Festa della Protezione della Santissima Madre di Dio

In un antico inno di supplica risalente all’VIII secolo, che i più antichi codici liturgici attribuiscono ora al monaco Teostiricto, ora ad un non precisato Teofane, il Canone della Paràclisi, che con l’Inno Akàthistos è il testo più diffuso nella devozione popolare ortodossa, ci si rivolge alla Panaghìa con queste parole: «Salva dai pericoli i tuoi servi, Madre di Dio, poiché dopo Dio è in te che tutti ci rifugiamo, inespugnabile baluardo e protezione». Questi concetti servono opportunamente a chiarire qual è il sentimento teologicamente corretto che l’Ortodossia propone non come un arricchimento facoltativo della spiritualità individuale, ma come un elemento costitutivo della fede e del dogma cristiano, senza il quale la fede in Dio è gravemente mutilata e di scarsa efficacia in vista della salvezza dell’anima e dell’umanità intera.
La particolare posizione della Panaghìa nella vita religiosa dei fedeli ortodossi riveste le stesse caratteristiche che la sua persona ed il suo ruolo hanno espresso nelle vicende storiche della salvezza. Essa trae origine dall’esperienza religiosa dei primi cristiani.
La Tutta Santa viene iconografata, inneggiata e venerata insieme con il Cristo. Così, dunque, in tutte le arti che vengono utilizzate per esprimere l’insegnamento della Chiesa ortodossa, traspare la verità della Sua figura, sempre in relazione con il Figlio Suo.
L’immagine più efficace della sublimità della condizione della Madre di Dio è fornita da san Gregorio Palamàs attraverso una metafora comparativa tra le proprietà umane e quelle divine. «È come se Dio avesse voluto, - scrive il santo, abbellire una icona di ogni ornamento visibile ed invisibile attraverso un miscuglio di grazie divine ed umane, di straordinaria bellezza per adornare entrambi i mondi, quello sensibile e quello spirituale. Quando Dio completò, infine, questa icona, vide che era assolutamente corrispondente e somigliante all’immagine della Madre della luce».
San Giovanni Damasceno sostiene che l’esistenza umana sarebbe vuota e persino disumana per i credenti se non avessero la Madre di Dio con cui conversare e alla Quale domandare protezione e consolazione.
Molti padri della Chiesa dichiarano di non avere a disposizione né il coraggio, né le parole necessarie per poter descrivere o elogiare l’eccellenza e l’altezza della santità della Theotòkos. Solo chi si innalza verso una purezza simile alla Sua sarà in grado di celebrarne degnamente la santità.
I santi Andrea ed Epifanio, verso la metà del X secolo, furono degni di vedere la Madre di Dio in preghiera e «per lungo tempo osservarono la Protezione del Velo distesa sul popolo...» nella chiesa delle Blacherne a Costantinopoli, dove la sua veste, il santo velo, e parte della sua cintura erano custoditi dopo essere stati trasferiti dalla Palestina nel V secolo.
«Oggi la Vergine si trova in mezzo alla Chiesa, e con i cori dei Santi invisibilmente lei prega Dio per noi, Angeli e Vescovi la venerano, apostoli e profeti gioiscono insieme, poiché per amor nostro Lei prega l’Eterno Iddio!» (Festa della Protezione della Tutta Santa, Kontakion - Tono 3).
Sin dal XII secolo iniziarono a sorgere chiese in Russia in onore della Protezione della Madre di Dio. Famoso per le sue qualità architettoniche è il tempio della Protezione sul Nerl, costruito nel 1165 nel piccolo villaggio di Bogoljubovo, nell’oblast' di Vladimir, per volontà del santo principe Andréj Bogoljubskij (1111-1174), colui che portò nella città di Vladimir, la seconda capitale della Russia, l’icona della Madre di Dio di Vladimir e dove fece costruire la cattedrale della Dormizione per consentire al popolo di venerarla. Gli sforzi di questo santo principe stabilirono nella Chiesa russa anche la festa della Protezione della Madre di Dio nell’anno 1164; da allora, 850 anni fa, il 14 ottobre si celebra questa ricorrenza.
Circa quattro secoli dopo, lo zar Ivan il Terribile fece costruire a Mosca, sulla Piazza Rossa, la Cattedrale dell’Intercessione della Madre di Dio sul fossato, conosciuta come chiesa di san Basilio, per commemorare la conquista del Khanato di Kazan’ e quello di Astrakhan, che erano nelle mani dei tartari.


Mosca Mosca - Cattedrale dell'Intercessione