Solo nella Verità si ottiene la salvezza. Editoriale di Fernanda Santobuono

Se la Verità non è un’idea, una teoria, un sistema, ma è un volto, il Volto del Santissimo Dio, il Verbo (Logos) che si è fatto uomo, Gesù Cristo, così l’Ortodossia si identifica con il Volto del Dio-uomo, del Verbo di Dio. Egli stesso, come Dio-uomo, è l’Ortodossia, è l’intera nostra Verità.
La Chiesa Ortodossa attraverso i secoli ha difeso e conservato la Verità e la Tradizione apostolica, consapevole che solo nella Verità si ottiene la salvezza, senza alterare il suo messaggio.
Per questa fede il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Ermogene (1606-1612) fu onorato di testimoniare il miracolo dell’icona della Madre di Dio di Kazan. Per l’amore pastorale, è stato eletto metropolita di Kazan. Per la sua forza nella fede ortodossa è stato chiamato Santo Patriarca di tutta la Rus’. Per il suo fervido amore alla Chiesa, alla Patria e al popolo accettò la corona del martirio, difendendo la purezza della fede ortodossa e la Patria dai conflitti legati alla fine della dinastia dei Rurik, il cosiddetto Periodo dei Torpidi. Alla fine di questi conflitti, la Rus’ fu in grado di convocare il primo parlamento russo (Sobor Zemsky) per l’elezione del nuovo sovrano. Un ruolo particolare in tal senso ebbe la Chiesa Ortodossa Russa. Come l’anno precedente, infatti, la Chiesa, con il suo Patriarca Ermogene, e il popolo riuscirono a superare il Periodo dei Torpidi, espellendo gli invasori polacchi dal Cremlino, così il popolo e la Chiesa con il primo parlamento russo svolsero un ruolo determinante per l’elezione del primo sovrano della dinastia dei Romanov, lo zar Mikhail Fëdorovič.
Salvaguardando nel corso dei secoli la purezza della fede ortodossa, oggi la Rus’ e tutti i Paesi che fanno parte del territorio canonico della Chiesa Ortodossa Russa - Ucraina, Bielorussia, Moldova, Azerbaigian, Paesi Baltici e Stati dell’Asia centrale: Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan, - possono celebrare il 1025° anniversario del Battesimo della Rus’ e il 400° anniversario dell’elezione al trono di Mosca del primo sovrano della dinastia dei Romanov. Nei trecento anni del suo governo , la Rus’ divenne una grande nazione e il secondo Paese al mondo per produzione di ricchezza, in special modo tra la fine del XVIII e l’inizio del XX secolo.
Oggi la Russia è impegnata, insieme alla Cina, a plasmare un nuovo ordine mondiale, per garantire la pace e la sicurezza e difendere i principi fondamentali del diritto internazionale.
A distanza di molti anni da questi avvenimenti storici, il Concilio dei Vescovi della Chiesa Ortodossa Russa, riunitosi a Mosca dal 2 al 5 febbraio 2013, ha nuovamente ribadito l’importanza di difendere la purezza della fede ortodossa, «pietra angolare» del prossimo Concilio Panortodosso.
Lo stesso Concilio ha approvato all’unanimità la nuova costituzione del Patriarcato di Mosca per quanto riguarda l’annessione nel suo territorio canonico di Cina e Giappone. Questo nuovo «assetto geografico» del Patriarcato di Mosca è da ricondurre alle fatiche pastorali di missionari russi, come San Nicola del Giappone (1836-1012), che identificandosi con il popolo giapponese, ne ha assorbito pian piano la sua cultura e l’ha unita all’Ortodossia, dando così frutti abbondanti per migliaia e migliaia di fedeli giapponesi, che costituiscono oggi la Chiesa Ortodossa Autonoma del Giappone.
