Askold e la nascita dello Stato russo. Un miracolo della fede

Il 15 luglio la Chiesa ortodossa celebra la festa della Deposizione del maphorion della Beata Vergine Maria in Blacherne a Costantinopoli. Tale celebrazione è nota sin dai tempi antichi nella Chiesa ortodossa russa.
Durante il regno dell’imperatore bizantino Leone Magno il Macedone (457-474), i fratelli Galbi e Candido, dignitari molto importanti, partirono da Costantinopoli per la Palestina per venerare i luoghi santi. In un piccolo villaggio vicino Nazareth trovarono alloggio presso l’abitazione di una pia donna. Nella sua casa i due pellegrini notarono la presenza di candele accese e di incenso profumato. Alla domanda su quale oggetto sacro fosse tenuto in casa, la pia donna non volle rispondere, ma dietro insistenza dei due pellegrini disse che si trattava della preziosa reliquia del manto della Vergine, da cui si ottenevano molti miracoli e guarigioni. Secondo il racconto della donna, la Vergine prima di morire lasciò il Manto a pie fanciulle, che lo tramandarono di generazione in generazione.
L’arca contenente la preziosa reliquia fu trasferita a Costantinopoli. Il Patriarca Gennadij († 471) e l’imperatore Leone, dopo aver appreso la notizia dell’arrivo del sacro manto della Vergine, si recarono a venerarlo. In suo onore, fu costruita la chiesa delle Blacherne, vicino al Corno d’Oro. Il 15 luglio 458 il Patriarca vi trasferì la sacra reliquia.
Successivamente, oltre al sacro manto, nella chiesa delle Blacherne fu conservata anche una parte della cintura della Vergine.
Un pellegrino russo, Stefan di Novgorod, che visitò Costantinopoli verso il 1350, testimonio che il maphorion era sull’altare della chiesa delle Blacherne.
Non una sola volta durante l’invasione dei nemici, la Madre di Dio salvo la città che custodiva il sacro manto. Cosi è stato durante l’assedio di Costantinopoli da parte degli Ávari nel 626, dei Persiani nel 677, degli Arabi nel 717. Un evento particolarmente significativo avvenne nell’860, strettamente connesso alla storia della Chiesa russa.
Il 18 giugno 860 il principe Askold a capo della flotta russa, composta da oltre 200 soldati, devastando le coste del Mar Nero e del Bosforo, entrò nel Corno d’Oro e assediò Costantinopoli. L’imperatore Michele III (842-867), impegnato in una campagna contro gli Arabi, tornò nella capitale e per tutta la notte pregò la Madre di Dio nel tempio delle Blacherne. Il Patriarca Fozio si rivolse alla comunità con un sermone nel quale chiese
lacrime di pentimento per lavare i peccati e con la preghiera incessante ricorrere all’intercessione della Beata Vergine.
Il rischio aumentava con il passare delle ore. Allora si decise di mettere in salvo le reliquie, e soprattutto il maphorion della Vergine. Dopo aver intensamente pregato la Madre di Dio, la reliquia fu portata in processione lungo le rive del Bosforo fino al centro di Costantinopoli, dove fu collocata nella cattedrale della Hagia Sophia. La Madre di Dio con la Sua grazia pacificò i soldati russi. Raggiunta la tregua, Askold tolse l’ssedio da Costantinopoli. Il 25 giugno le truppe russe ripartirono, portando con sé un grosso riscatto. Una settimana dopo, il 2 luglio, la miracolosa reliquia fu riportata solennemente nella chiesa delle Blacherne. In ricordo di questi eventi, il Patriarca Fozio decise di fissare al 2 (15) luglio la festa in onore della Deposizione del sacro manto.
Poco dopo, nei mesi di ottobre – novembre giunsero a Costantinopoli ambasciatori russi per concludere un trattato di “amore e di pace”. L’accordo di pace prevedeva il Battesimo della Rus’ di Kiev, il pagamento di un tributo annuale a Bisanzio, gli scambi all’interno dell’impero
(in particolare a Costantinopoli), l’invio di missioni diplomatiche a Bisanzio.
