Sulle persecuzioni dei cristiani. Intervista al metropolita Hilarion di Volokolamsk

Ogni giorno ci sono notizie di persecuzione dei cristiani in tutto il mondo. La principale fonte di tensione risiede in Medio Oriente e nel Nord Africa, dove un’ondata di “rivoluzione araba” ha intensificato il movimento radicale islamista. A proposito di questo problema e sulle cause della persecuzione, e su come intende rispondere la Chiesa ortodossa russa ha parlato il presidente del Dipartimento per le relazioni
ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk,
nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano russo “Izvestia”.

Quali sono le cause della persecuzione dei cristiani in aumento negli ultimi anni?

Sono molte. In primo luogo, naturalmente, l’ideologia dell’islam radicale per motivi di ignoranza. Utilizzare gli slogan religiosi per i propri scopi non ha nulla a che fare con la religione. Non è un caso se i rappresentanti dell’islam tradizionale condannano severamente le azioni degli estremisti e affermano che distorcono gli insegnamenti del fondatore della religione. In secondo luogo, per ottenere la pace inter-religiosa c’è bisogno dell’intervento delle autorità.
E quando il potere politico è frantumato, o quando i radicali sono al potere, allora nel mondo ci sono l’odio e l’inimicizia. Questo è quello che è successo in Iraq, dove con l’aiuto di una forza esterna è stato rovesciato il regime politico, che è stato sostituito da forze radicali. E la situazione dei cristiani è peggiorata. Se sotto Saddam Hussein in Iraq c’erano 1,5 milioni di cristiani, oggi, secondo varie fonti, sono rimasti da 150 a 400 mila cristiani, in Egitto le relazioni interreligiose si sono fortemente deteriorate dopo la caduta di Mubarak. Non voglio valutare i regimi politici deposti, sto solo affermando il fatto evidente del forte deterioramento della situazione dei cristiani in questi Paesi.

Come è possibile salvaguardare la presenza del cristianesimo?

Nei Paesi in cui vivono insieme cristiani e musulmani, c’è bisogno di un sistema di controllo. Lo Stato deve fare attenzione a creare condizioni adeguate che permettano alle persone di tutte le fedi di praticare liberamente la propria fede. E il governo ha la responsabilità di garantire la pace interreligiosa. Il raggiungimento di tale obiettivo da parte dello Stato dipende dalla specifica situazione locale. Inoltre, mi sembra che quando i Paesi occidentali prendono decisioni politiche nei riguardi di un Paese, dovrebbero tenere in considerazione il fatto che un cambiamento della situazione potrebbe aggravare la posizione dei cristiani. Purtroppo, questo fattore non viene preso in considerazione ed i nostri fratelli nella fede sono tenuti in ostaggio da una politica che vuole “stabilire la democrazia in Medio Oriente e nel Nord Africa”.

È possibile rafforzare le questioni interreligiose in Siria, dove, secondo recenti rapporti, è già iniziata la persecuzione dei cristiani?

Fino a poco tempo fa la Siria ha mantenuto saldo il dialogo interreligioso, creato molti secoli prima. Quando il Patriarca Kirill, durante la sua visita nel novembre dello scorso anno, ha incontrato i leader delle chiese cristiane in Siria e Libano, questi temevano che, se la situazione politica cambiava e gli islamisti radicali andavano al potere, la posizione dei cristiani sarebbe deteriorata. E infatti, vediamo che questo sta già avvenendo in alcune parti della Siria, dove prevalgono i fondamentalisti.

È possibile individuare alcune Chiese cristiane che soffrono maggiormente di persecuzione?

I musulmani radicali in realtà non capiscono la complessità, per loro ogni cristiano è il nemico. Gli atti di terrorismo sono commessi contro chiunque: ortodossi, copti, cattolici, protestanti. Ma voglio sottolineare che quando la bomba esplode, spesso a soffrire sono gli stessi musulmani. Pertanto, tutte le religioni del mondo, incluso l’islam, dovrebbero alzare la voce contro il terrorismo con un fronte unico.

Continuiamo a parlare della persecuzione dei cristiani da parte degli islamisti radicali. C’è intolleranza da parte dei membri di altre religioni?

