Il Monastero della Trinità di San Sergio. Centro spirituale di tutta la Rus'
San Sergio di Radonež, fondatore della Laura della Santa Trinità, nacque nel 1314 da una famiglia di devoti boiardi di Rostov Velikij. Battezzato col nome di Bartolomeo, ricevette il nome di Sergio prendendo i voti monastici. Sin dall’infanzia manifestò la sua grande aspirazione alla vita monastica. Dopo la morte dei suoi genitori avvenuta nel 1337, a 23 anni, con suo fratello Stefano, Sergio si ritirò alla ricerca di solitudine presso la foresta nei dintorni di Radoneje. Sopra una piccola collina chiamata Makovets costruì una piccola cella e una chiesetta dedicata alla Santa Trinità. In tal modo venne posata la prima pietra del monastero che, in seguito, sarebbe diventato uno dei più noti di tutta la Russia.
La vita nella foresta deserta era talmente dura che Stefano non riuscì a sopportarla, così egli partì per Mosca lasciando solo il fratello Bartolomeo, che continuò imperterrito a confidare in Dio. Per quasi due anni visse nella più stretta frugalità, lavorando e pregando. E incrementando di giorno in giorno sia
i lavori fisici sia gli esercizi spirituali. Via via la sua vita d’asceta divenne nota a molti. Si istallarono presso di lui monaci desiderosi di ascetismo, contadini bisognosi di un consiglio o di una benedizione. Si formò così il monastero e in seguito, negli immediati dintorni, anche un borgo. Anche la difficile situazione storica contribuì alla crescita del monastero, la popolazione in preda al pesante giogo tartaro-mongolo fu spinta a lasciare le dimore abituali e a cercare riparo in luoghi sperduti.
Dopo essere diventato padre superiore del monastero, san Sergio continuò la sua vita in modo austero e pio. Epifanio il Saggio, uno dei suoi discepoli e autore di una delle prime biografie del santo, racconta che san Sergio, seguendo le parole di Cristo, serviva la confraternita con lo stesso zelo di «uno schiavo comprato». Egli stesso costruì tre o quattro celle per i suoi discepoli. Con i confratelli macinava il grano, cuoceva il pane, attingeva acqua dalla fonte, coltivava le terre. I suoi abiti erano sempre poveri e modesti, i suoi pasti molto frugali. Lavorando con i suoi discepoli fu loro d’esempio, infondendo umiltà e pazienza.
San Sergio, grazie alle sue preghiere, compì molti miracoli e guarigioni. Con il passare del tempo divenne noto in tutta la Russia e da ogni parte iniziarono ad arrivare malati e sofferenti alla ricerca di consolazione. Ancora vivente fu considerato santo. Il monastero che agli albori contava appena 12 monaci crebbe di giorno in giorno. Gli allievi e i discepoli fondarono durante la vita del santo circa venti altri monasteri nella Russia centrale e nella
Russia nord-orientale. Altri trenta furono fondati dopo la sua morte. Tutti questi centri sono diventati punti di riferimento della religione ortodossa e della vita spirituale.
«...Una volta San Sergio stava recitando le preghiere a Dio perché aiutasse la sua confraternita nella vita spirituale. Era già tardi quando, ad un tratto, sentì una voce che lo chiamava: “Sergio!”. Il santo, solo nella sua cella, si meravigliò di essere chiamato nel cuore della notte. Dopo aver terminato le preghiere San Sergio aprì la finestra. Una visione eccezionale gli si presentò: una luce abbagliante proveniente dal cielo illuminava a giorno la notte. La voce risuonò: “Sergio, stai implorando l’aiuto divino per i tuoi confratelli e Dio accetta la tua preghiera. Guarda quanti monaci si sono riuniti intorno a te, protetti dalla Santa Trinità!”. San Sergio vide molti begli uccelli volare nel monastero e nuovamente udì la voce dal cielo: “In tal misura si moltiplicheranno i tuoi discepoli e non diminuiranno dopo la tua morte se seguiranno il tuo cammino”».
