Anniversario di intronizzazione del Patriarca Kirill. «La Chiesa è responsabile della salvezza degli uomini»
Nel quarto anniversario di intronizzazione del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill il 1 febbraio 2013, è stata celebrata una Divina Liturgia nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca.
A motivo della speciale ricorrenza, Sua Santità il Patriarca Kirill per tradizione è arrivato nel tempio con la vettura «Chaika», di proprietà del metropolita Nikodim (Rotov).
Hanno concelebrato con il Primate della Chiesa Ortodossa Russa il metropolita di Tokyo e di tutto il Giappone Daniel, i membri permanenti del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa - il metropolita di San Pietroburgo e Ladoga Vladimir, il metropolita di Minsk e Sluzk Filaret, il metropolita di Krutitsij e Kolomna Juvenalij, il metropolita di Chisinau e di tutta la Moldova Vladimir, il metropolita di Astana e Kazakistan Alexander, il metropolita di Tashkent e Uzbekistan Vikentij, il metropolita di Saransk e Mordovia Varsonofij, cancelliere del Patriarcato di Mosca, il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca; i vescovi del Patriarcato di Mosca, giunti a Mosca per partecipare al Concilio dei Vescovi della Chiesa Ortodossa Russa, i rappresentanti delle Chiese Ortodosse Locali presso il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ - il metropolita di Kirin Afanasij, della Chiesa Ortodossa di Alessandria, l’arcivescovo Nifon di Filippopoli, della Chiesa Ortodossa di Antiochia, il vescovo Antonij di Moravich, della Chiesa Ortodossa Serba, l’archimandrita Stefan (Dispirakis), della Chiesa Ortodossa di Gerusalemme, l’archimandrita Feoctist (Dimitrov), della Chiesa Ortodossa Serba, l’arciprete Aleksej Yushchenko, della Chiesa Ortodossa Ceca e Slovacca; l’archimandrita Isidor (Minaev), capo della Missione Ecclesiastica Russa a Gerusalemme, l’arciprete Vladimir Divakov, segretario del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ a Mosca, l’arciprete Mikhail Ryazantsev, sacerdote anziano del Tempio di Cristo Salvatore, i capi delle istituzioni ecclesiastiche sinodali, i vicari dei monasteri stavropigiali e il clero di Mosca.
Al servizio hanno partecipato il governatore ad interim della regione di Mosca A.Y. Vorobiev, il governatore di Kaliningrad N.N. Tsukanov, il presidente del Dipartimento sinodale per l’informazione V.R. Legoida, le madri superiori dei conventi, il clero di Mosca e della regione di Mosca, il personale delle istituzioni sinodali e delle strutture ecclesiali, i rappresentanti dei consigli parrocchiali, gli insegnanti e gli studenti delle scuole religiose, ospiti speciali.
Sua Santità il Patriarca Kirill ha indossato durante il servizio i paramenti della sua intronizzazione, simili a quelli che indossava San Pietro, metropolita di Mosca, Taumaturgo di tutta la Rus’ (1326).
Hanno cantato durante il servizio liturgico il coro del Tempio di Cristo Salvatore, diretto da I.B. Tolkačev, e il coro del monastero Sretenskij di Mosca, diretto da N.S. Zhila.
Con le litanie sono state innalzate preghiere speciali per Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill in questo giorno di festa.
Il discorso ai fedeli prima della Comunione è stato tenuto dall’arciprete Boris Levshenko, un religioso della chiesa di San Nicola in Kuznetsk.
Al termine della Liturgia è stata eseguita una preghiera di ringraziamento, letta dal metropolita di Krutitsij e Kolomna Juvenalij.
Poi vladyka Juvenalij ha letto il messaggio di congratulazioni a nome dei membri del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa e ha presentato a Sua Santità il Patriarca l’icona della Madre di Dio di Kazan e un cesto di fiori.
Il Primate della Chiesa Russa si è rivolto ai fedeli con la parola Primaziale: «Vostre Eminenze ed Eccellenze! Caro vladyka Juvenalij! Cari padri, madri badesse! Fratelli e sorelle!
Ringrazio tutti voi per le vostre preghiere di oggi - un giorno che è nella mia vita forse il più importante dopo il mio compleanno.
Quattro anni fa con grande trepidazione sono salito al trono di Mosca e di tutta la Rus’ con la piena comprensione delle proprie responsabilità e delle difficoltà che avrei trovato dinanzi a me. Quattro anni sembrano essere un breve periodo di tempo. Se guardiamo all’età di un bambino, possiamo vedere che nei quattro anni dopo la nascita un essere umano non è in vigore - è ancora così fragile, così debole, così indifeso, ha bisogno dell’aiuto e del sostegno dei genitori. Ma nella storia della Chiesa, soprattutto in questo periodo molto dinamico del XXI secolo, questi quattro anni sono stati pieni di eventi, che basterebbero per quarant’anni e più.
