Persecuzione dei cristiani... se n'è parlato all'Onu

A margine della 28ª sessione del Consiglio dell'Onu per i diritti umani si è svolta a Ginevra una conferenza internazionale di alto livello sul tema: «La situazione dei cristiani in Medio Oriente». È stata convocata su iniziativa della Russia, del Libano, dell’Armenia e delle organizzazioni non governative - la Società Imperiale Ortodossa di Palestina (Iops) in collaborazione con l'Istituto di Parigi per la democrazia e la cooperazione (Idc) e con il sostegno della rappresentanza permanente della Russia presso l'Onu e delle altre organizzazioni internazionali presenti a Ginevra.
Alla conferenza ha preso parte il vicepresidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, archimandrita Filaret (Bulekov).
Intervenendo alla cerimonia di apertura, il ministro degli Esteri della Federazione Russa Sergej Lavrov, membro onorario della Iops, ha esortato con forza a fermare la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente e in tutto il mondo. Nel rivolgersi al pubblico presente nella sala del Palazzo delle Nazioni ha detto in particolare: «L’esodo dei cristiani dal Medio Oriente è un processo che può avere conseguenze molto negative... come la perdita del patrimonio storico e spirituale, estremamente importante per tutta l'umanità. Sono convinto che sia necessario moltiplicare gli sforzi per fermare la persecuzione dei cristiani, cosi come dei fedeli di altre confessioni».
Il ministro ha anche ricordato i problemi affrontati dai cristiani in un certo numero di Stati occidentali: «Per qualche ragione, l'appartenenza alla religione cristiana è considerata politicamente scorretta; addirittura i valori cristiani, che sono alla base della civiltà europea, sono motivo di cui vergognarsi... È eroso il concetto di moralità e di identità etnica, culturale e religiosa tradizionale. Si moltiplicano gli episodi di vandalismo e di profanazione di chiese, luoghi sacri, cimiteri, simboli cristiani».
Per i credenti è sempre più difficile difendere le proprie convinzioni, ha sottolineato Sergej Lavrov riferendosi alla tendenza crescente del secolarismo aggressivo nel mondo. «Le lezioni della storia dimostrano che abbandonando i propri ideali morali, la civiltà perde la sua forza spirituale, - ha dichiarato il ministro degli Esteri russo. - Abbiamo tutti bisogno di ricordare questo, soprattutto quest'anno che segna il 70° anniversario della Grande Vittoria nella Seconda guerra mondiale, che causò la morte di decine di milioni di persone di tutte le nazionalità e fedi. È nostro comune dovere, per il bene delle generazioni future, non tradire i vincitori di quest’opera e opporsi senza compromessi ai tentativi di fomentare odio e inimicizia».
All’intervento del ministro degli Esteri russo sono seguiti quelli dei ministri degli Esteri del Libano e dell’Armenia - Djabrail Bassil ed Edward Nalbandian.
L’archimandrita Filaret (Bulekov) nel suo discorso ha detto che la Chiesa ortodossa russa conosce molto bene che cosa significhi essere perseguitati per la propria fede, e quindi percepisce il dolore e la sofferenza dei cristiani del Medio Oriente come propri. «La nostra Chiesa fin dall'inizio ha assunto una posizione ferma nei confronti della popolazione cristiana del Medio Oriente. Sosteniamo i fratelli e le sorelle che soffrono, continuiamo ad agire in loro difesa. Questo tema si riflette nelle riunioni della leadership della Chiesa con i leader politici, civili e religiosi, siamo costantemente presenti sulle piattaforme internazionali e sui forum, così come sui media», - ha detto il rappresentante del Patriarcato di Mosca.
«La perdita della presenza cristiana in Medio Oriente si tradurrà in un ulteriore escalation di tensione e violenza, - ha detto il vicepresidente del Decr. - L’annientamento dei cristiani è il fattore principale che sconvolge l'equilibrio esistente nelle relazioni interreligiose. Pertanto, il compito più importante è fermare l'aggressione degli estremisti, rendere possibile la creazione di condizioni di vita pacifica per i cristiani e i membri delle altre comunità religiose tradizionali», - ha concluso il religioso.
Il convegno è stato moderato dal direttore dell'Idc di Parigi, prof. John Laughland.

Scultura Scultura nel giardino del Palazzo dell'Onu a Ginevra