Nel 1380 il principe di Mosca Dmitrij del Don giunse al Monastero della Santa Trinità dove San Sergio lo benedisse in vista della battaglia cruciale per la liberazione della patria dal giogo tartaro-mongolo che opprimeva la Russia dal XIII secolo. Il 21 settembre 1380, benedetto da san Sergio, il santo principe Dmitrij del Don giunse al Monastero della Santa Trinità dove san Sergio lo benedisse in vista della battaglia cruciale per la liberazione della patria dal giogo tartaro-mongolo che opprimeva la Russia dal XIII secolo. Il 21 settembre 1380, benedetto da San Sergio, il santo principe Dmi trij del Don vinse nella battaglia di Kulikovo contro le truppe capeggiate dal khan Mamai, liberando la patria dal loro pesante giogo. Da quel momento, tutti i principi di Mosca ebbero una particolare devozione nei confronti del Monastero della Santa Trinità.
San Sergio morì all’età di 78 anni, l’8 ottobre 1392. Dopo la sua morte, il suo discepolo Nikon divenne padre superiore del monastero. A volte il discepolo e il suo maestro sono raffigurati insieme nella stessa icona. Una icona simile accoglie i pellegrini all’ingresso del monastero.
San Nikon (1355-1426) nacque nella città di Jur'ev-Pol'skij, la città fondata da Jurij Dol'gorukij nel 1152, nell’oblast di Vladimir. Arrivò ancora giovane alla Laura della Santa Trinità, perciò san Sergio lo mandò a compiere il noviziato al Monastero di Vysoko, nella città di Serpukhov (vicino a Mosca) dal suo allievo Atanasio. Due anni più tardi, nel 1375, Nikon fece ritorno al Monastero della Santa Trinità. In un primo momento san Sergio lo nominò fratello converso e assistente del monastero, in seguito, sei mesi prima della morte, san Sergio ritiratosi a vita da eremita, lo designò suo successore. Fu a Nikon che toccò ricostruire il monastero dopo la devastazione ad opera del khan Edigei nel 1408. Nel mese di luglio del 1422, quando Nikon era padre superiore del monastero, le reliquie di san Sergio furono disseppellite intatte e tre anni dopo fu costruita, questa volta in pietra, la nuova Cattedrale della Santa Trinità, decorata dai famosi iconografi sant’Andrej Rublev e Daniil Ciornij.
San Nikon morì nel 1426. Nel 1548, nel luogo dove era sepolto (accanto al muro meridionale della Chiesa della Santa Trinità) fu costruitala chiesa intitolata in suo nome (poi ricostruita nel 1623). Vicino al muro occidentale della Chiesa di San Nikon si trova la chiesa di San Serapione, costruita nel 1559 sopra la tomba di san Serapione di Novgorod.
La Cattedrale della Dormizione della Santissima Madre di Dio, la cui forma ricorda quella dell’omonima chiesa del Cremlino di Mosca, fu costruita nel monastero ai tempi dello zar Ivan il Terribile e di suo figlio Teodoro. Le pareti, le volte e le colonne sono ricoperte da affreschi raffiguranti scene tratte dalle Sacre Scritture. Tutti i magnifici affreschi furono eseguiti in soli cento giorni (nel 1684) da iconografi locali e della città di Jaroslavl. La superficie totale ricoperta dagli affreschi supera i 500 metri quadri. L’iconostasi, su cinque fila, è composta da 76 icone risalenti ai secoli XVI e XVII. Anche Simon Ushakov, famoso iconografo di corte, partecipò alla decorazione dell’iconostasi. In alcune di queste icone lo strato superiore del colore risale al XIX secolo.
All’interno della Cattedrale della Dormizione si trovano le reliquie dei santi metropoliti di Mosca: Filarete (Drozdov, † 1867) e Innocenzo († 1879). Nei pressi del muro occidentale si trova la tomba del metropolita di Mosca Macario (Bulgakov, † 1882) autore di opere significative sulla storia della Chiesa ortodossa russa e di Teologia dogmatica. Sotto la Cattedrale della Dormizione c’è la cripta con la chiesa di Tutti i Santi risplendenti nella terra russa, dove sono sepolti due Patriarchi di Mosca e di tutta la Rus’, Alessio I († 1970) e Pimen († 1989).
Nel 1476 fu costruita nel monastero dagli architetti di Pskov la Chiesa dello Spirito Santo, sul luogo dove in precedenza si trovava la Chiesa della Trinità Divina, costruita nel 1412 interamente in legno da san Nikon. Sotto la cupola della chiesa si trova un campanile aperto, che nel periodo tra il 1608 e il 1610, durante il quale l’esercito polacco assediò il monastero, servì come torre di guardia.
