Icona della Madre di Dio di Vladimir (XVI sec. - San Pietroburgo). «... E scorgo il tuo fuoco, sole del mondo» di Afanasij Afanas'evič Fet
Se in impari lotta l’alma s’arrende,
E giorno e notte le palpebre serro,
Ma strani sembianti a tratti discerno.
Più fitte le tenebre della vita consueta
Come dopo bagliore di lampo autunnale,
E solo nel cielo, benigno segnale,
Risplendono i cigli dell’oro stellare.
Tanto traspare l’infinito di fiamme,
Sì lieve l’accesso all’abisso dell’etere,
Che fingo lo sguardo dal tempo all’eterno
E scorgo il tuo fuoco, sole del mondo.
E fumiga immoto su rose infuocate
L’altare vivente di tutto il creato,
Vapore in cui, come visione che crea,
Si increspa la forza e l’eterno si sogna.
E ciò che trasvola gli abissi dell’etere,
Ed ogni raggio, corporeo e incorporeo,
È solo riflesso tuo, sole del mondo,
È solo tuo sogno, effimero sogno.
Nell’alito immenso di queste visioni
Qual fumo mi libro e ignaro mi disfo,
E in questo discernere, e in questo obliare
Mi è lieve la vita e il respiro non duole.
Afanasij Afanas’evič Fet
Icona della Madre di Dio di Vladimir. XVI secolo - San Pietroburgo