Il punto più importante fu il Battesimo della piccola Rus’. La “Cronaca di Teofane” riporta che “sono venuti a Costantinopoli ambasciatori con la richiesta di renderli partecipi al santo battesimo, che è stato fatto”. Su richiesta dei russi e greci ortodossi fu inviato a Kiev una missione ortodossa. Poco prima, nell’855, San
Cirillo il Filosofo († 869, memoria il 14 febbraio e 11 maggio) aveva inventato l’alfabeto slavo e tradotto il Vangelo. Quindi fu naturale inviare
in missione a Kiev San Cirillo e suo fratello, San Metodio, uguali agli Apostoli († 885; memoria il 6 aprile e 11 maggio), i quali tradussero i libri
in slavo. Cosi decise il Patriarca Fozio, di cui San Cirillo era discepolo. L’inverno tra l’860 e l’861, i fratelli arrivarono a Kherson, nella primavera
dell’861 erano sul Dnepr, dal principe Askold.
Prima Askold, e poi il principe Vladimir, si trovarono di fronte ad una scelta difficile, indecisi tra la fede ebraica o quella maomettana. Ma sotto l’influenza benefica di San Cirillo il principe scelse l’Ortodossia. Alla fine dell’anno 861 Cirillo e Metodio ritornarono a Costantinopoli e portarono il messaggio del principe Askold all’imperatore Michele III. Askold ringraziava l’imperatore per l’invio di “un uomo che ha dimostrato con la parola e con l’esempio che la fede cristiana è la vera fede”. E aggiungeva: “Ha dimostrato che la vera fede viene comandata a tutti i battezzati contro la propria volontà, nella speranza che tutti noi possiamo raggiungere la santità”.
Askold fu battezzato con il nome di Nicola, così molti dei suoi seguaci. Direttamente da Costantinopoli, la capitale dell’Ortodossia, gli scritti degli apostoli slavi e la liturgia slava arrivarono nella Rus’. A Kiev fu nominato dal Patriarca Fozio il metropolita Mikhail, e la metropolia russa fu aggiunta negli elenchi delle diocesi del Patriarcato di Costantinopoli. Il Patriarca nell’”Enclica” dell’867, durante il Concilio di Costantinopoli, definì come uno dei principali risultati del suo servizio primaziale il Battesimo bulgaro e russo.
La celebrazione della festa della Deposizione del sacro manto della Vergine nella chiesa delle Blacherne era quindi alla base dell’istituzione canonica della diocesi ortodossa russa di Kiev. La benedizione della Madre di Dio e il miracolo del sacro manto contro le invasioni più terribili della sua storia, portarono anche la salvezza della Rus’ dalle tenebre della superstizione pagana. Così nell’anno 860 avvenne il riconoscimento
della Rus’ di Kiev da parte dell’Impero bizantino, segnando l’inizio del giovane Stato russo nell’arena della storia.
Tuttavia il tentativo del principe Askold di riportare sul Dnepr il messaggio cristiano dell’apostolo Andrea, con la riforma religiosa e politica, si concluse con il fallimento. Il momento dell’adozione del cristianesimo in terra russa non era ancora giunto. Erano troppo forti i sostenitori dell’antichità pagana e il potere principesco era troppo debole. Nell’882 ci fu il rovesciamento del regno di Kiev da parte dei Variaghi pagani contro il battesimo di Askold,che subì il martirio per mano di assassini.
Oleg il Saggio, dopo aver ucciso Askold, con l’accusa di aver preso il potere illegalmente perché non apparteneva alla famiglia dei Rurik,
prese la città di Kiev, la “madre delle città russe”, che in lingua greca significa “metropolia russa”.
