Il sole della terra russa. Mille anni di storia cristiana hanno costruito la Santa Rus'
Relazione del Presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, metropolita Hilarion di Volokolamsk, alla cerimonia di chiusura delle XXIII Letture di Natale sul tema «Il principe Vladimir. Scelta di civiltà della Rus’». Le Letture di Natale costituiscono il forum più grande tra la Chiesa e la società e riuniscono migliaia di persone tra gerarchi della Chiesa ortodossa russa, rappresentanti del governo, sacerdoti, religiosi, educatori, scienziati, artisti e rappresentanti di diversi gruppi sociali della Russia. Esse si tengono durante il periodo delle festività natalizie.
«Una cosa non dovete perdere di vista, carissimi, davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo» (2 Pt 3, 8)
Nel 2015 ricordiamo nella preghiera il 1000° anniversario del riposo del santo principe Vladimir, uguale agli Apostoli, che ha portato la luce della fede in Cristo ai nostri antenati. Come osserva Sua Santità il Patriarca Kirill, «il battesimo della Rus' ha segnato un punto di svolta nel percorso storico dello Stato russo. Il significato di questo evento nella nostra storia, nonostante molte "lacune" e questioni controverse, non causa divisioni nella società».
Osservando il principale evento di quell’epoca - il battesimo della Rus’ - è possibile apprezzare il ruolo del santo principe Vladimir. Nell’unire le diverse tribù slave con diverse fedi e costumi nell’unica fede ortodossa, il santo principe Vladimir ha edificato il maestoso edificio dello Stato russo. Del resto, i valori religiosi costituiscono un principio fondamentale di identità dell’individuo e di integrazione delle persone nella società. Alla base di ogni nazione c’è l'unità dell’identità del suo popolo, i suoi valori culturali, religiosi, le norme, le idee e gli ideali di vita nel corso della storia. I valori religiosi rappresentano un importante punto di partenza di identità civile di ogni nazione. Essi costituiscono il nucleo del codice genetico di ogni civiltà.
La Chiesa russa fin dai primi giorni della sua esistenza è diventata una potente forza unificante sociale e statale, che ha determinato tutta la successiva storia dei popoli slavi orientali. La fede cristiana è stata un fattore importante nel processo di formazione della nostra identità nazionale. L’insegnamento spirituale di Cristo e l’autorità della Chiesa sono penetrati in tutte le sfere della vita pubblica. Anche il XX secolo, con la sua brutale persecuzione dei credenti, non è riuscito a distruggere i frutti di quello che aveva realizzato il principe Vladimir. Negli anni dell’empietà, quando nella nostra gente con la forza è stato inculcato l’ateismo, il fuoco della fede cristiana ha continuato a covare nel cuore dei confessori e la cultura in una certa misura ha continuato ad essere portatrice di quei valori cristiani che erano stati posti alla base della civiltà degli slavi orientali con il battesimo della Rus’.
La vita stessa del santo principe Vladimir dopo la sua conversione a Cristo è la testimonianza di un miracolo. Dopo il battesimo, egli abbandona la sua vita dissoluta, violenta, voluttuosa e artificiosa e inizia a costruire templi, assiste i poveri e i malati, e decide anche di abbandonare la pena di morte per i criminali pericolosi perché, come ha spiegato, temeva di commettere un peccato. Ha costruito ricoveri per i disabili, che sono stati mantenuti a sue spese. Questa è una delle peculiarità dello Stato russo, che fin dall'inizio svolge anche funzioni sociali, che l'Europa stessa non conosceva fino al tempo del principe Vladimir o anche più tardi.
Il santo principe Vladimir è entrato nella memoria del popolo come «il principe buono», «il sole rosso». Ha ricevuto questi soprannomi per la sua gentilezza, per la sua generosità e interiorità, per la profonda bellezza dell’anima umana, che il battesimo aveva trasfigurato.
Il cristianesimo ha creato così in Russia le condizioni favorevoli per lo sviluppo dello Stato russo e della vita sociale, iniziati sotto il principe Vladimir il Battista. Anche in termini «oggettivi» la scienza storica evidenzia un cambiamento radicale nella vita degli Slavi orientali, associato al regno del principe Vladimir, un salto di qualità nella ricerca di una vita sociale sostenibile, nello sviluppo della cultura, nella formazione della coscienza morale.