Sebbene la Georgia non faccia parte del territorio canonico della Chiesa Ortodossa Russa, i rapporti tra il Patriarcato di Mosca e la Chiesa Ortodossa Georgiana sono sempre stati più che fraterni, come dimostra l’apertura del centro patriarcale e sinodale, spirituale, amministrativo e culturale a Gelendzhik, sulle rive del Mar Nero, nel Sud della Russia. Tale centro consente l’avvicinamento del Patriarcato di Mosca alla regione del Caucaso, con inevitabili ricadute positive nei rapporti con le Chiese Ortodosse Locali presenti in questa zona, al confine tra Europa ed Asia.
La Georgia, che fa parte del Caucaso insieme a Russia, Armenia, Azerbaigian, Abkhazia e Ossetia del Sud, ha antichi legami con la Rus’ storica non solo di tipo spirituali ma anche politici e territoriali, avendo fatto parte dell’Impero Russo nel XIX secolo e dell’Unione Sovietica nel Novecento.
Dopo un periodo di particolare splendore nel XII e XIII secolo, la Georgia si divise in piccoli regni e principati, divenendo un Paese devastato dalle invasioni musulmane e dal disordine interno, dove le regioni meridionali tendevano ad islamizzarsi. Alla luce di questa difficile situazione politica, i georgiani iniziarono già nella seconda metà del XVII secolo ad avvicinarsi alla Russia. Il suo inserimento nell’Impero Russo nel XIX secolo ebbe importantissime conseguenze storico-culturali. Da un lato pose fine alla secolare soggezione alle dominazioni musulmane, con un progressivo sviluppo demografico ed economico, dall’altro consentì alla prima generazione di intellettuali georgiani moderni, i cosiddetti «padri», nota come Tergdaleulni, vale a dire «coloro che hanno superato il Tergi», di recarsi a studiare a Mosca e Pietroburgo.
Al di là delle implicazioni politiche e religiose che caratterizzarono questo periodo storico, per sette decenni la Georgia fece parte dell’Unione Sovietica e, pur vivendo in un contesto difficile e tragico, conobbe alcuni aspetti positivi di quest’epoca, con la formazione di strutture culturali moderne come le accademie e le università, un forte aumento dell’istruzione media e una notevole industrializzazione. Fu in questo periodo che all’interno del Paese, che costituiva una delle 15 repubbliche sovietiche con un livello di vita e di istruzione tra i più alti dell’Urss, vennero costituite tre autonomie territoriali, l’Abkhazia, l’Ossetia del Sud e e l’Agiaria, divenute nel 1991, con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, le tre Repubbliche autonome della Georgia.
Oggi, come durante il Periodo dei Torpidi, la Chiesa Ortodossa Russa è il fondamento religioso e il primo valore nella società civile di tutti i Paesi della spazio post-sovietico.
Nell’anno in cui si celebra il 70° anniversario della ricostituzione del Patriarcato di Mosca dopo il periodo sinodale, durato due secoli (1721-1943, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ ha celebrato il 1 febbraio 2013 il quarto anniversario della sua intronizzazione al Trono di Mosca. Nel discorso ai fedeli al termine della Divina Liturgia nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, il Primate della Chiesa Ortodossa Russa ha ricordato che «in questi quattro sono avvenuti così tanti eventi nella vita della Chiesa che basterebbero per quarant’anni ed oltre».
Nel ringraziare i vescovi della Chiesa Ortodossa Russa «per aver compreso gli obiettivi comuni e l’importanza di lavorare insieme
per il raggiungimento di tali obiettivi»,
il Primate della Chiesa Russa si è detto fiducioso che «Dio avrà misericordia di tutti i Paesi della Rus’ storica», che sono sotto la cura pastorale del Patriarcato di Mosca, e non mancherà di tenere la Chiesa «unita, spiritualmente forte e invincibile dal nemico».
Nei quattro anni del suo ministero, il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ ha condotto su larga scala riforme amministrative della Chiesa, tra cui il cambiamento della gestione delle diocesi, con la formazione di oltre trenta metropolie e quasi 90 nuove diocesi, e l’ordinazione di 88 vescovi.
