Nel 1025° anniversario del Battesimo della Rus'. Messaggio del Patriarca Kirill e del Sacro Sinodo
Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill e il Sacro Sinodo della Chiesa ortodossa russa hanno inviato un messaggio agli arcipastori, al clero, ai monaci e ai laici in occasione del 1025° anniversario del Battesimo della Rus’. Il documento è stato adottato durante la riunione del Sacro Sinodo, che si è tenuta il 16 luglio 2013 (Gazzetta № 69) presso la residenza patriarcale e sinodale nel monastero stavropigiale di San Daniele di Mosca.
Eminentissimi arcipastori, amati nel Signore, reverendi presbiteri e diaconi, venerabili monaci e monache, cari fratelli e sorelle!
Quest’anno si commemora un evento significativo - il 1025° anniversario del Battesimo della Rus’. Già nel X secolo la Rus’, attraverso le opere del santo principe Vladimir, uguale agli apostoli, accettò la fede e la cultura cristiana, fece una scelta spirituale e di civiltà che è stata determinante per lo sviluppo storico dei nostri popoli.
Secondo il metropolita Hilarion di Kiev, «la fede, piena della grazia, si è diffusa in tutto il mondo ed è arrivata nella nostra nazione russa... Nella sua beneficenza, Dio ha avuto pietà di tutte le terre e non ci ha disprezzato - Egli desiderava che noi fossimo salvati e ci ha portato a comprendere il significato della Verità».
Negli ultimi 1025 anni ci sono stati eventi gloriosi e tragici. La fede in Cristo è stata inculcata nei nostri antenati e ha portato frutti abbondanti, pur avvenendo in circostanze molto difficili. Molti hanno cercato di allontanare il popolo della Rus’ dall’Ortodossia. Questo era l’obiettivo di chi voleva renderci schiavi, sia dall’Occidente che dall’Oriente. Questo era il desiderio di chi voleva costruire una società «ideale» senza Dio, in contrasto con la sua legge eterna. Ma i popoli che hanno adottato la fede cristiana, hanno più volte dimostrato la loro fedeltà a Cristo. Sono stati in grado di tornare a Lui anche dopo le apostasie imposte da coloro che li hanno perseguitati crudelmente. Nonostante la «debole audacia» di questi ultimi, i cuori e le anime di molti dei nostri compatrioti sono stati santificati. È nostro dovere e imperativo spirituale preservare questa Verità e costruire la nostra vita personale e sociale sulle sue fondamenta.
Dobbiamo imparare le lezioni del passato. E la lezione principale è questa: l’edificio della nostra civiltà non può esistere senza il fondamento evangelico su cui è stato innalzato. Oggi, molti stanno ancora proponendo di costruire la nostra vita senza Dio. La libertà è spesso intesa come il perseguimento di tutti i tipi di desideri, compresi quelli imposti alla persona umana dall’esterno. Questa comprensione della libertà può essere ampliata al punto tale da minacciare il nostro senso naturale e morale e il nostro dovere verso i vicini, e, in definitiva, la stessa possibilità di dire la verità e di agire secondo coscienza.
I popoli che hanno perso l’etica dell’autocontrollo e di servire Dio, la Patria e il prossimo, perdono la loro forza spirituale e diventano deboli e vulnerabili, e questo comporta il rischio di estinzione e la prospettiva triste di lasciare il posto ad altri, più forti spiritualmente. Abbiamo bisogno di capire chiaramente questo e di non andare sulla via che conduce alla perdizione, ricordando le parole del profeta: «Così dice il Signore, fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri del passato, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le vostre anime» (Geremia 6,16).
Il mondo moderno si trova ad affrontare molti mali: la criminalità, il terrorismo, il crescente numero di suicidi e aborti, il crollo dei valori, l’alcolismo e la droga, la distruzione dell’ambiente e le ingiustizie sociali, la solitudine e la sofferenza delle anime di molte persone. Queste calamità possono essere superate intraprendendo il cammino della rinascita della fede in Dio, che è pronto a concedere il perdono dei peccati e il suo celeste aiuto per una nuova vita sia alle persone che alle nazioni intere. Il Battesimo della Rus’ è la fonte vivificante che ci sostiene oggi e che ci dona la forza di costruire la vita come eredi della Rus’ storica, sulla base dei valori eterni che abbiamo ricevuto da Dio e che ci uniscono spiritualmente. Questi valori e la conseguente visione del mondo si riflettono esternamente nella cultura dei nostri popoli, nell’arte, nell’architettura, nella letteratura, nell’istruzione, nella nostra vita privata e nell’economia, nel nostro rapporto con la natura e in molti altri ambiti, che costituiscono lo spazio comune degli eredi spirituali della Santa Rus’.