Il rapido fiorire dell'antico Stato russo ha fatto una grande impressione sulle nazioni europee confinanti. Così, il cronista occidentale dell’XI secolo, Adamo di Brema, ha definito Kiev «decorazione d'Oriente» e «rivale di Costantinopoli». È possibile osservare il notevole prestigio internazionale della Rus’ di Kiev dai matrimoni dinastici. Se Vladimir ha ottenuto un coniuge «famoso» con la forza delle armi, già con i figli e i nipoti del Battista della Rus’ i sovrani europei consideravano un onore legare in matrimonio i loro figli. Così il figlio di Vladimir Yaroslav ha sposato la figlia del re di Svezia, la sorella di Yaroslav divenne regina della Polonia, le tre nipoti di Vladimir - regine di Ungheria, Norvegia e Francia, il nipote del Battista ha sposato la sorella del re di Polonia, un pronipote - la figlia del re d'Inghilterra, e una pronipote è divenuta la moglie del re tedesco e imperatore del Sacro Romano Impero Enrico IV.
Per oltre due secoli «di fronte ad un’Europa stupita si pone improvvisamente - secondo le parole dell’accademico Sergej Averintsev, - questo Paese straniero ai margini del potere mondiale, della cultura mondiale e delle religioni del mondo. E ben presto si caratterizzò come il periodo di massimo splendore dell’antica civiltà russa». Si diffuse ampiamente l’alfabetizzazione, riportano le cronache, si sviluppa l’antica arte russa, l'architettura e la letteratura. La Rus' di Kiev cominciò a coniare la propria moneta d'oro. La Russia è entrata a far parte dello spazio culturale europeo, che ha aperto vasti orizzonti per lo sviluppo globale dei popoli slavi orientali, che vivono sul suo territorio. Il principe ha gettato le basi di questo sviluppo, che è ancora in corso.
E non è quindi per caso che il principe Vladimir viene ricordato e commemorato nei momenti più cruciali della storia del nostro Paese. Ad esempio, in un documento per l'elezione al trono di Mikhail Fedorovič Romanov, in particolare si parla del gran principe come di «colui che ha illuminato la Rus’ con il santo battesimo ed è stato chiamato uguale agli Apostoli». Dal Periodo dei Disordini, lo Stato russo ha conservato nella sua memoria storica l’eredità del principe Vladimir il Battista, testimoniando la fedeltà alle tradizioni dell'antico Stato russo. In particolare, il santo principe Vladimir viene ricordato dal metropolita di Kiev Silvestr quando il 16 gennaio 1654, insieme al clero della Piccola Russia, incontrò il boiardo Vasilij Buturlin per riunire la Piccola Russia al regno di Mosca, perché non c'era nessun’altra figura storica che poteva rappresentare il simbolo dell’unità del popolo russo, della terra russa, la base dell’unità nazionale e culturale degli slavi orientali.
Gli emigrati russi della «prima ondata» del XX secolo, stando lontani dalla patria, con particolare trepidazione celebrano la memoria del santo principe Vladimir, definendo questo evento «Giornata della gloria russa». In onore del Battista della Rus’ ad Harbin è stato fondato l’Istituto di San Vladimir, a Belgrado è nata la fraternità di San Vladimir, in Brasile viene pubblicato «Il Bollettino di San Vladimir», a New York è stato aperto il Seminario Teologico di San Vladimir. Per molte migliaia di rifugiati russi, che hanno perso la loro terra d’origine, questa giornata è considerata un segno di speranza per il futuro rilancio della Patria. E questa particolare venerazione nella diaspora russa sta ad indicare con precisione la vera fonte della forza spirituale ininterrotta della Russia.
Il santo principe Vladimir non è stato solo il fondatore del nostro Stato, egli, come sottolinea Sua Santità il Patriarca, «ci ha portato la buona novella di Cristo Salvatore del mondo - Sole immortale di giustizia, Luce divina che illumina l'essere umano. Grazie a San Vladimir, uguale agli Apostoli, la nostra nazione è stata posta sotto la protezione della Madre di Dio, Ella stende sulla nostra terra il Suo manto». Il Battista della Rus' ci ha rivelato la vera conoscenza di Dio, ci ha dato la possibilità di essere in Cristo il popolo eletto di Dio, il profumo di Cristo, i figli della Luce, gli eredi del Regno dei Cieli (1 Pt 2, 9; Ef 5, 8; Gc 2,52; Cor 2, 14 -16), vale a dire tutto quello che vive la nostra Chiesa e il nostro popolo negli ultimi mille anni.
