Famagosta - Alle origini del cristianesimo
Il 9 giugno il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill e l’Arcivescovo di Nuova Giustiniana e di tutta Cipro Chrysostomos II hanno visitato il centro culturale “Famagosta” a Dherynia e la vicina città di Paralimni. Dal ponte di osservazione il Patriarca ha guardato attentamente la città di Famagosta.
Nella seconda fase dell’invasione militare turca nel mese di agosto 1974, questa città portuale dell’isola di Cipro, una delle più popolari zone turistiche europee con il suo quartiere di Varosha, fu occupata dalle truppe turche. La maggior parte degli abitanti, temendo rappresaglie da parte delle forze di occupazione, ha lasciato la città, mentre il resto dei greco-ciprioti è stato espulso con la forza. L’area è stata transennata, abbandonata e caduta nel degrado nel corso degli anni, per questo Famagosta viene talvolta chiamata “città fantasma”. Il governo della Repubblica di Cipro ha ripetutamente fatto inutili tentativi per assicurare il ritorno di Famagosta ai suoi abitanti sotto gli auspici delle Nazioni Unite, come prevede la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, adottata nel 1984.
Poi i due Primati si sono recati nella cattedrale di San Giorgio, a Paralimni. Sulla piazza antistante il tempio, Sua Santità ha incontrato il metropolita Vasilij di Konstantia, i sacerdoti e molti abitanti di questa terra, compresi i compatrioti di lingua russa. Ad accogliere i due Primati c’erano anche il sindaco di Paralimni, Feodoros Pirillis, e l’ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Federazione Russa a Cipro, V.D. Shumskij.
Durante la cerimonia, il sindaco ha presentato al Patriarca Kirill le chiavi della città.
Nel rivolgere il benvenuto al Patriarca Kirill, il metropolita Vasilij ha evidenziato che i millenari rapporti fraterni tra le Chiese di Russia e di Cipro si rafforzano sempre più, sottolineando che la tradizione del pellegrinaggio russo all’”Isola dei Santi” vive ora uno dei suoi momenti migliori.
Il metropolita ha detto inoltre che la visita di Sua Santità è di grande aiuto per le popolazioni colpite e coincide con un evento importante della Chiesa, la ricostituzione dell’antica diocesi di Konstantia-Ammokhosta, che fu illuminata dall’opera di Sant’ Epifanio di Cipro e di altri santi gerarchi. Egli ha espresso rammarico di non poter accogliere il Patriarca nel centro storico della città di Famagosta (Ammokhosta), dove da molti anni sono proibiti i pellegrinaggi alla tomba di San Barnaba e alla famosa cattedrale, alla tomba di Sant’ Epifanio di Salamina e
agli antichi luoghi di Konstantia.
Il Patriarca Kirill ha rivolto parole di gratitudine per la consegna delle chiavi della città di Paralimni, sottolineando l’importanza di questa terra nella storia dell’Ortodossia.
“Il luogo in cui ci troviamo è storicamente associato ai nomi degli Apostoli Paolo e Barnaba, che hanno lasciato Antiochia e con la nave si sono fermati a Cipro, nel luogo dove si trova la città di Famagosta. Sono stati mandati qui per decisione del concilio apostolico, e la tradizione che vive qui, nella vita reale della Chiesa ortodossa, risale ai santi apostoli e quindi al Signore Gesù Cristo.
L’antica città di Salamina (Konstantia) era ben conosciuta in tutto il mondo cristiano per la presenza di Sant’ Epifanio e per aver dato inizio al messaggio cristiano”.
Il Patriarca ha ricordato di aver visitato per la prima volta Famagosta quarant’anni fa insieme al defunto Patriarca Pimen. “Con la devastazione di Famagosta, siamo in grado di vedere l’immagine del peccato dell’uomo. Pertanto, il messaggio più importante che la Chiesa ortodossa rivolge al mondo è quello con il quale il Signore iniziò la sua predicazione sulle rive del Giordano: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino” (Mt 4,17).
Da Paralimni il Primate della Chiesa russa è andato ad Ayia Napa, dove ha visitato il monastero nel quale fu trovata l’icona della Madre di Dio di Blacherne. Si ritiene che l’immagine miracolosa sia stata nascosta qui durante il periodo dell’ iconoclastia, che scosse l’Impero Bizantino dal VII al VIII secolo. Sul territorio del monastero oggi c’è l’Accademia di S. Epifanio.
Kirill riceve le chiavi della città