Nel cuore del Mediterraneo... La missione della Società Imperiale Ortodossa di Palestina
«La situazione dei cristiani: nuove minacce e missioni umanitarie della Società Imperiale Ortodossa di Palestina». È il titolo del convegno che si è tenuto a Mosca presso il centro espositivo «Il Maneggio», durante la XII mostra-forum «Russia ortodossa - Giornata dell'Unità Nazionale. La mia storia. I Romanov», dedicata al 400° anniversario della dinastia dei Romanov. La tavola rotonda è stata organizzata dalla filiale di Mosca della Società Imperiale Ortodossa di Palestina come piattaforma permanente per la discussione del problema della protezione dei cristiani in varie parti del mondo.
Alla tavola rotonda hanno partecipato il presidente della Società Imperiale Ortodossa di Palestina, Serghej Stepashin, l’ambasciatore straordinario e plenipotenziario dello Stato di Palestina in Russia, Fayed Mustafa, l’ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica araba siriana nella Federazione Russa, Riad Haddad, il vicepresidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, arciprete Nikolaj Balashov, il vicedirettore del Dipartimento per il Medio Oriente del Ministero degli affari esteri della Russia, Serghej Kozlov, il coordinatore del gruppo parlamentare tra fazioni per la tutela dei valori cristiani, presidente della Commissione della Duma di Stato sulle questioni della proprietà, Serghej Gavrilov, il capo della sezione internazionale della Società Imperiale Ortodossa di Palestina, Oleg Fomin, un membro del Consiglio della medesima Società e ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Russia, Oleg Peresypkin, un membro del già citato Consiglio e dell'Associazione dei diplomatici russi, ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Russia, Alexander Zotov, un membro del Consiglio della Società Imperiale Ortodossa di Palestina e ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Russia, Alexander Vdovin. Alla riunione hanno partecipato anche gli insegnanti e gli studenti della Facoltà di cultura ortodossa dell'Accademia militare delle Forze missilistiche strategiche «Pietro il Grande».
Il moderatore della tavola rotonda è stato il vicepresidente del Società Imperiale Ortodossa di Palestina, Elena Agapova.
Rivolgendosi ai partecipanti, Serghej Stepashin ha detto che la Russia è sempre stata vista nel mondo arabo come un Paese che interviene con missioni umanitarie. Uno degli obiettivi della Società Imperiale Ortodossa Palestina è quello di promuovere le missioni e, nella situazione attuale, fornire l’assistenza umanitaria alle persone in zone calde, in particolare in Siria.
«Oggi, uno dei problemi principali riguarda la situazione dei civili in Medio Oriente, soprattutto nei luoghi toccati dalla cosiddetta «primavera araba», che ha portato, invece, l'inverno. Quello che sta accadendo oggi in Siria è conosciuto in tutto il mondo», - ha proseguito il presidente della Società Imperiale Ortodossa di Palestina, sottolineando l'importanza degli sforzi della leadership dello Stato e dei diplomatici russi nel prevenire lo scoppio di ostilità contro la Siria.
Oltre alla componente umanitaria della Società, Serghej Stepashin ha menzionato anche gli sforzi per preservare il cristianesimo in Medio Oriente. «Questa è la posizione della Chiesa ortodossa russa, la posizione del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, che ha visitato la Siria, dove sono iniziati i conflitti, - ha sottolineato. - Non è solo uno slogan, è la nostra reazione ad una grave minaccia».
Con la benedizione di Sua Santità il Patriarca, in accordo con il Presidente del Paese e con il sostegno attivo del Ministero degli affari esteri e del Ministero per le situazioni di emergenza, ha avuto luogo una significativa assistenza umanitaria alle persone che soffrono in Siria, a prescindere dalla loro religione o dalla loro etnia, ha detto Serghej Stepashin.