Notevoli cambiamenti hanno avuto luogo anche nel sistema amministrativo della Chiesa, con il rilancio della Commissione Interconciliare e la fondazione dei programmi di laurea e di dottorato della Chiesa. Cambiamenti qualitativi sono avvenuti inoltre nel servizio sociale della Chiesa.
Il Patriarca Kirill ha visitato più di cento diocesi, alcune delle quali più di una volta, e si è recato in visita ufficiale in Azerbaigian, Armenia, Bielorussia, Ucraina, Moldova, Kazakistan, Egitto, Libano, Siria, Turchia, Bulgaria, Polonia, Giappone, Israele, Palestina, Giordania e Cipro.
Se guardiamo al lavoro svolto nell’ultimo anno, possiamo ben comprendere il significato delle parole del Primate della Chiesa Ortodossa Russa quando afferma che «un tempo così ristretto porta con sé un segno escatologico per la Chiesa, essendo [la Chiesa] responsabile della salvezza degli uomini».
Solo nel 2012, in qualità di presidente del Santo Sinodo, Sua Santità il Patriarca Kirill ha convocato cinque riunioni dell’organo di governo della Chiesa. Ai tradizionali luoghi di riunione (Mosca, San Pietroburgo, Kiev) è stato aggiunto il centro sinodale e patriarcale, spirituale, amministrativo e culturale del Patriarcato di Mosca a Gelendzhik, dove si è tenuto il secondo incontro della sessione di primavera-estate.
Il Consiglio Supremo della Chiesa , in quanto organo esecutivo della Chiesa Ortodossa Russa, che è subordinato al Patriarca e al Santo Sinodo, si è riunito sei volte nel corso dell’ultimo anno, tra cui una riunione straordinaria il 12 ottobre. Il Consiglio Supremo ha anche fatto un’importante dichiarazione in relazione alla sentenza di condanna sul caso della profanazione dello spazio sacro del Tempio di Cristo Salvatore, che mirava a svilire, ferire e minare l’identità profonda di un popolo e di un Paese.
Il Primate della Chiesa Russa ha avuto molti incontri con Il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin nel corso del 2012. Particolarmente significativo è stato l’incontro tra il Presidente Putin e i leader delle comunità religiose tradizionali presenti in Russia, dove sono state sollevate questioni vitali di interazione tra Stato e religioni tradizionali per il bene della società civile.
Ci sono state riunioni periodiche tra Sua Santità e il sindaco di Mosca Serghey Sobyanin per la realizzazione del programma di costruzione di 200 templi a Mosca.
Il continuo processo di formazione di nuove diocesi ha dato un notevole impulso positivo all’ulteriore sviluppo della vita della Chiesa. Solo nel 2012 sono state istituite 35 nuove diocesi e 17 metropolie, di Volgograd, Yaroslavl, Samara, Nizhny Novgorod, Omsk, Tatarstan, Belgorod, Ivanovo, Stavropol, Simbirsk , Kursk, Chelyabinsk, Penza, Kuzbass, Chuvash, Vyatka, Tambov, al fine di migliorare il coordinamento e il controllo delle diocesi che si trovano nella stessa regione della Federazione Russa.
Fino al 28 dicembre 2012, il Patriarca Kirill ha tenuto 244 servizi divini, ha ordinato 41 vescovi e 21 sacerdoti, ha consacrato 25 chiese, ha benedetto la «prima pietra» di nuove chiese.
Lo scorso anno, la Chiesa ha partecipato
ad importanti eventi ecclesiali, come la tradizionale celebrazione della Giornata della letteratura e della lingua slava in coincidenza con il 5° anniversario della firma dell’atto di comunione canonica con la Chiesa Ortodossa Russa all’estero, la celebrazione del 200° anniversario della Battaglia di Borodino, la festa dell’Unità Nazionale, il 400° anniversario della fine del Periodo dei Torpidi e il ripristino dello Stato Russo.
A giugno 2013, Sua Santità il Patriarca Kirill visiterà la Grecia, il Monte Athos e l’Estonia.

Icona Icona della Madre di Dio di Kazan (XVII sec.)


Fernanda Fernanda Santobuono