In difesa del popolo serbo in Kosovo e Metohija. Visita del Patriarca Ireneo a Mosca

Nel corso della sua visita in Russia dal 16 al 30 luglio 2013 per partecipare alle celebrazioni del 1025° anniversario del Battesimo della Rus’, Sua Santità il Patriarca serbo Ireneo ha avuto una riunione con il Primate della Chiesa ortodossa russa il 17 luglio e con il presidente della Duma di Stato dell’Assemblea Federale della Federazione Russa S.E. Naryshkin il 23 luglio.
Alla riunione presso la Camera bassa dell’Assemblea Federale hanno partecipato il rappresentante del Patriarca di Serbia presso il Trono Patriarcale di Mosca, vescovo Antonij di Moravich, l’ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Serbia nella Federazione Russa S. Terzič, il vicepresidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, arciprete Nikolaj Balashov, il rappresentante del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ a Belgrado, arciprete Vitaly Tarasyev, il presidente della Commissione per le associazioni pubbliche le organizzazioni religiose della Duma di Stato della Federazione Russa J.E. Nilov, il vicepresidente della Commissione Affari esteri della Duma di Stato della Federazione Russa A.L. Romanovič, il dipendente del Segretariato per le relazioni interortodosse del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne, A.Y. Hoshev.
Sergej Naryshkin ha dato il benvenuto al Primate della Chiesa ortodossa serba, sottolineando l’importanza della visita di Sua Santità il Patriarca alla Chiesa ortodossa russa. Durante la conversazione sono stati affrontati il tema dei santuari ortodossi e la situazione della popolazione serba del Kosovo e Metohija, così come l’approssimarsi di un’importante data storica - il 100° anniversario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Le parti hanno sottolineato l’importanza di unire gli sforzi degli scienziati russi e serbi per studiare e promuovere la storia della Prima Guerra Mondiale.
S.E. Naryshkin ha ringraziato il Patriarca Ireneo per l’attenzione alla necropoli russa a Belgrado - la più grande d’Europa, dove sono sepolti i soldati russi che hanno combattuto negli anni 1914-1918 per la libertà dei popoli dell’ex Jugoslavia. Il Patriarca Ireneo ha descritto la tragica situazione dei credenti ortodossi che sono rimasti in Kosovo e Metohija, così come degli sfollati dalle loro terre e dei rifugiati durante gli anni del conflitto armato nel 1999 e delle rivolte anti-serbe nel 2004. Il Primate della Chiesa ortodossa serba ha ringraziato la leadership del Governo russo nel sostenere la posizione della Serbia sulla questione del Kosovo e spera in una soluzione giusta.

