Le radici ellenistiche della Rus'. Visita ufficiale dell'Arcivescovo di Atene e di tutta l'Ellade a Mosca

Si è svolta dal 23 al 30 maggio 2012 la prima visita ufficiale di Sua Beatitudine l’Arcivescovo di Atene e di tutta l'Ellade Hieronymus a Mosca. Durante la visita ufficiale alla Chiesa ortodossa russa Sua Beatitudine ha concelebrato con il Santo Patriarca di Mosca e di tutta la Russia durante la Divina Liturgia nella cattedrale della Dormizione del Cremlino di Mosca in occasione della festa dell’Ascensione e dei Santi Cirillo e Metodio, il 24 maggio. Ha anche preso parte alla cerimonia di apertura della Giornata della lingua e della cultura slava, celebrata lo stesso giorno sulla Piazza Rossa, e alla riunione dei Primati delle due Chiese ortodosse con il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. Durante la visita alla Chiesa sorella di Mosca, Sua Santità il Patriarca Kirill e Sua Beatitudine l’Arcivescovo Hieronymus hanno avuto un incontro nella residenza del Patriarca presso il Monastero Danilov di Mosca e a Peredelkino, durante il quale hanno parlato in particolare della cooperazione in campo sociale e della collaborazione nei pellegrinaggi. Sua Beatitudine l’Arcivescovo Hieronymus si è inchinato nei luoghi sacri di Mosca e San Pietroburgo, ha visitato la Laura della Trinità di San Sergio a Sergiev Posad e di San Alexander Nevskij a San Pietroburgo, ha incontrato gli studenti delle scuole teologiche di Mosca e San Pietroburgo, ha avuto modo di apprezzare le opere di produzione dell’impresa d’arte “Sofrino”. Durante la visita al Patriarcato di Mosca l’Arcivescovo Ieronimo è stato accompagnato da una delegazione composta dai metropoliti: Chrysostomos di Dodona, Vasilij di Elasson, Nektarij di Kerkira e Paksos, Pavel di Edessa e Glifada, Joel di Almopia e Pella, Epifanij di Thira, Amorgos e Nison, Hierofej di Zihni e Nevrokopi, Serafim di Kifissia e Antikythira; dai vescovi: Procopij di Khristianupol e Gabriil di Daulia; dal segretario del Dipartimento sinodale per i pellegrinaggi archimandrita Spyridon(Katramadosa), dal segretario della Commissione sinodale per le relazioni inter-ortodosse e inter-cristiane arciprete Stefan Avramidisa, dall’arcidiacono Epifanij Arvanitis e da molti laici, dipendenti delle istituzioni della Chiesa ortodossa di Grecia. Di seguito, riportiamo il discorso tenuto dall’Arcivescovo di Atene e di tutta l'Ellade agli studenti dell’Accademia Teologica di San Pietroburgo il 26 maggio.

“Il nostro Maestro è il santo Signore Gesù, la Parola, che guida tutta l’umanità; Lui stesso,il Dio fatto uomo, è il nostro Maestro”. (S.Clemente di Alessandria. Pedagogo. Libro 1, Sez.7)