Questo tempo così limitato porta con sé un segno escatologico per la Chiesa. Poiché la Chiesa è responsabile della salvezza degli uomini, essa deve assicurare che le tentazioni che semina il nemico del genere umano non germoglino nelle anime. Essa deve far sì che queste tentazioni non si verifichino prima di tutto nell’ambiente dell’episcopato e del clero.
Noi sappiamo che il clero, guidato dai vescovi, è in prima linea per proteggere la Chiesa. Naturalmente, non sempre e non tutti hanno la forza, la pazienza e il coraggio. Ma è del tutto evidente che il Signore crocifisso e risorto ha fondato la Sua Chiesa insieme a noi, i Suoi seguaci, anche nel dramma escatologico della lotta tra il bene e il male. Noi non siamo soli e nel nostro servizio ci affidiamo non solo alla nostra conoscenza, acquisita attraverso l’istruzione, ma anche ad una certa forza e abilità che Dio ha posto in ogni sua creatura. Noi dobbiamo innanzitutto fare affidamento sulla grande missione che Dio, per mezzo del suo Figlio, ha dato alla Chiesa e, quindi, prima di tutto ai vescovi e, per loro tramite, ai sacerdoti e attraverso loro a tutte le persone per la loro santificazione e salvezza. E non sono le nostre capacità e le nostre forze a svolgere un ruolo di primo piano, ma la grazia di Dio che riceviamo nel sacramento dell’ordinazione e che ci accompagna tutti i giorni della nostra vita.
E forse la lezione più importante, che ho imparato personalmente nel corso degli ultimi quattro anni, è nelle parole pronunciate non da me: «Tutto posso in colui che mi dà la forza» (Fil 4,13.). Perché non sono io, non siamo noi, ma è Cristo che opera in noi. E per essere così, abbiamo bisogno solo di aprire il nostro cuore a Lui, attraverso il pentimento, la preghiera, le buone opere, entro i nostri propri limiti.
Vorrei esprimere il mio ringraziamento speciale al Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa, che insieme al Patriarca condivide la responsabilità di prendere decisioni molto importanti. Vi ringrazio, caro vladyka Juvenalij.
Prima di tutto, vorrei ringraziare i membri permanenti del Sinodo, che sono vicini al Patriarca e si assumono la responsabilità del governo della Chiesa, ma anche molti confratelli vescovi, che in qualità di membri temporanei del Sinodo nelle sessioni appena trascorse, si sono resi conto della grande responsabilità di ogni scelta.
Grazie per la condivisione delle idee, che esiste all’interno del nostro episcopato, per la comprensione degli obiettivi comuni e per l’importanza di passarle al clero.
Ringrazio uno a uno tutti i vescovi che sono giunti a Mosca per partecipare al Concilio, così come tutti coloro che per motivi di salute non hanno potuto prendere parte al servizio, e ciascuno di voi, cari fratelli nel sacerdozio, che dovete affrontare sfide e difficoltà. Per grazia di Dio, in questi quattro anni molto è stato fatto da tutti noi, da tutta la Chiesa.
Oggi non dobbiamo mollare, soprattutto per tutto quello che è stato fatto. Noi, umilmente, dobbiamo riconoscere che si poteva fare di più, ma dobbiamo ringraziare il Signore per tutto quello che è stato compiutto in questi quattro anni, sia nella gioia che nel dolore, ma soprattutto per la grazia che il Signore, il Capo della Chiesa, ha concesso a tutti noi.
Vorrei ringraziare sinceramente tutti Voi – sia i vescovi che i pastori, i religiosi e il popolo di Dio - per aver avuto fiducia nel fatto che in risposta alle nostre opere, alle nostre preghiere, alla devozione del nostro popolo, il Signore ha rivolto la Sua misericordia su tutti i Paesi della Rus’ storica, che fanno parte del territorio canonico della Chiesa Ortodossa Russa, sulle loro autorità, sulle loro nazioni, e ha mantenuto la nostra Chiesa unita, spiritualmente forte, invincibile di fronte al nemico, sostenendo il suo ministero per la gloria di Dio e la salvezza dei fedeli ad essa affidati. Amen».
Lo stesso giorno, nella sala espositiva del Museo di arte ortodossa della cattedrale di Cristo Salvatore è stata inaugurata la mostra d’arte contemporanea «La luce della stella di Natale», programmata per l’inizio del Concilio dei Vescovi e per il quarto anniversario di intronizzazione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill.
L’esposizione di arte contemporanea è stata curata dalla Commissione per l’arte del Consiglio Diocesano di Mosca e dal portale ortodosso «Dioniso», con la partecipazione della «Gazzetta del Patriarcato di Mosca».
Al termine della Divina Liturgia, Sua Santità il Patriarca Kirill ha ricevuto gli auguri del Presidente della Federazione Russa V.V. Putin.
Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca nel giorno del quarto anniversario di intronizzazione del Pratriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill
Sua Santità il Patriarca Kirill
Mosca - Solenne Liturgia nel IV anniversario di intronizzazione del Patriarca Kirill