Una nuova pagina di storia. Editoriale di Fernanda Santobuono
I Giochi olimpici da sempre hanno rappresentato lo «stato di salute» di una nazione, così come la sua capacità di competere nell’arena mondiale.
Quelli di Sochi, in particolare, che si sono svolti a febbraio sulle «amate rive del Mar Nero... dove il fragore delle onde marine sono il suono dell’infinita Eternità, dalla quale tutto scorre e alla quale tutto ritorna»[1], sono stati riconosciuti i migliori in assoluto nella storia del movimento olimpico.
La Russia ha dimostrato dinanzi al mondo intero la sua capacità di organizzare ad altissimo livello e con la massima perfezione manifestazioni di ampio respiro, realizzando decine di moderni impianti sportivi in poco più di sei anni e una ricca rete di infrastrutture, che hanno facilitato le attività degli atleti e gli spostamenti del pubblico presente: 2876 sportivi di 88 nazioni e un milione di fan giunti da 126 Paesi del mondo.
Tutto quello che è stato organizzato e preparato a Sochi non ha eguali nella storia dei Giochi olimpici. Ma c'è di più. Essi hanno contribuito a scrivere una nuova pagina nella storia politica e religiosa della Russia.
Le Olimpiadi sono lo specchio dei mutamenti politici e geopolitici nel mondo. Così, a seguito del «colpo di Stato» in Ucraina durante lo svolgimento dei Giochi olimpici invernali di Sochi, la Crimea, e con essa la città a statuto speciale di Sebastopoli, sono tornate a far parte della Federazione Russa. Come la Madre terra, che non smette mai di stupire per la bellezza della sua natura, così la Crimea, per la straordinaria bellezza dei suoi paesaggi e delle sue coste, le più belle del mondo, è considerata la «Terra in miniatura». In virtù di questa bellezza, è stato inevitabile tornare a far parte della Madre Russia, avendo l’Ucraina perso ogni concetto di bellezza in nome di una falsa democrazia e di un’altrettanta falsa libertà.
Dal 1784 al 1921 la penisola della Crimea ha fatto parte dell’Impero Russo e poi ell’Urss. La stessa capitale dell’odierna Ucraina, la città di Kiev, è considerata la città madre della Rus’ storica, la Santa Rus’, sorta nel IX secolo parallelamente all’Europa, il cui declino è iniziato con le due guerre mondiali.
Mentre la diplomazia è al lavoro intorno alla crisi ucraina, in attesa che la verità storica approdi all'orizzonte, importanti personalità del mondo dell’economia e delle scienze della Russia hanno proposto una visione pacifica dello sviluppo economico e culturale dell’intero continente euroasiatico, il cosiddetto «corridoio euro-asiatico», che attraverso moderne infrastrutture può collegare la costa russa del Pacifico ai Paesi europei fino all’Atlantico, nonché interessare anche la Cina e il Nord America, dove, attraverso lo Stretto di Bering, è possibile connettere via terra la Russia e l’Asia con l’Alaska. La Cina sta già attivamente portando avanti simili politiche di sviluppo euro-asiatico attraverso la realizzazione di moderne Vie della Seta. E la Russia sta tornando ad essere quella forza necessaria per ristabilire un nuovo ordine mondiale. Il secolo che si è appena chiuso è iniziato di fatto con la Seconda Guerra Mondiale, quello precedente si prolungò fino al 1918 e gli anni tra le due guerre mondiali altro non furono che la terra di nessuno tra due secoli profondamente diversi e con una soluzione di continuità profondissima: La Rivoluzione Russa e l'emersione degli Usa come potenza dominante in un mondo da ricostruire. È questa ricostruzione con una leadership indiscussa che è terminata.
Per la sua posizione geografica e storica, per la quale la Russia è giustamente considerata il «Cuore della Terra»[2] e crocevia di civiltà, è davvero inaccettabile ed anacronistico voler ignorare il suo ruolo centrale nell’Eurasia e nel mondo.Essa da tempo sta definendo una strategia che non sia soltanto economica, ma che sappia mobilitare e unire le forze sociali, culturali e spirituali dell’intera popolazione intorno ad un grande progetto e ad una grande eredità.
In un mondo di scambi di beni e di tecnologie, il corridoio di sviluppo euro-asiatico dovrebbe conciliare gli interessi dei tre grandi sistemi economici, creando nel contempo una garanzia di sicurezza geopolitica per tutti.
E pensare che i primi Giochi olimpici si svolsero nel 776 a.C. ad Olimpia, in Grecia, dove è venerata l’antica icona della Madre di Dio Axion estin, del tipo Eleousa. Essa è custodita nel Vima della Cattedrale del Protaton, dedicata alla Santa Dormizione, nel centro abitato di Karyes, il capoluogo della piccola Repubblica monastica del Monte Athos, della quale è Protettrice. La sua storia è associata alla comparsa dell'inno omonimo, scritto e... cantato dallo stesso Arcangelo Gabriele. Una sorta di «nuova annunciazione» per ricordare al mondo che la grazia divina vive nell'umanità da sempre. Dinanzi a questa icona ha pregato il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus' Kirill durante la visita ufficiale alla Chiesa ortodossa greca nel mese di giugno del 2013.
Il tempio, che custodisce una così preziosa immagine della Madre di Dio, fu costruito nel 965 e decorato dal famoso pittore Manuel Panselinos (XIII-XIV sec.), uno dei principali creatori dell’iconografia religiosa del cristianesimo orientale, e, ahimé, distrutto dai Crociati nel 1183, dopo solo un secolo dal Grande Scisma, durante il regno dell’imperatore bizantino Michele Paleologo, un apostata dell’Ortodossia. In quella circostanza furono uccisi il Protos e tutti i monaci del Sacro Monte. Essi oggi sono venerati come martiri dalla Chiesa ortodossa, che li ricorda il 5 dicembre.