Egli ha riferito sulle iniziative della Società per la protezione dei cristiani in Medio Oriente e in Nord Africa, che vengono effettuate con la benedizione di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill e in collaborazione con le comunità cristiane dei Paesi del Medio Oriente.
«La nostra conferenza di oggi non è solo uno scambio di opinioni, ma è la trattazione della nostra posizione e del programma di azioni specifiche assunte dalla Società», - ha osservato il presidente Stepashin.
L’ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica araba siriana nella Federazione Russa, Riad Haddad, nel suo intervento ha ringraziato Serghej Stepashin per l'assistenza umanitaria al popolo della Siria. Egli ha anche espresso particolare gratitudine a Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill per il fatto che «egli ponga grande attenzione alla questione siriana». L'ambasciatore ha parlato della sofferenza del popolo nel suo Paese, causata da terroristi internazionali che combattono in Siria, della profanazione dei luoghi sacri, della distruzione delle chiese e dell'uccisione dei cristiani. L'ambasciatore ha osservato che il terrorismo minaccia tutti: cristiani e musulmani, mette a repentaglio la coesistenza pacifica delle religioni. Per risolvere il problema siriano, Riad Haddad ha sottolineato la necessità di abbandonare a livello internazionale la politica dei due pesi e delle due misure.
Il capo della missione diplomatica dello Stato di Palestina in Russia, Fayed Mustafa, ha parlato della situazione attuale della popolazione cristiana in Palestina. «I cristiani sono sempre stati parte integrante della società palestinese, hanno svolto un ruolo importante nello sviluppo della cultura del nostro popolo», sottolineando che attualmente il numero della popolazione cristiana in Palestina è diminuito. «Il nostro popolo e i nostri capi prestano molta attenzione all'espansione della presenza cristiana nella nostra terra», - ha detto.
Fayed Mustafa ha rivolto parole di profonda gratitudine alla Chiesa ortodossa russa e alla Società Imperiale Ortodossa di Palestina per il loro aiuto nel preservare ed espandere la presenza del cristianesimo in Palestina, dichiarando: «Il nostro popolo, a prescindere dalla religione, accoglie favorevolmente la posizione della Russia, dello Stato russo e della Chiesa russa».
Il vicepresidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, membro del Consiglio della Società Imperiale Ortodossa di Palestina, arciprete Nikolaj Balashov, ha esposto la terribile situazione in cui si trovano i cristiani nel territorio siriano. «Ogni giorno riceviamo nuove informazioni sui tragici eventi connessi con la persecuzione dei nostri fratelli cristiani, - ha sottolineato. - I cristiani profughi sono circa mezzo milione. Decine di chiese e monasteri sono stati distrutti. Ci sono stati morti tra il clero. Due importanti gerarchi cristiani della Siria da sei mesi sono tenuti prigionieri, e non abbiamo informazioni precise sulla loro situazione e sulle richieste avanzate dai loro rapitori».
La situazione dei cristiani in diversi altri Paesi del Medio Oriente rimane difficile. Centinaia di migliaia di loro sono stati costretti a lasciare l'Iraq dopo che «la democrazia ha iniziato ad essere impiantata» grazie agli sforzi degli Stati Uniti, sebbene la situazione di queste persone era al sicuro in uno stato di pre-guerra.
In Libia, dopo che è stata instaurata la democrazia da parte delle forze esterne, la popolazione cristiana ha cominciato a lasciare il Paese.
Giorno dopo giorno la situazione dei cristiani in Egitto diventa più vulnerabile, e sono in molti che migrano in altri luoghi, mentre alcuni stanno cercando di trovare rifugio in Russia.