Certo. Per esempio, a Gerusalemme e in altre città della Terra Santa possiamo vedere esempi di odio verso i cristiani da parte di ebrei radicali. Inoltre, arrivano notizie di persecuzione dei cristiani da parte degli indù in India, Pakistan.

La Chiesa ortodossa russa intende adottare azioni specifiche a sostegno dei cristiani di tutto il mondo?

Quando Vladimir Putin, candidato alla presidenza, ha incontrato i capi delle religioni tradizionali in Russia, ho espresso il desiderio di proteggere le minoranze cristiane in quei Paesi dove sono perseguitati, e questo è diventato uno dei fattori principali della politica estera russa. E Putin mi ha assicurato che sarà così.
Ora questo tema è una finestra di dialogo principale tra la Chiesa ortodossa russa e il Ministero degli Affari Esteri. C’è un gruppo di lavoro sulla cooperazione tra la Chiesa e il Ministero. Due volte l’anno ci incontriamo. Proprio l’ultimo incontro, tenutosi dopo Pasqua, è stato dedicato alla cristianofobia e alle molestie dei cristiani in diversi Paesi. Vi è anche una serie di riunioni più frequenti con il Corpo Diplomatico su temi di attualità. È chiaro che la Chiesa ha una propria agenda, e lo Stato ha la sua, e non tutti gli approcci sono identici. Ma in questo caso possiamo e dobbiamo agire insieme.

E quali sono i principali ambiti di intervento?

In primo luogo, è necessario debellare la persecuzione dei cristiani. In secondo luogo, dobbiamo affrontare le questioni relative alla situazione dei cristiani in Medio Oriente con la leadership dei Paesi appartenenti alla giurisdizione canonica della Chiesa ortodossa russa. In terzo luogo, bisogna fare leva sulle relazioni politiche ed economiche, come proposto in seno alla Commissione europea un anno fa. Il Medio Oriente e gli altri Paesi dove le minoranze cristiane sono perseguitate,
di regola, hanno bisogno del sostegno politico ed economico degli Stati potenti dell’Occidente. E tale sostegno dovrebbe essere fornito solo in cambio di garanzie dei diritti delle minoranze cristiane.

Negli incontri con i leader dei Paesi del Medio Oriente sono stati già toccati questi argomenti?

Sono stati accennati, anche se è ancora troppo presto parlare di risultati, la situazione è molto tesa lì. Tuttavia, speriamo che insieme costruiremo un sistema per proteggere i cristiani.

La Chiesa ortodossa russa collabora con le altre confessioni cristiane per questi problemi?

Certo. Mi sembra che il tema della protezione dei cristiani dovrebbe essere una priorità nel rapporto tra le Chiese cristiane. E, naturalmente, questo tema dovrebbe essere al centro anche del dialogo interreligioso. A volte discutere su questioni teologiche, sia pure importanti, non è direttamente connesso con la vita quotidiana. È necessario concentrarsi maggiormente sulla tutela delle persone - le loro vite e il loro diritto di professare la fede cristiana.

LA CASISTICA

I cristiani morti per la loro fede sono circa settanta milioni, di cui quarantacinque (milioni) solo nel XX secolo. Si calcola che i martiri cristiani ogni anno siano 105.000, uno ogni cinque minuti. Nel 2011 il Parlamento europeo, rilevando come la maggior parte degli atti di violenza nel mondo siano perpetrati contro i cristiani, ha condannato tali attacchi e ha chiesto lo sviluppo di una strategia comune per tutelare la libertà religiosa.
Attualmente le persecuzioni contro i cristiani sono in atto in diversi Paesi del mondo, sia ad opera di fondamentalisti islamici o indù che di regimi comunisti, con attacchi a singoli fedeli, attentati in luoghi di culto, o restrizioni governative che impediscono la pratica religiosa.
I due continenti nei quali le persecuzioni sono più frequenti sono l’Africa e l’Asia.
In generale, nei Paesi arabi i cristiani sono oggetto di forme di discriminazione più o meno gravi da parte dei musulmani, e per questo motivo molti di loro negli ultimi decenni sono emigrati o si sono convertiti all’islam. La popolazione cristiana è in calo in tutti i Paesi del Vicino Oriente, ed in via di sparizione dall’Iraq.
Il fenomeno è monitorato nel mondo.
Metropolita Metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca.


Costantino Costantino I


Mosca Mosca - Putin incontra i leader religiosi