Oltre alla millenaria presenza del monachesimo russo, il Monte Athos custodisce tra le sue immagini sacre anche una preziosa icona, collegata alla nascita del Patriarcato di Mosca e alla figura di San Giobbe, primo Patriarca della Chiesa ortodossa russa (1589-1605).
La sua elevazione alla sede patriarcale segnò in maniera definitiva l’autocefalia della Chiesa ortodossa russa e l'ingresso del Patriarcato di Mosca nella Pentarchia, al posto della Chiesa di Roma. Il suo esilio e la sua morte aprirono la strada al «Periodo dei Disordini» in Russia.
Da allora, la Chiesa ortodossa russa è stata perseguitata come nessun'altra Chiesa al mondo. «L'obiettivo è stato sempre quello di dividere la grande civiltà russa, - ha ricordato Sua Santità il Patriarca Kirill in occasione della crisi ucraina. - Questa civiltà è iniziata al fonte battesimale di Kiev e si è diffusa in tutta la vasta distesa dell’Eurasia. È una civiltà peculiare, basata sull’Ortodossia e sui valori morali dell'Ortodossia, e che da oltre 400 anni è perseguitata da coloro che in questa civiltà pacifica vedono una sfida alle proprie impostazioni ideologiche. E sappiamo che ogni volta che la nostra Patria viene attaccata dai nemici, la cosa principale che vogliono fare è quella di lacerare le terre russe meridionali e occidentali...».
Questa civiltà è la stessa che oggi ha determinato il successo alle Olimpiadi di Sochi.
Quest’anno si celebrano il 425° anniversario di questo importante evento storico per la vita della Chiesa ortodossa russa e di tutta l’Ortodossia mondiale, e il 25° anniversario della canonizzazione del Santo Patriarca Giobbe (25 giugno 1989), così come il quinto anniversario di intronizzazione di Sua Santità il Patriarca Kirill, figura centrale tra due eventi importanti, celebrati nel 2013: il 1025° anniversario del Battesimo della Rus' e i primi venticinque anni di rinascita della Chiesa Russa.
L’icona in questione è la miracolosa immagine-mosaico di San Nicola il Taumaturgo, conservata nel piccolo monastero di Stavronikta, nella parte orientale della penisola athonita. Secondo la tradizione, la sacra immagine fu gettata in mare dagli iconoclasti nell’830 e ritrovata dopo sette secoli da alcuni pescatori nel 1545. L'icona era ricoperta dal guscio di un'ostrica, che una volta rimosso provocò una ferita sanguinante sulla fronte del santo. Da una metà del guscio venne realizzata una Panaghia, raffigurante l'Ascensione del Signore, che l'allora Patriarca di Costantinopoli Geremia II donò al Patriarca Giobbe nel 1590, dopo il Concilio di Costantinopoli, benedicendo la nascita del Patriacato di Mosca e la sua missione nel mondo. Questa Panaghia andò perduta durante gli anni della rivoluzione atea.
Dopo solo sei anni dall'istituzione della sede patriarcale di Mosca, nacque nel 1596 la Chiesa uniate in Ucraina, il cui territorio è sotto la giurisdizione canonica del Patriarcato di Mosca. Oggi questo territorio è lacerato da lotte politiche e religiose per la presenza sia della Chiesa uniate che della Chiesa scismatica del Patriarcato di Kiev.
Anche in questo caso, il Patriarcato di Mosca salvaguarderà la purezza della fede ortodossa.
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[1] Florenskij P.A. Ai miei figli. Memorie di giorni passati. Oscar Mondadori, 2009. «Io amavo il mare per il suo mistero; il mistero del colore che ne riempiva la massa, il mistero dell’odore e del rumore che mi attiravano, il mistero dell’acqua amaro-salata che tanto somigliava alle lacrime, il mistero degli strani esseri che in esso abitavano. Tra di noi c’era
un’affinità interiore. La sua abbondanza non mi opprimeva. Quel mondo oltre il mare e oltre ogni limite pareva quasi ultraterreno. Vedevo la sua possanza creatrice, che però era trattenuta, che era solo una possibilità e non schiacciava lo spirito».
[2] L’Heartland, letteralmente: il Cuore della Terra, è il nome che venne dato alla zona centrale del continente Eurasia, corrispondente alla Russia e alle zone limitrofe, da Sir Halford Mackinder, geografo inglese, autore di Democratic Ideals and Reality; la teoria dell'Heartland venne sottoposta alla Royal Geographical Society nel 1904. L'Heartland era descritto da Mackinder come il territorio delimitato ad ovest dal Volga, ad est dal Fiume Azzurro, a nord dall'Artico e a sud dalle cime più occidentali dell'Himalaya. All'epoca, tale zona era quasi interamente controllata dall'Impero Russo. Per Mackinder, che basava la sua teoria geopolitica sulla contrapposizione tra mare e terra, Heartland era il «cuore» pulsante di tutte le civiltà della terra, in quanto logisticamente inavvicinabile da qualunque talassocrazia. Da qui la frase che riassume l'intera concezione geopolitica di Mackinder: «Chi controlla l’Est Europa comanda l’Heartland: chi controlla l’Heartland comanda l’Isola-Mondo: chi controlla l’Isola-Mondo comanda il mondo».
Fernanda Santobuono
Icona della Madre di Dio «Axion estin» (X sec.)
San Giobbe (1525-1607)