Come sottolineato da padre Nikolaj, questa situazione riguarda anche altri cristiani in diversi Paesi del Medio Oriente. «Seguiamo con grande ansia e dolore gli sviluppi della situazione, - ha detto il vicepresidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne. - Già nel febbraio di quest'anno, durante il Consiglio dei Vescovi a Mosca, Sua Santità il Patriarca Kirill ha detto che bisogn affrontare la verità: oggi ci troviamo di fronte alla minaccia di estinzione della presenza cristiana nella terra dove il cristianesimo è iniziato, - in Medio Oriente, cioè la Terra Santa, nel senso più ampio del termine, che, comprende, naturalmente sia la Siria che il Libano e altri Paesi della regione».
L’arciprete Nikolaj Balashov ha richiamato l'attenzione sul fatto che la presenza cristiana nella regione di origine e di diffusione iniziale del cristianesimo sta diventando sempre più delicata e vulnerabile. «La Chiesa ortodossa russa parla di questo in tutti i forum internazionali, ove possibile, tra cui la riunione dell'Assemblea Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, che si è tenuta nella città sudcoreana di Busan», - ha detto.
Il Patriarcato di Mosca fornisce gli aiuti ai cristiani in Medio Oriente. Padre Nikolaj ha detto che quest'anno in tutte le diocesi, parrocchie e monasteri della Chiesa russa sono stati raccolti fondi per aiutare le vittime del conflitto armato in Siria. Finora sono stati raccolti oltre un milione e trecentomila dollari. «Si tratta di denaro che i nostri parrocchiani hanno lasciato nel tempio, partecipando al culto, - ha detto l'arciprete. - Questa è una manifestazione della nostra solidarietà verso il popolo sofferente della Siria. I fondi raccolti sono stati trasferiti alla nostra Chiesa sorella di Antiochia. Essa è impegnata nell’acquisto di materiale necessario per i rifugiati, e dà loro aiuto».
«Inoltre, - ha aggiunto l’arciprete Nikolaj Balashov - in questa grande opera umanitaria verso le persone che soffrono in Siria, con la benedizione di Sua Santità il Patriarca Kirill, è impegnata anche la Società Imperiale Ortodossa di Palestina, il cui compito principale sin dal XIX secolo è stato quello di sostenere la presenza cristiana in Medio Oriente, la protezione dei nostri fratelli cristiani». Circa un anno fa, in occasione della riunione allargata del Consiglio della Società Imperiale Ortodossa di Palestina, il Patriarca aveva invitato la Società a considerare questo problema come una priorità.
«Come membro di questa Società, vorrei sottolineare con grande soddisfazione che questo compito è stato eseguito con successo, - ha detto l'arciprete Nikolaj Balashov. - Circa sette lotti di aiuti umanitari sono stati consegnati dalla Società Imperiale Ortodossa di Palestina in Siria, dove sono stati distribuiti ai più bisognosi. E la Società Imperiale Ortodossa di Palestina ha sostenuto questo percorso: ha aiutato i due leader delle comunità religiose del Paese a diffondere gli aiuti, dei quali una metà sono stati consegnati al Gran Muftì della Siria, l'altra metà al Patriarcato ortodosso di Antiochia.
Ora è importante non solo affrontare il disastro che i cristiani stanno attraversando ma anche non tacere su questo disastro e sviluppare meccanismi reali di sostegno e di contrasto alla persecuzione dei cristiani, che sono sempre più diffusi nel mondo di oggi, ha detto il vicepresidente del Dipartimento per le relazioni esterne.
Egli ha ricordato che nel 2011 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione, secondo la quale qualsiasi assistenza a Paesi che violano i diritti dei cristiani - siano essi economici, politici o finanziari - deve essere effettuata solo in cambio di garanzie di sicurezza della popolazione cristiana. «La risoluzione va bene, ma finora non vediamo la sua attuazione pratica, - ha detto l'arciprete Nikolaj Balashov. - Credo che sia necessario accertarsi che le risoluzioni adottate vengano eseguite. È importante attirare l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale sulla tragedia della distruzione del cristianesimo nella sua terra natale. Purtroppo, la stragrande maggioranza dei media di tutto il mondo tace su questo problema, come se non ci fosse».
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