti per proteggere il paese dalla grande confusione. E il nemico entrò apertamente nel nostro paese, voleva distruggere la Russia. Il re polacco Sigismondo, con un grande esercito, ben armato e organizzato, entrò nel nostro paese e assediò la città di Smolensk per tre anni, senza risultato.
Nel frattempo, a Mosca stavano accadendo cose terribili. I nobili, la nostra élite, come diremmo oggi, gli intellettuali, sedotti dalla possibilità di una vita migliore, avevano tradito il paese e il suo popolo e aprirono le porte del Cremlino al nemico, sia letteralmente che metaforicamente. Sant’Ermogene, rimanendo fedele al suo giuramento di vescovo, al suo ministero patriarcale, lottò in ogni modo specialmente con i traditori interni, che, naturalmente, non si consideravano tali. Li avvertì del pericolo terribile dell’invasione degli stranieri, con l’ascesa al trono di un re non ortodosso. Di quest’ultimo cercò di fermare tutto ciò che poteva seguire dopo il tradimento. Ma non ebbe forze sufficienti, e fu respinto dai boiardi che lo imprigionarono nel seminterrato del monastero Chudov, non potendo così impedire l’arrivo a Mosca del nemico.
Ma anche lì, vivendo al freddo e soffrendo la fame, non si fece corrompere. Non rispose alle richieste e alle minacce del nemico, che gli imponevano di non fare appello al popolo, di prestare giuramento di fedeltà ai nuovi governanti e di smettere di fare resistenza. Potete immaginare quello che stava succedendo nell’anima del santo.Il nemico era al Cremlino, i nobili, l’élite della società, erano insieme al nemico.Dove trovare aiuto? Che fare? Come richiamare il popolo agli ideali? Come aspirare allo zelo di difendere la Patria?
Sant’Ermogene trovò aiuto nella fede, nella fedeltà a Dio, al suo giuramento di vescovo, al ministero Patriarcale. La situazione sembrava piuttosto disperata: rifiutato dai suoi, tradito da coloro che dovevano difendere il paese, egli trova la forza di rifiutare qualsiasi promessa del nemico e si rivolge al suo popolo distribuendo lettere per difendere la Patria.
A chi si rivolse Sant’Ermogene? Si rivolse alla Chiesa, ordinò ai vescovi di diffondere tali messaggi a Kazan, a Ryazan, e in altre città. Egli esortò i vescovi a sollecitare il popolo di Dio a combattere. E tutto questo è accaduto. La Chiesa, guidata dalla volontà, dalla forza del Patriarca Ermogene, dalla sua fede, ispirò le persone e si formò l’esercito russo che marciò su Mosca. Sant’Ermogene non visse fino al 4 novembre, quando ci fu la liberazione della città, del Cremlino e della terra russa. Morì il 1 marzo 1612, torturato dalla fame, dalla sete e dal freddo nel seminterrato del monastero Chudov.
E oggi, 400 anni dopo, lodiamo il suo santo nome. Quattrocento anni dopo, speriamo di guardare al suo esempio di servizio disinteressato alla Chiesa e al suo popolo. Quattrocento anni dopo, noi, forse, possiamo capire meglio dei suoi contemporanei la sua prodezza e il significato di quello che ha fatto. Quattrocento anni dopo, noi preghiamo con le sue stesse parole, che lui rivolse a Dio: Signore illumina le menti e i cuori della nostra gente, rafforza la fede ortodossa che ci salvò da quell’aberrazione, dalla perdita degli obiettivi di vita, infondi il bene nelle menti dei nostri contemporanei confusi dalla menzogna, e l’amore per la Patria invece del tradimento. La stessa preghiera fu offerta dal Patriarca Ermogene, che oggi commemoriamo in questa chiesa dinanzi alle sue reliquie, e con noi tutta la Chiesa russa.
La nostra speranza è che attraverso le preghiere del santo, Dio protegga la nostra terra con la concordia civile, che nessun tradimento o confusione possa determinare la distruzione della nostra Patria. Tutto questo ci insegna Sant’Ermogene. Ora è alla destra di Dio nel Suo Regno, e crediamo che la sua preghiera non manchi mai, come scriveva nelle sue lettere, per la nostra Patria, per la nostra Chiesa, affinché il Signore stenda la misericordia sulla Santa Russia, dandoci tutta la forza mentale e fisica per amare il nostro popolo e il nostro paese e mantenere la fede ortodossa per la salvezza delle nostre anime”.
Al termine del discorso, il Patriarca Kirill ha invitato i presenti a prendere parte alla cerimonia di benedizione della posa della “prima pietra” del monumento in onore del Patriarca Ermogene presso il Giardino Aleksandr, vicino alle mura del Cremlino.
Il 1 marzo è stata benedetta la “prima pietra” della parrocchia in suo onore.

Icona Icona del Patriarca Ermogene


Mosca Mosca - Cremlino. Cattedrale della Dormizione


Mosca Mosca - Il Patriarca Kirill celebra la Divina Liturgia nella prima settimana di Quaresima