Riunione del Sinodo - Fedeltà ai principi della Chiesa
All'indomani del festival «Unità slava 2014», si è svolta il 30 maggio, nello storico edificio del Sacro Sinodo di San Pietroburgo, sotto la presidenza di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, la riunione del Sacro Sinodo della Chiesa ortodossa russa.
Sono membri permanenti del Sacro Sinodo: il metropolita Onufrij di Chernovtsy e Bucovina, locum tenens della sede metropolitana di Kiev, il metropolita Varsonofij di San Pietroburgo e Ladoga, cancelliere del Patriarcato di Mosca, il metropolita Pavel di Minsk e Slutsk, esarca patriarcale di tutta la Bielorussia, il metropolita Juvenalij di Krutitsij e Kolomna, il metropolita Vladimir di Chișinău e di tutta la Moldavia, il metropolita Aleksandr di Astana e Kazakistan, capo del Distretto metropolitano nella Repubblica del Kazakistan, il metropolita Vikentij di Tashkent e Uzbekistan, capo del Distretto metropolitano dell’Asia Centrale, il metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca.
Sono stati invitati a partecipare alla sessione estiva (marzo-agosto) del Sinodo: i metropoliti Aleksandr di Brjansk e Sevsk e Zinovij di Saransk e Mordovia, gli arcivescovi Ionafan di Tulchin e Bratslav e Mikhail di Ginevra ed Europa occidentale, il vescovo Nikodim di Enisej e Norilsk.
Aprendo la riunione, Sua Santità si è rivolto ai membri del Sacro Sinodo con un breve discorso: «Saluto cordialmente tutti Voi nella storica sala del Sacro Sinodo della Chiesa ortodossa russa. Proviamo sempre una sensazione speciale tra queste mura, perché le pareti stesse testimoniano la successione vivente. Ovunque sia il centro della Chiesa, se a Kiev, Vladimir, Mosca o San Pietroburgo, tutti questi luoghi geografici, come la Chiesa nella sua totalità, nella sua unità nelle vaste distese dell’Eurasia, testimoniano la sua missione secondo quanto ha insegnato il Signore Gesù Cristo per mezzo dei Santi Apostoli.
La fedeltà ai principi della vita della Chiesa, che ci sono stati tramandati dal passato e che sono benedetti dalla pratica storica della Chiesa, è probabilmente il fattore più importante per l’adozione di talune decisioni da parte della Chiesa. Il Signore ci guida attraverso varie prove. E noi sappiamo che sia le discordie interne che le circostanze esterne avverse - di natura ideologica, come è accaduto nel nostro recente passato, di natura politica, che sono dinanzi a noi oggi - devono rimanere sempre al di fuori. Il nostro obiettivo è quello di mantenere la fede ortodossa e trasmettere questa fede al nostro popolo e di essere guidati nell’attività della Chiesa esclusivamente dalla fede per la comprensione della volontà di Dio in ogni momento.
Ciò richiede che noi manteniamo una certa distanza dai fattori esterni. Ciò è sempre necessario per mantenere la libertà interiore nelle nostre azioni. Non sempre, e non in tutta la Chiesa, si può agire pienamente come si vorrebbe.
Ma nel complesso dobbiamo cercare di mantenere la libertà interiore, come fecero i nostri padri anche in tempi di gravi persecuzioni.
Oggi abbiamo un ricco ordine del giorno. Prenderemo in considerazione le questioni attuali e la creazione di nuove diocesi, con l’elezione di nuovi vescovi. Negli ultimi tre anni siamo stati attivamente impegnati nel rafforzamento della nostra vita ecclesiale, anche attraverso la creazione di nuove diocesi e l’ordinazione di nuovi vescovi. Questo lavoro è estremamente importante. E oggi incontreremo i candidati al ministero episcopale per condurre un colloquio con loro e poi prenderemo la decisione sulla loro elezione».
Poi Sua Santità il Patriarca Kirill ha accolto il locum tenens della sede metropolitana di Kiev, il metropolita Onufrij di Chernovtsy e Bucovina. Rivolgendosi a lui, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha detto: «Siamo molto lieti, Eminenza, di averVi con noi oggi. Sappiamo che il Signore Vi ha chiamato
a questo servizio in un momento molto difficile, anche se nella Chiesa momenti meno difficili non ci sono mai. Noi crediamo che Voi, come uomo di profonda fede e reso forte dalla tradizione monastica, sarete in grado, nonostante la complessità delle circostanze, di prendere le decisioni necessarie per
il bene del popolo fedele dell’Ucraina.
Vorrei dirVi che noi tutti Vi siamo vicini e Vi sosteniamo. E a volte penso: quando trascorriamo un periodo relativamente tranquillo ringraziamo Dio per questo momento della propria vita, ma allo stesso tempo quando vediamo la sofferenza che oggi sta subendo il popolo ucraino, anche quei momenti di tranquillità ci appaiono lontani. Non si può rimanere completamente calmi e senza preoccupazione di fronte alla vera sofferenza.
Noi tutti preghiamo e lavoriamo per la nostra Chiesa, che ha la prima responsabilità per la salute spirituale del popolo ortodosso ucraino, affinché non cada, non compia passi sbagliati, non commetta errori».
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