La Necropoli russa a Belgrado...
È il luogo di sepoltura più grande d’Europa in memoria ed in onore dei soldati russi morti durante la prima guerra mondiale.
Accompagnato da Sua Santità il Patriarca Irinej, il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus' Kirill ha visitato la Necropoli russa. I Primati hanno deposto corone di fiori dinanzi al monumento in onore dei soldati russi.
È stata cantata «Eterna Memoria».
Alla Necropoli i Primati hanno incontrato il primo vicepresidente del Consiglio Federale russo Torshin, il ministro della Cultura Medinskij, il capo dell’Agenzia federale per la Comunità degli Stati Indipendenti, i connazionali residenti all'estero e la cooperazione internazionale umanitaria Kosachev, l’ambasciatore russo in Serbia Chepurin, il comandante delle truppe aviotrasportate russe, colonnello generale Shamanov, il regista Nikita Mikhalkov.
Sua Santità ha detto una preghiera nella cappella in onore dell’icona della Madre di Dio di Iviron, che si trova nel cimitero.
La cappella fu costruita nel 1931 dagli immigrati russi in ricordo della omonima cappella che si trova presso la Porta della Resurrezione della Piazza Rossa a Mosca. Nella sua cripta è sepolto il metropolita Antonij (Khrapovitsky, 1863-1936), primo Gerarca della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia.
Poi è stato tenuto un servizio funebre in memoria dei soldati che sono morti durante la prima guerra mondiale. Dopodiché il Patriarca Kirill si è rivolto ai presenti dicendo: «Vorrei esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che si sono impegnati per il restauro del cimitero memoriale. Ci troviamo in un posto speciale, in cui sono sepolti coloro che hanno preso parte alla Grande Guerra, qui sono sepolti generali, ammiragli, ufficiali e soldati dell'esercito russo, qui si trova, nonostante le difficili circostanze del XX secolo, il monumento all’imperatore Nicola II, che non lasciò solo il popolo serbo, ma decise di entrare in guerra.
Lo zar sapeva che la Russia non era del tutto pronta per questa guerra. Nel 1914 erano iniziati cambiamenti su larga scala per l'organizzazione e le attrezzature dell'esercito russo - oggi noi chiamiamo tutto questo con la parola «modernizzazione». Questo processo doveva essere completato entro il 1920 e avrebbe portato l'esercito russo a diventare l'esercito più potente d'Europa. Ma nel 1914 iniziò la guerra non per nostra volontà. Il popolo serbo era sull'orlo della distruzione e del completo asservimento. Allora l'imperatore prese la fatidica decisione di entrare in guerra e difendere i serbi, consapevole delle conseguenze di tale passo.
Sappiamo che cosa ha causato questa terribile guerra all'Europa: sono scomparsi quattro imperi - russo, tedesco, austro-ungarico e ottomano. Ma forse le maggiori perdite le ha subite la Russia. Essa ha reso il più grande contributo alla sconfitta del nemico e ha perso la maggior parte dei soldati e degli ufficiali, non fu tra i Paesi vincitori, ma fu costretta a chinare il capo di fronte a un Paese sconfitto, perché a seguito della prima guerra mondiale ci fu la rivoluzione, e poi la guerra civile. E molti dei problemi che affliggono oggi la Russia risalgono a quella tragedia del nostro Paese e del nostro popolo.
È importante che sia giunto il momento non solo in Serbia, ma anche in Russia, di ricordare gli eroi della Grande Guerra. Quest'anno a Mosca, con la partecipazione del Presidente, è stata inaugurata una straordinaria opera.
Con gratitudine il popolo serbo accolse un gran numero di rifugiati provenienti dalla Russia per scampare alla morte sicura nel proprio Paese, memore dell’eroismo del popolo russo e, in particolare, delle gesta dell'imperatore Nicola II alla fine del 1915, quando l’esercito serbo fu costretto a fuggire e a rifugiarsi sulla costa adriatica, e allora egli si rivolse agli alleati per mandarli in un luogo sicuro. Ma scoprì che gli alleati non erano disposti a salvare l'esercito serbo e i profughi serbi. Allora l'imperatore Nicola II, che è passato alla storia come un uomo tranquillo e anche mite, inviò agli alleati un ultimatum, in seguito al quale furono inviate le navi e l'esercito serbo e i rifugiati furono salvati.
Noi ricordiamo tutti questi eventi difficili per i nostri Paesi nell’anno in cui ricorre il centenario dell’inizio della guerra. E sono lieto di vedere questo cimitero restaurato. Desideravo essere qui anche se osservo i monumenti ai nostri eroi con la morte nel cuore. E così, con un particolare senso di gratitudine, vorrei fare appello a tutti coloro che hanno partecipato al restauro del cimitero. Questo è un monumento al vero eroismo dei soldati russi, che hanno sacrificato la loro vita per la fede, lo zar e la Patria durante la prima guerra mondiale. Ma questo è anche un monumento all’amicizia e alla fratellanza dei popoli serbo e russo. Nel custodire tali monumenti, custodiamo anche la nostra memoria storica, i nostri sentimenti reciproci. Quindi, ciò che sta accadendo oggi è rivolto non solo al passato ma anche al futuro».
Belgrado - Necropoli russa. Sullo sfondo la Cappella in onore dell'icona della Madre di Dio di Iviron