Un ricordo riconoscente del primo principe di Kiev è conservato nelle antiche chiese cristiane ortodosse: la chiesa di S. Elia, il profeta di Dio, costruita da Askold e poi menzionata nel trattato di Igor con i greci (944) sul luogo dove ora sorge il tempio con lo stesso nome, la chiesa di San Nicola, eretta nei primi anni 50 del X secolo sulla tomba di Askold da Sant’Olga, uguale agli Apostoli.
Il risultato più importante di Askold fu quello di aver difeso il patrimonio ecclesiastico non solo della Russia ma di tutti i popoli slavi, e quindi l’pera dei Santi Cirillo e Metodio. A Kiev, nell’861 essi iniziarono la loro opera apostolica tra gli slavi, per continuare poi in Bulgaria e Moravia.
Con il miracolo del maphorion nella chiesa delle Blacherne vennero composte opere di spicco nel campo dell’innografia bizantina e dell’omiletica. Al Patriarca Fozio appartengono due sermoni, uno dei quali è stato scritto nei giorni dell’assedio di Costantinopoli, l’altro subito dopo il ritiro delle truppe russe. Durante l’assedio da parte di Askold fu composto il famoso “Akathistos alla Santa Madre di Dio”, scritto secondo alcuni storici della Chiesa dallo stesso Patriarca Fozio. Questo Akathistos costituisce la parte principale di una giornata di lode, di venerazione alla Vergine Maria.
Gli eventi dell’860 sono riportati non solo dalle cronache bizantine ma anche russe. Nestor il cronista, sottolineando l’importanza della campagna contro Costantinopoli, disse che questo momento “segna l’inizio dello Stato russo”. Alcuni cronisti, tra i quali Ioakim e Nikon, riportano la notizia del Battesimo della Rus’ di Kiev dopo la marcia su Costantinopoli del principe Askold. La memoria popolare è strettamente legata ai nomi dei principi di Kiev Askold e Dir, che però, secondo gli storici, regnarono a Kiev un po’ prima.
La celebrazione della Deposizione del maphorion è quindi nota sin dai tempi antichi nella Chiesa. Il principe Andrej Bogolijubskij (†1174, 4 luglio), che riunì le terre russe, costruì a Vladimir la chiesa in onore di questa festa.
Alla fine del XIV secolo, una parte del maphorion della Madre di Dio è stata portata in Russia da San Dionisij, arcivescovo di Suzdal († 1385, 26 giugno).
Il manto della Beata Vergine Maria salvò dal nemico anche la prima capitale Mosca. Nell’estate del 1451, sotto le mura della città marciavano le orde dei tartari guidati dal principe Mazovia. San Giona, metropolita di Mosca († 1461, 31 marzo), pregò incessantemente e tenne funzioni religiose, aiutando a difendere la capitale. Nella notte del 2 luglio, riportano le Cronache, le truppe tartare all’improvviso si ritirarono. In ricordo della liberazione miracolosa, il metropolita Giona costruì nello stesso anno nel Cremlino di Mosca la chiesa della Deposizione del maphorion della
Vergine, che divenne la chiesa dei metropoliti e dei patriarchi. Fu bruciata e ricostruita una trentina di anni più tardi (1484-1486), quando
la Chiesa russa dichiarò la sua autocefalia dopo il Concilio di Firenze (1439).
La nuova chiesa venne dedicata alla festa della Deposizione del manto della Vergine in Blacherne. Il tempio, tuttora presente nel Cremlino, ha continuato ad essere la chiesa domestica dei metropoliti e dei patriarchi russi fino al momento in cui è stata elevata dal Patriarca Nikon († 1681, 17 agosto) la Cattedrale dei Dodici Apostoli nel 1635.
Nel 2008, il presidente russo Medvedev ha restituito alla Chiesa russa la reliquia del maphorion insieme ad altre sacre reliquie.

Il Il Principe Askold


Deposizione Deposizione del manto della Vergine.