Un quarto di secolo fa è iniziata la rinascita della Chiesa russa. In questi anni sono state restaurate e costruite decine di migliaia di chiese e centinaia di monasteri, è ripresa su solide basi la missione della Chiesa in molti ambiti. Come potente fattore spirituale e morale dei nostri popoli, la fede ortodossa è divenuta patrimonio di milioni di persone. Umilmente possiamo riconoscere che nel mondo non c’è una rinascita religiosa così grandiosa e rapida come quella che ha avuto luogo nello spazio della Rus’ storica nel corso degli ultimi venticinque anni. Noi sinceramente ringraziamo Dio, che è il Signore della storia, per la misericordia che ha dimostrato ai nostri popoli. Dal nostro cuore ringraziamo tutti coloro che con le loro fatiche hanno risposto a questa grazia divina e hanno reso possibile tutto questo.
Tuttavia, resta ancora molto da fare, perché il Signore attende da noi nuovi frutti. E il frutto principale deve essere l’unione di fede e di vita, l’affermazione della verità del Vangelo con le parole e le azioni dei nostri connazionali.
Ricordiamo che nel corso della storia, il destino dei popoli che sono nati spiritualmente al fonte battesimale di Kiev si è sviluppato in modo diverso. In passato vivevano in un unico Paese, che si estende dal Mar Baltico al Mar Nero, dalla Galizia al Volga. In altri periodi, alcuni di questi popoli si sono trovati sotto il dominio straniero e hanno fatto parte di altri paesi. Eppure la nostra unità spirituale, preservata dalla potenza della grazia di Dio e dagli ideali morali comuni, predicati e difesi dalla Chiesa ortodossa russa, è esistita ed esiste ancora immutabilmente.
I popoli nei quali la santa fede ortodossa è radicata, sono chiamati, come San Sergio di Radonež insegna, «a superare le divisioni di questo mondo, nella contemplazione della Santa Trinità», essere un esempio di fratellanza e di aiuto reciproco per l’umanità. La Santa Rus’ vivrà finché rimane fedele alla scelta fatta da San Vladimir, fin quando preserva la sua unità spirituale, a patto che si ricordi e veneri devotamente i nostri santi comuni. E se noi conserviamo questo patrimonio comune e questa affinità spirituale, allora possiamo avere un futuro.
Possa Dio, attraverso le preghiere dei santi che hanno brillato nella terra della Rus’, confermarci nella verità sulla quale è stata costruita la vita dei nostri popoli e su cui, noi crediamo, continuerà ad essere costruita.
Riunione del Sinodo
Durante la riunione ordinaria della sessione di primavera-estate, il Sacro Sinodo ha approvato il documento «La missione esterna della Chiesa ortodossa russa» e ha deciso di formare due nuove diocesi in seno alla diocesi di Vladimir.
Al termine della relazione dell’arcivescovo Evgenij di Vereya, presidente del Comitato per l’istruzione, il Sinodo ha incaricato il Comitato, tra le altre cose, di organizzare corsi regolari di sviluppo professionale per i docenti di teologia nelle istituzioni educative.
Dopo la relazione del Patriarca sulle diocesi e le parrocchie all’estero, il Sinodo ha deciso di nominare amministratore delle parrocchie patriarcali in Italia l’arcivescovo Mark di Egorievsk, responsabile della Gestione delle isitituzioni estere del Patriarcato di Mosca, ha nominato capo ad interim della Missione ecclesiastica russa a Gerusalemme l’igumeno Feofan (Lukyanov), ha aperto nella città di Lugano (Svizzera) il monastero della Santa Croce, nominando come suo igumeno lo schema-archimandrita Gabriel (Bunge), chierico della diocesi di Korsun.
Il Sinodo ha stabilito l’8 marzo giorno di festa in onore di Santa Matrona di Mosca, per commemorare il ritrovamento delle sue reliquie. Ha inoltre approvato i testi dei servizi di preghiera di San Giovanni di Shanghai, del martire Hilarion (Troitsky), e di San Simeone delle Grotte di Pskov, e le decisioni del Consiglio Supremo della Chiesa, adottate nella prima metà del 2013.
Battesimo del santo principe Vladimir
Sua Santità il Patriarca Kirill
Mosca - I membri del Sacro Sinodo riuniti presso il monastero San Daniele.