La Chiesa dello Spirito Santo e la Cattedrale della Trinità Divina costituiscono un insieme architettonico. Le decorazioni esterne delle due chiese si assomigliano, ma la Chiesa dello Spirito Santo per forma architettonica è leggermente diversa dalla Cattedrale della Trinità, tale differenza la fa sembrare più alta ma originariamente avevano la stessa altezza.
La Chiesa dello Spirito Santo fu affrescata nel 1655, ma verso la metà del XIX secolo la pittura ad olio ha sostituito gli affreschi. L’iconostasi in mogano fu eseguita dagli intagliatori della laura nel 1866. All’interno della Chiesa dello Spirito Santo si trovano le reliquie dei santi Massimo il Greco († 1556) e Antonio di Radonej († 1877). San Massimo il Greco giunse in Russia dal Monte Athos nel 1518 per eseguire la traduzione di libri liturgici, lasciando anche molte opere teologiche e diverse polemiche.
Sant’Antonio fu padre superiore del Monastero della Santa Trinità dal 1831 al 1877.
Verso la fine del XVII secolo il numero dei monaci residenti nel Monastero della Santa Trinità era talmente aumentato che il vecchio refettorio non era più sufficiente per la comunità. Così, nel periodo che va dal 1686 al 1692, fu rimpiazzato per ordine di Pietro I da un nuovo complesso, comprendente il nuovo refettorio e la chiesa. Nel 1692, nel tricentenario del riposo di san Sergio, il Patriarca Adriano consacrò la nuova chiesa col nome del santo. La ricca decorazione della chiesa, chiamata secondo la tradizione chiesa del refettorio, si distingue per i colori vivaci delle facciate, per l’abbondanza di intagli e per le modellature degli stucchi.
Nonostante le considerevoli dimensioni (510 metri quadri), la volta della sala del refettorio non ha alcun sostegno. La decorazione interna è stata rinnovata e restaurata molte volte, l’ultima delle quali, nel 1911, quando furono dipinti il soffitto e le pareti interne.
Secondo l’agiografia di san Sergio, egli stesso e il suo discepolo Michea furono onorati dell’apparizione della santa Vergine e dei due apostoli san Pietro e san Giovanni Evangelista. La Vergine promise a san Sergio che avrebbe protetto il Monastero della Santa Trinità per sempre. Per commemorare l’apparizione, nel 1737 fu eretta la chiesa di San Michea (le cui spoglie riposano sotto la stessa). Il 19 maggio, festa della nascita del santo, nella chiesa si svolge una solenne Liturgia.
La cappella della Fonte fu costruita alla fine del XVII secolo sopra la sorgente d’acqua che affiorò durante la ricostruzione nel 1644 del portico d’ingresso della Cattedrale della Dormizione. L’acqua della fonte è benedetta e curativa. Il primo a sperimentarne gli effetti miracolosi fu un monaco cieco che in seguito riacquistò la vista. Ancora oggi molte migliaia di credenti vengono alla fonte per alleviare dolori e sofferenze. Nel 1872, grazie alle offerte dei pellegrini, al di sopra della croce sotto la quale scorre la fonte benedetta, fu costruito un baldacchino dai colori assai vivaci.
Negli anni tra il 1635 e il 1638 furono costruiti in onore dei santi Zosima e Savvatij del monastero delle Solovki, l’omonima chiesa e l’ospedale per i monaci anziani o malati.
Nel 1730 il Monastero della Santa Trinità fu sede di un altro miracolo. Durante la recita di ferventi preghiere dinanzi all’icona della Madre di Dio di Smolensk, un salmodiante del monastero, che aveva le braccia completamente paralizzate, ricevette la grazia. Con il denaro donato dal conte Aleksej Grigorievič Razumovsky, per ordine dell’imperatrice Elisabetta Petrovna si costruì, per celebrare il miracolo, la Chiesa dell’icona della Madre di Dio di Smolensk, progettata dal famoso architetto russo Vasilij Ermolin. L’icona, intagliata in pietra, fu incastonata in un’iconostasi di legno intagliato e dorato. Dopo la rivoluzione, tale iconostasi fu distrutta e al suo posto ne fu messa un’altra proveniente dalla Chiesa di Pareskeva Piatnitsa di Mosca. Tale iconostasi è opera dell’architetto Dmitrij Ukhtomsky ed è molto rassomigliante all’iconostasi precedente sia per la forma che per il periodo d’esecuzione.