All’incontro con Sua Santità il Patriarca il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill presso la residenza patriarcale e sinodale nel monastero San Daniele di Mosca, il Patriarca serbo Ireneo era accompagnato dal metropolita del Montenegro e Primorje Amfilohije, dal vescovo di Nuova Gračanica e America del Midwest Longin, dal vescovo Irinej di Bačka, dal vescovo di Raška e Prizren Feodosij, dal monaco del monastero di Žiča, archimandrita Arsenij (Glavchich), dal professore della Facoltà teologica ortodossa dell’Università di Belgrado, arciprete Radomir Popovič, dal rettore del Seminario di San Pietro di Cetinje, arciprete Gojko Perovič, dall’arcidiacono della chiesa cattedrale di San Michele Arcangelo a Belgrado, Radomir Perchevič, dal membro di Gabinetto di Sua Santità il Patriarca serbo, diacono Aleksandr Sekulič. All’’incontro ha preso parte anche il rettore del metochion della Chiesa ortodossa serba a Mosca, vescovo Antonij di Moravich.
Per la Chiesa ortodossa russa erano presenti il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca (Decr), metropolita Hilarion di Volokolamsk, il capo della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca, vescovo Sergej di Solnechnogorsk, il vicario del monastero Novospasskij di Mosca, vescovo Sava di Voskresenskij, il vicario del monastero San Daniele, archimandrita Aleksej (Polikarpov), il vicepresidente del Decr, arciprete Nikolaj Balashov, il segretario del Decr per le relazioni interortodosse, arciprete Igor Yakymchuk.
Nell’accogliere l’illustre ospite, Sua Santità il Patriarca Kirill ha detto: «Siamo molto lieti che la visita tanto attesa di Vostra Santità nella Chiesa russa si svolga ora. Essa coincide con il periodo di grazia della celebrazione del 1025° anniversario del Battesimo della Rus’, e gioiamo anche del fatto che la Vostra visita di pace si protrarrà fino alla celebrazione di questo evento».
Sua Santità ha detto che la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa serba nel corso della storia hanno sempre avuto rapporti speciali. «Noi siamo gli eredi della comune tradizione spirituale e culturale slava che risale ai Santi Cirillo e Metodio. Il culto che noi celebriamo è comprensibile sia ai russi che ai i serbi. Questa tradizione liturgica rafforza spiritualmente i nostri popoli», - ha detto, in particolare, Sua Santità il Patriarca Kirill. Egli ha anche ricordato che il fondatore della Chiesa ortodossa serba è San Sava, che ha preso i voti monastici nel Vecchio Rusiko sul Monte Athos, ha tradotto il Libro Timone in lingua slava e questa traduzione per secoli è stata utilizzata dalla Chiesa ortodossa russa.
«Le nostre Chiese e i nostri popoli nella storia sono passati attraverso gioie e dolori. Molto spesso si è trattato di gioie e dolori comuni. Come non ricordare il sacrificio compiuto dal popolo russo per liberare i Balcani e i benefici che questo ha portato al popolo serbo. E come non ricordare l’intervento della Russia in difesa del fraterno popolo serbo, mettendo a rischio anche la propria esistenza - come è ben noto, la tragedia della Prima Guerra Mondiale ha portato la rivoluzione e le successive prove per il nostro popolo. Ma dobbiamo anche tenere a mente come il popolo serbo e la Chiesa serba a braccia aperte hanno accolto un gran numero di rifugiati russi, che hanno lasciato il Paese dopo la rivoluzione», - ha aggiunto Sua Santità Vladyka.
Esprimendo la gioia per l’imminente celebrazione congiunta del 1025° anniversario del Battesimo della Rus’, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha detto che la liberazione della Chiesa dopo decenni di persecuzione atea e di oppressione è iniziata nell’anno del 1000° anniversario del Battesimo della Rus’ (1988). «Questi venticinque anni sono stati dedicati ai lavori per la rinascita della nostra Chiesa. Per tutti noi che viviamo nella grande Rus’ storica - ora in Stati diversi, ma nell’unica Chiesa - tutto questo è motivo per pensare e valutare quello che è successo e rendere grazie al Signore, e pregare affinché la Sua benedizione sia con noi sempre».
A sua volta, Sua Santità il Patriarca Ireneo ha espresso la sua gratitudine per l’accoglienza e ha detto: «Queste sono le parole del Primate di un grande popolo - un popolo che è importante non solo per gli slavi, ma svolge un ruolo importante nel mondo».
Il Primate della Chiesa ortodossa serba ha ringraziato Sua Santità il Patriarca Kirill «per l’opportunità di venerare le reliquie della Chiesa russa, di pregare con il popolo russo e di chiedere la grazia di Dio». Secondo Sua Santità Ireneo, il 1025° anniversario del cristianesimo in Russia è importante non solo per la Chiesa ortodossa russa ma per tutti i popoli slavi.
Facendo riferimento alla sua visita alla Chiesa ortodossa russa, che è iniziata il giorno prima, il Primate della Chiesa serba ha sottolineato che «questa visita dovrebbe rafforzare i nostri legami spirituali» e contribuire all’ulteriore sviluppo delle relazioni. Sua Santità il Patriarca Ireneo ha espresso fiducia che i popoli slavi siano sempre uniti e ha ricordato a tal proposito le parole di San Nicola (Velimirovič) circa il ruolo storico che essi devono svolgere. «Questo ruolo riguarda principalmente il popolo russo e la Chiesa ortodossa russa, ed è quello di guidare la grande famiglia slava», - ha detto Sua Santità Vladyka.
Il Primate della Chiesa ortodossa serba ha espresso l’augurio che durante l’incontro possa essere affrontata una serie di questioni di attualità della vita della Chiesa. «Noi, come rappresentanti dei popoli slavi, abbiamo bisogno di avere una posizione comune con le altre Chiese ortodosse su varie questioni», - ha detto.
Sua Santità il Patriarca Ireneo ha parlato della situazione nella regione del Kosovo.