L'opera del santo principe Vladimir come statista e cristiano è multiforme. In primo luogo, il Battista si è assunto l’onere di garantire il ministero apostolico nelle terre dei cristiani appena battezzati. Allo stesso tempo, ha avuto il coraggio di agire autonomamente, senza l’influenza di fattori esterni, sulla base delle caratteristiche e delle esigenze immediate dello Stato, della sua gente e della sua Chiesa. Egli è stato in grado di salvare la Rus’ cristiana dalla minaccia della sottomissione ad altri imperi. È riuscito ad essere «tutto a tutti» (1 Cor 9, 22). E il motivo principale di questi risultati è stata la sua forza spirituale, sgorgata dalla sua fede.
Questa testimonianza di fede di san Vladimir è divenuta pietra angolare per molti dei suoi discendenti, non solo nella costruzione dello Stato russo, ma anche della salvezza personale. Uno degli aspetti della santità russa è stata la presenza di più di duecento santi che sono stati graditi a Dio non perché pregavano nel deserto o in qualche cella del monastero, ma perché si trovarono su un sentiero molto scivoloso e pericoloso - il percorso del potere, che può presentare molti ostacoli e tentazioni per l'anima cristiana. In nessun altro popolo sono stati rivelati un tale numero di governanti santi. Ad esempio, in tutta Europa ne sono stati glorificati circa cinquanta, tra re, conti, duchi e i loro parenti più stretti.
La scelta operata da ciascuno dei duecento santi governanti ha influenzato il destino di tutta la terra russa, ha determinato il carattere storico della nostra Patria, quello che noi chiamiamo la Santa Rus’. La loro impresa personale ha creato l'immagine del sovrano credente - re-sacerdote - attraente e memorabile per l'anima russa.
Quindi, il santo principe Vladimir ha creato le basi su cui sono stati edificati mille anni fa la fede ortodossa, lo Stato russo e la cultura russa. Tuttavia, la scelta di passare attraverso la trasfigurazione o di tornare al paganesimo, spetta ad ogni persona. Il cristianesimo richiede il lavoro su di sé, la lotta contro le passioni, la formazione costante della mente e della volontà. Molte persone oggi percepiscono questo miglioramento come «pesi difficili» (Lc 11, 46). Allo stesso tempo, il paganesimo non è poi così lontano da noi come potrebbe sembrare a prima vista. Oggi è facile notare che i vizi che possedeva prima del battesimo il principe Vladimir, come, ad esempio, raggiungere senza scrupoli i propri obiettivi o sconfinare nella dissolutezza, la moderna società laica li eleva quasi a livello di virtù e li presenta come esempi di successo personale.
Va ricordato che i frutti della fede in Cristo, che spesso suscitano incomprensioni nei non credenti - il sacrificio, l'amore, la volontà di compiere gesta eroiche e la pazienza - hanno aiutato le persone a ricevere il battesimo nel Dnepr, di cambiare radicalmente la propria vita, di creare da diverse tribù slave orientali una nazione unita intorno ai principi cristiani, nonostante tutte le resistenze interne ed esterne.
La fede cristiana introdotta dal principe Vladimir è diventata un'importante base di civiltà della società russa. È proprio su questa qualità che oggi si deve dare particolare attenzione allo studio del ruolo della Chiesa ortodossa in Russia. La comprensione di questo fatto ci aiuterà non solo a risolvere i compiti assegnati al comitato organizzatore per la celebrazione del 1000° anniversario del riposo del Battista della Rus’, ma in molti modi a definire gli orizzonti spirituali, culturali, e insieme a loro lo sviluppo economico, politico e sociale dello Stato russo.
Questo anniversario ha diversi significati. Esso offre spunti di riflessione per delineare prospettive e programmi, per analizzare e valutare quanto finora compiuto. Sono fiducioso che aiuterà le persone a sentire il respiro della storia, la parentela spirituale, a tornare sul proprio percorso originale attraverso il ripristino dell'ambiente culturale, dei valori tradizionali russi, a dare a tutti noi, compresa la comunità scientifica, la possibilità di osservare attentamente la nostra storia nazionale, di vedere l'inestimabile ruolo dell'Ortodossia nel sistema statale e nello sviluppo culturale della Russia.
Senza dubbio, le prossime celebrazioni dovrebbero interessare tutto il territorio canonico della nostra Chiesa e anche oltre - ovunque vivono oggi gli eredi del santo principe Vladimir. È importante che la ricorrenza non riguardi solo la capitale, ma anche le regioni. Spero che questo susciti nel cuore di ogni cittadino della Russia, dell'Ucraina, della Bielorussia e di molti altri Paesi non una fredda indifferenza, come talvolta accade con le grandi festività, ma brividi del cuore e gioia spirituale.
Il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca
Battesimo della Rus'
Kiev - Monumento al principe Vladimir sulle rive del Dnepr