Il Presidente Vladimir Putin incontra i Patriarchi Kirill e Ilia II
Il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha incontrato nella sua residenza di Novo-Ogarevo, fuori Mosca, il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill e Sua Santità e Beatitudine il Catholicos-Patriarca di tutta Georgia Ilia II, al quale è stato attribuito il premio della Fondazione Internazionale per l’Unità dei Popoli Ortodossi «per il contributo al rafforzamento dei legami fraterni tra i popoli e le Chiese Ortodosse».
Nel salutare il Primate della Chiesa Ortodossa Georgiana, Vladimir Putin si è congratulato con lui per l’80° compleanno e il 35° anniversario della sua intronizzazione come Patriarca. Il Capo dello Stato, in particolare, ha detto: «Santità, sono lieto di vederla e mi è gradita l’occasione per congratularmi personalmente con Lei, sia per il recente compleanno e il 35° anniversario del suo servizio, sia ora per il premio della Fondazione Internazionale per l’Unità dei Popoli Ortodossi».
«In modo particolare desidero esprimerLe il mio ringraziamento, - ha detto il Presidente - per il fatto che Lei nelle attuali e difficili condizioni (mi riferisco alle difficili relazioni tra la Russia e la Georgia), sta facendo tutto il possibile per mantenere i contatti umani, spirituali e culturali tra i due popoli fratelli. In queste mie parole non c’è nessuna esagerazione. Un grande grazie a Lei. Sono molto contento di vederLa a Mosca. Benvenuto!».
In risposta, Sua Santità e Beatitudine il Catholicos-Patriarca Ilia II ha ringraziato il Presidente della Federazione Russa per le congratulazioni e ha portato a Vladimir Putin i saluti del primo ministro della Georgia Ivanishvili: «Eccellenza, Signor Presidente, Le porgo un cordiale saluto a nome della Chiesa Ortodossa Georgiana. Desidero trasmetterLe i saluti del nostro nuovo primo ministro. Egli sta compiendo ogni sforzo per migliorare i rapporti con tutti - ha assicurato il Catholicos-Patriarca.- Credo che i problemi che esistono tra noi saranno risolti e continueremo ad essere fratelli».
La seconda guerra in Ossetia del Sud fu combattuta dalla Georgia da una parte, e da Russia, Ossetia del Sud e Abkhazia dall’altra, dopo che da parte della Georgia furono violati gli accordi sul «cessate il fuoco» in vigore dal 1992.
Il conflitto iniziò nella notte fra il 7 e l’8 agosto 2008, dopo diversi giorni di pesanti scontri tra esercito georgiano e milizie ossete, che culminarono nell’attacco della Georgia all’Ossetia del Sud.
La Federazione Russa, che già dal 1992 aveva una presenza militare in Ossetia del Sud ed Abkhazia come forza d’interposizione su mandato internazionale, intervenne massicciamente sbaragliando i georgiani ed arrivando ad occupare una larghissima parte del territorio, sino a poche decine di chilometri da Tbilisi.
Il 15 agosto venne firmato fra Georgia e Russia un accordo preliminare sul cessate il fuoco, con la mediazione dell’Unione Europea guidata da Nicolas Sarkozy, in quanto presidente di turno dell’Ue: in base all’accordo le truppe si impegnarono al ritiro sulle posizioni precedenti l’inizio delle ostilità, e la Georgia a non usare la forza contro le due Repubbliche secessioniste. Dopo un iniziale ritiro dalle posizioni più avanzate, come la città di Gori, la Russia decise di continuare l’occupazione militare di due zone cuscinetto in Georgia ai confini delle due regioni, per prevenire possibili futuri attacchi verso l’Ossetia del Sud e l’Abkhazia.
La Federazione Russa ha riconosciuto l’indipendenza delle due Repubbliche dell’Ossetia del Sud e dell’Abkazia il 26 agosto 2008.
Mosca - I Patriarchi Kirill e Ilia II vengono ricevuti dal Presidente Putin