Ha ricordato che la cattedra del Primate della Chiesa ortodossa serba è nel Patriarcato di Peć. C’è il pericolo che questa zona rimanga al di fuori della Serbia. «La nostra gente per secoli ha sofferto nel territorio del Kosovo e Metohija», - ha affermato Sua Santità, ricordando la dominazione turca e il desiderio di un certo numero di Paesi di dividere ora questa zona dallo Stato serbo e di formare un secondo Stato albanese.
«Rinunciare al Kosovo e Metohija significa perdere i nostri luoghi santi e la nostra storia, perché i nostri principali monumenti storici sono lì», - ha detto Sua Santità il Patriarca Ireneo.
«La leadership del nostro Paese è influenzata dall’Occidente e la Chiesa ortodossa serba ha compiuto grandi sforzi affinché chi è al potere si unisca alla Russia e alla Chiesa ortodossa russa, - ha aggiunto Sua Santità Vladyka. Spesso di fronte alle autorità della Serbia mi tornano in mente le parole di un famoso politico serbo dei primi anni del XX secolo, Nikola Pasič, che disse che bisogna legare la piccola barca della Chiesa ortodossa serba alla grande nave della Chiesa ortodossa russa».
«Siamo convinti che oggi la parola della Chiesa ortodossa russa e la parola russa abbiano un grande peso quando si tratta di parlare del destino del Kosovo e Metohija», - ha detto il Patriarca serbo, esprimendo la speranza del sostegno del Patriarcato di Mosca e del Governo russo su questo argomento.
Da parte sua, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha assicurato: «Stiamo osservando attentamente ciò che sta accadendo in Kosovo e Metohija e abbiamo l’impressione che il 2013 sia stato un anno di prove speciali per il popolo serbo: chiese profanate, lapidi distrutte, minacce contro i serbi ortodossi. Noi rendiamo omaggio al coraggio del popolo serbo, che, nonostante le minacce alla sua esistenza, continua ad essere spiritualmente e storicamente importante per l’intera nazione serba. Noi certamente sosteniamo la posizione della Chiesa ortodossa serba per quanto riguarda il Kosovo e Metohija, e abbiamo più volte fatto dichiarazioni sulla questione. Continueremo il dialogo con il nostro Governo, con i Governi di altri Paesi, che condividono
il loro punto di vista con la Chiesa serba.
La Chiesa ortodossa russa ha sostenuto la partecipazione della Federazione Russa ai progetti dell’Unesco finalizzati al restauro e al recupero dei santuari della Chiesa ortodossa in Kosovo e Metohija. Noi sappiamo che sono stati eseguiti lavori di restauro anche con i mezzi della Federazione Russa nel Patriarcato di Peć e altrove».
Come è noto, con la benedizione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, si è tenuta una raccolta di fondi a favore della diocesi di Raška e Prizren della Chiesa ortodossa serba. In totale, sono stati raccolti duecentomila euro per il restauro del seminario di Prizren.
«E noi continueremo a raccogliere i soldi, - ha detto il Primate della Chiesa ortodossa russa, perché la raccolta di fondi è un importante manifestazione di solidarietà da parte della gente comune, che quando entra in chiesa prova un senso di appartenenza alla vita dei cristiani ortodossi in Kosovo e Metohija».
Sua Santità il Patriarca Kirill ha espresso ripetutamente la sua solidarietà al Primate serbo, al Consiglio dei Vescovi e al Sacro Sinodo della Chiesa serba sulla questione del Kosovo, sottolineando: «Ci dispiace che la leadership politica della Serbia non sostenga oggi questo concetto, e crediamo che dovrebbe ascoltare la voce della Chiesa ortodossa serba e non ignorarla, soprattutto in pubblico. Crediamo che sia possibile risolvere la situazione in Kosovo e Metohija, dando la garanzia assoluta alla comunità e alla Chiesa ortodossa serba e ai santuari serbi di poter vivere in questa regione. E, naturalmente, in questo processo dovrebbe essere coinvolta la Chiesa ortodossa serba, che ha la responsabilità spirituale e morale del popolo serbo in Kosovo e Metohija».
«Durante gli incontri con i Primati delle Chiese ortodosse ho sempre parlato della questione del Kosovo e Metohija, così come della tragedia cristiana in Medio Oriente causata dalle guerre, che può privare il Medio Oriente della presenza cristiana, - ha detto il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill. Credo che la protezione della popolazione serba in Kosovo e Metohija, così come la protezione della popolazione cristiana in Medio Oriente, debba essere sostenuta attivamente da tutte le Chiese ortodosse locali. La nostra unità canonica dovrebbe avere, tra le altre cose, un’espressione pubblica. La sofferenza dei nostri fratelli è un argomento che richiede una posizione comune su una questione sociale e politica così importante».
Al termine dei colloqui, Sua Santità il Patriarca Kirill ha presentato al Primate della Chiesa ortodossa serba e ai membri della delegazione i premi della Chiesa ortodossa russa «in considerazione del lavoro svolto per il bene della Santa Chiesa e in connessione con il 1025° anniversario del Battesimo della Rus’».
Sua Santità il Patriarca Ireneo è stato insignito dell’ordine di San Vladimir (I grado).
Il metropolita del Montenegro e Primorje Amfilohije, il vescovo di Nuova Gračanica e America del Midwest Longin, il vescovo Irinej di Bačka, il vescovo di Raška e Prizren Feodosij, e il vescovo Antonij di Moravich hanno ricevuto l’ordine di San Vladimir (II grado). All’archimandrita Arsenij (Glavchich), all’arciprete Radomir Popovič, all’arciprete Gojko Perovič, all’arcidiacono Radomir Perchevič e al diacono Aleksandr Sekulič è stato conferito l’ordine di San Vladimir (III grado).
Il Patriarca Ireneo ha ringraziato il Primate della Chiesa russa per i premi e il sostegno e ha espresso la speranza che il popolo serbo superi tutte le prove... «per la grazia dei santi russi».

Sua Sua Santità il Patriarca serbo Ireneo.


Mosca Mosca - Riunione alla Duma di Stato sulla situazione del Kosovo e Metohija.


Mosca Mosca - Sua Santità il Patriarca Kirill incontra il Primate della Chiesa serba.