All’interno della Chiesa dell’icona della Madre di Dio di Smolensk non ci sono colonne portanti, lo spazio è aperto fino alla cupola. Le pareti interne erano di colore celeste, ora sono ricoperte di affreschi del XIX secolo.
Verso la metà del XX secolo sotto la Chiesa dell’icona della Madre di Dio di Smolensk venne costruita una cripta per la sepoltura di persone eminenti della Chiesa ortodossa russa. Ora vi si trova la tomba del metropolita Nikolaj (Yaruscevic, 1961). Il 4 (17) settembre 1943, insieme con il metropolita Sergej (Stragorodskij) e il metropolita Aleksej (Simanskij, divenuto poi Patriarca), Nikolaj ebbe un incontro con il leader sovietico Joseph Stalin, in cui quest'ultimo propose di ristabilire il Patriarcato di Mosca e di eleggere il Patriarca. L'8 (21) settembre 1943, quando il Patriarcato di Mosca fu ristabilito, Nikolaj divenne membro permanente del Santo Sinodo. Nel 1944 fu nominato metropolita di Krutitsij. Nel 1946, quando venne istituito il Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, il metropolita Nikolaj divenne il primo presidente. Nel 1947 fu nominato metropolita di Krutitsy e Kolomna.
Il Palazzo del Metropolita fu costruito nella seconda metà del XVII secolo nel luogo in cui si trovavano le celle del padre superiore. Nel palazzo soggiorna il Patriarca di Mosca durante le sue visite alla Laura di Sergiev Posad.
Il campanile è alto circa ottantotto metri, fu progettato e costruito nel periodo che va dal 1740 al 1770. È uno dei campanili più alti di tutta la Russia. Esso ha sostituito il campanile precedente, costruito nel XVII secolo. Prima della rivoluzione del 1917, quando il Monastero della Trinità di San Sergio venne chiuso, il campanile contava quarantadue campane (la più pesante pesava sessantacinque tonnellate). L’armonia dei loro rintocchi era considerata ineguagliabile. Ora di campane ce ne sono venticinque. L’orologio della torre risale al 1905.
Il Palazzo dello Zar fu costruito alla fine del XVII secolo per i pellegrini della famiglia imperiale. Le decorazioni esterne riprendono quelle del refettorio. Nel XVIII secolo le volte interne furono abbellite da stucchi e intagli preziosi e il pavimento ricoperto da un finissimo parquet.
Nel 1742, l'imperatrice Elisabetta Petrovna, che spesso visitava il monastero, vi istituì un seminario e due anni più tardi, nel 1744, insignì il monastero del titolo onorifico di Laura.
Nel 1814, dopo il trasferimento nel monastero dell’Accademia Teologica di Mosca, si iniziò a costruire, vicino al Palazzo dello Zar, un complesso di edifici per la scuola teologica. Oggigiorno fanno parte del Palazzo dello Zar anche il Museo d’Arte Ecclesiastica e la Chiesa dell’Intercessione della Madre di Dio, affrescata tra il 1987 e il 1988 dagli iconografi della Scuola Iconografica dell’Accademia.
La Laura della Trinità di San Sergio è un monumento unico per quanto riguarda l’architettura di fortificazione dei secoli XVI e XVII. I muri di cinta hanno tre livelli di difesa, le torri addirittura sei. Il primo livello fu fatto erigere dallo zar Ivan IV il Terribile, i rimanenti furono aggiunti solo in seguito all’assedio delle armate polacche e lituane avvenuto nel XVII secolo.
La Chiesa di San Giovanni Battista per le confessioni dei pellegrini in visita alla laura, è stata costruita sopra la porta santa del Monastero della Santa Trinità tra il 1693 e il 1699.
Nel 1688 il monastero acquisì lo status stavropigiale, di obbedienza patriarcale.
La rinascita della vita monastica dopo il periodo di ateismo iniziò nel 1946, quando il Patriarca Alessio I vi stabilì la sua sede.
Icona di san Sergio di Radonež scritta dai suoi discepoli nel 1425
«Questo monastero non ha eguali né in terra di Mosca né nel mondo intero». Paolo di Aleppo
Cattedrale della Dormizione
Cattedrale della Santa Trinità
Campanile della Laura della Trinità di San Sergio