Ho la sensazione di essere avvolto in una nebbia, tessuta dallo scorrere del tempo e da chi ci ha preceduto. Le persone e gli eventi sono così tanti. Ci hanno legati l’amore per il Signore Gesù, i buoni rapporti e il servizio sacrificale l’uno per l’altro. Oggi sentiamo la mancanza di persone spirituali e, di conseguenza, la gente non più il richiamo del profeta: “Lavatevi, purificatevi, togliete dalla mia presenza la malvagità delle vostre azioni, cessate di fare il male; allontanatevi dal male e fate il bene; amate la giustizia e odiate l’iniquità (Isaia 1, 16-17; Ps.33,15; Ps.44, 7).
Si è soliti dire che i rapporti tra i nostri due popoli risalgono al momento in cui il popolo russo ha accolto il cristianesimo. Ma lasciatemi dire che le relazioni tra la Grecia e la Russia nel campo della cultura, dell’istruzione e dei rapporti bilaterali hanno una lunga storia che si perde nella notte dei tempi, rifacendosi ai tempi omerici, all’epoca della guerra di Troia e degli Argonauti.
Stili di vita, fondamenti culturali, stabiliti (incarnati) dai primi abitanti e ripresi nel corso del tempo in alcuni elementi che appaiono costantemente negli scavi archeologici, indicano la loro presenza nell’antichità nel territorio dell’attuale Federazione Russa e da allora i rapporti sono diventati sempre più forti, e sono poi proseguiti fino ad oggi.
Qualunque cosa può sembrare un’esagerazione, ma i legami che ci uniscono sono stati basati sulla sincerità, attraverso la quale essi sono rimasti vivi e si sono rafforzati.
Analizzando le ragioni che hanno reso possibile per la Russia ottenere e conservare il ruolo che ha raggiunto, siamo sorpresi di notare e rispettare il fatto che, al momento del declino di Bisanzio, aveva già avuto un ruolo così importante, considerato uno dei più importanti, se non il contributo più importante dell’ellenismo nella storia bizantina dell’Europa moderna.
Ma, essendo in questo luogo, sento il bisogno di fare riferimento ai nomi di alcuni dei grandi e allo stesso tempo umili uomini, come tributo alle loro opere, compiute in questo Paese per la prosperità della fede, dell’istruzione e della cultura. L’eredità che hanno lasciato è una fonte inesauribile di conoscenza per gli studenti della vostra scuola, nel senso che non hanno risparmiato nemmeno la propria vita, lavorando per lo sviluppo spirituale della gioventù locale.
Una delle figure più importanti del XVI secolo, San Massimo il Greco, illuminatore del popolo russo, fu conosciuto sotto questo nome in Russia e fu uno dei monaci e teologi di spicco dell’epoca, apostolo e confessore della Chiesa russa. Fu una personalità brillante, primo confessore della Russia e martire. Nella prefazione alle sue opere raccolte e pubblicate dall’Accademia Teologica di Kazan, si legge: “In un momento difficile è venuto a noi dalla Grecia un uomo famoso. Egli tradusse i libri teologici e liturgici in lingua slava garantendo ciò che in quei tempi era in pericolo ... Per il grande lavoro che fece fu perseguitato, esiliato e imprigionato...”.
Nell’aprile del 1649, nel cuore del Cremlino, nel monastero Chudov, il governo russo aprì la prima scuola greca, la scuola di Arsenij o “Scuola greco-latina del Cremlino”. Arsenij fu uno studioso del XVII secolo della diaspora greca, sviluppatasi in Russia, e divenne noto come Arsenij il Greco - il terzo nel campo della letteratura e dell’arte in Russia, dove fu soprannominato “Il Greco”. Egli non fu un personaggio pubblico molto noto, ma ha lavorato a Mosca nell’era delle polemiche, dei disordini, che alla fine hanno portato all’epoca di Pietro il Grande.
Il 6 marzo 1685 due fratelli originari dell’isola di Cefalonia, Kallinik e Arsenij Likhud, che studiarono con maestri di fama a Venezia e a Padova, dopo due anni di avventura vennero a Mosca, decisi a incontrare il Patriarca di Gerusalemme Dosifeju Notarades con la promessa di aiutare la Russia ad aprire una scuola superiore per l’istruzione in lingua greca. Nello stesso anno hanno fondato in conformità con le tradizioni della fede ortodossa l’Accademia slavo-greco-latina, che ha dato un’istruzione superiore in Russia. Si tratta dell’Accademia Teologica di Mosca, che dal XIX secolo si trova
nelle mura storiche della Laura della Santa Trinità di San Sergio. L’Accademia divenne il fondamento su cui si svilupparono in seguito le scuole teologiche in Russia.
In particolare, grande fu l’importanza dell’Accademia Teologica di Mosca nel XX secolo, quando le riforme politiche di quegli anni interessarono, ovviamente, anche le scuole religiose. Essa si riflette nelle parole del rettore, l’arcivescovo Feodor (Pozdeevsky), che disse: “Nella vita della Chiesa può e deve esserci solo una grande riforma: il pentimento e la preghiera, la riforma della grazia dello spirito”.
Perdonatemi se mi riferisco a persone o cose, che sicuramente conoscete.
Tornando indietro con la memoria, desidero ricordare che rappresentanti del nostro popolo hanno attraversato grandi difficoltà, disagi, sacrifici e pericoli per rafforzare l’istruzione in questo Paese. Oggi, nonostante che i benefici dell’istruzione e della cultura abbiano raggiunto i confini dell’universo, c’è un bisogno indescrivibile di spiritualità...
“E io so bene”, dice Simeone il Nuovo Teologo, che “chi trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli (Mt 5, 19). Perché coloro che ascoltano i propri educatori, e sono pronti ad imitarli, devono farlo non tanto per ottenere benefici dalle loro parole e
dalle loro opere, ma per agire come loro”.
Abbiamo bisogno di educatori e di formazione. Le difficoltà del nostro tempo ci sono sicuramente, ma per quanto grandi esse possano essere, non possono essere confrontate alle difficoltà di una volta.
San Giovanni Crisostomo diceva: “Come la terra, senz’anima e immobile, per volontà di Dio ha assunto una tale forza e in essa compie cose meravigliose, allo stesso modo e sotto l’azione dello Spirito, sarà possibile eseguire cose incredibili e superiori ad ogni comprensione umana”. Lo Spirito Santo rafforza la persona nei suoi sforzi, quando confida in Lui. Quindi, non fatevi prendere dal panico, ma credete in Dio.
Con tutto il cuore vi auguro di riuscire nei vostri studi, secondo le vostre aspirazioni”.
Durante la visita all’Accademia Teologica, Sua Beatitudine l’Arcivescovo Hieronymus si è recato nella chiesa di San Giovanni Apostolo,
dove ha venerato l’icona miracolosa della Madre di Dio “Il Segno” di Carskoe Selo.
Poi, nella Sala Grande dell’Accademia è iniziata la cerimonia solenne con la quale è stato accolto il Primate della Chiesa ortodossa
di Grecia. A nome dei professori e degli studenti, il rettore dell’Accademia, il vescovo Amvrosij di Gatchina ha detto: “Dopo il rilancio delle scuole teologiche a Leningrado nel 1946 e soprattutto durante il ministero del Metropolita Nikodim (Rotov), la delegazione della Chiesa greca era ospite frequente presso l’Accademia Teologica. Nel 2001, durante la visita all’Accademia del Vostro predecessore, Sua Beatitudine l’Arcivescovo Christodoulos ha tenuto una riunione con insegnanti e studenti. Nel maggio 2010, il famoso filosofo e teologo greco Khristos Jannarás ha tenuto
una conferenza, che ha costituito un evento di notevole rilievo nella vita dell’Accademia”. Il vescovo Amvrosij ha focalizzato l’attenzione
sullo scambio degli studenti per gli stage. “Negli ultimi anni, ci sono visite regolari di studenti greci che svolgono un corso di formazione presso l’Accademia”.
L’Arcivescovo di Atene e di tutta l’Ellade Hieronymus da parte sua ha detto che “quando si pensa all’influenza straordinaria della Santa Chiesa russa in tutti gli ambiti della vita nazionale, politica, spirituale e sociale della Grande Russia, il Primate della Chiesa apostolica autocefala di Grecia gioisce proprio come le persone che provano una forte emozione. Questo entusiasmo è aumentato ancora di più per il fatto di essere ora all’interno dell’edificio sacro dell’Accademia Teologica di San Pietroburgo, che nel XIX e all’inizio del XX secolo è stata l’Alma Mater di molti eminenti studiosi
greci e ha lasciato un’impronta indelebile nel destino della teologia ortodossa nel periodo della pericolosa crisi ideologica e spirituale che ha colpito la vita dei popoli ortodossi.
In questo senso, è mio sommo dovere portare il dovuto rispetto all’instancabile e multiforme ministero della Santa e Grande Chiesa di Cristo per la rinascita spirituale del grande popolo russo e per rafforzare il legame spirituale derivante dal fonte battesimale, che per oltre dieci secoli (860-2012) ha determinato i legami tra i nostri popoli non solo in tempi felici ma anche in tempi difficili”.
Riflettendo sul significato dello sviluppo storico della teologia per la missione della Chiesa fra le nazioni ortodosse, Sua Beatitudine ha parlato della stretta relazione tra la teologia ortodossa, l’ecclesiologia e la misteriologia, compresa la dottrina dell’Eucaristia, ed ha osservato che l’indebolimento
di questi legami in Occidente ha portato a gravi conseguenze per la Chiesa d’Occidente.
“È vero che la teologia ortodossa dei tempi moderni deve molto alle accademie spirituali che fiorirono in Russia, e in particolare a quella di San Pietroburgo, perché da un lato, di fronte alle nuove realtà, hanno dimostrato notevole zelo per la ricerca, evidenziando in tutti i settori della missione spirituale della Chiesa i principi fondamentali della teologia patristica, dall’altro - si sono assunti l’onere di promuovere un dialogo costruttivo tra la teologia ortodossa e le principali correnti filosofiche della cristianità occidentale, un dialogo necessario per mitigare le tendenze estreme ell’ideologia e della modernità”.
Secondo Sua Beatitudine, la teologia ortodossa moderna non deve limitarsi solo a rinnovare i legami con la tradizione patristica, ma deve andare oltre e dare risposte ai problemi contemporanei dell’umanità.
Al termine del discorso, Sua Beatitudine ha risposto alle domande degli studenti e dei docenti presenti all’incontro.
In ricordo della visita, il vescovo Amvrosij di Gatchina ha presentato all’illustre ospite una preziosa lampada. Da parte sua, il Primate della Chiesa ortodossa greca ha donato alla prestigiosa Accademia teologica di San Pietroburgo l’icona dell’apostolo Paolo.
Durante la cerimonia, il coro maschile e il coro misto dell’Accademia Teologica di San Pietroburgo hanno cantato inni in greco e in russo.
Poi l’Arcivescovo di Atene e di tutta l’Ellade ha partecipato al pasto fraterno, organizzato all’interno dell’istituzione religiosa.

Icona Icona dell'Apostolo Paolo


San San Pietroburgo - Relazione dell'Arcivescovo Hienymus all'Accademia Teologica


San San Pietroburgo - Il coro misto dell'Accademia Teologica