Icona della Madre di Dio di Kazan' (1861). «Entravo nelle gabbie invece delle belve feroci…» di Iosif Brodskij

Entravo nelle gabbie invece delle belve feroci,
con un chiodo incidevo il mio tempo
e il mio nomignolo sulle baracche,
vivevo sul mare, giocavo alla roulette,
pranzavo con qualcuno in frac, il diavolo sa chi.
Dall'alto di un ghiacciaio scrutavo mezzo mondo,
sono annegato tre volte,
due volte sono stato squarciato.
Ho abbandonato il paese che mi aveva allevato.
Di coloro che mi hanno dimenticato
si potrebbe riempire una città.
Vagavo nelle steppe che ricordavano
le urla dell'unno,
indossavo vestiti che sono tornati di moda,
seminavo segala, ricoprivo di nero
cartone catramato i tetti dei granai,
bevendo tutto fuorché acqua secca.
Ho lasciato entrare nei miei sogni
la pupilla brunita della scorta,
divorando il pane dell'esilio
con tutta la crosta.
Permettevo alle mie corde vocali qualsiasi suono tranne l'ululo; sono passato al sussurro.
Adesso ho quarant'anni.
Cosa dovrei dire della vita?
Che si è rivelata lunga.
Soltanto col dolore sono solidale.
Ma finché non mi riempiranno la bocca d'argilla,
ne echeggerà soltanto gratitudine.

Iosif Brodskij

(24 maggio 1980)

Icona Icona della Madre di Dio di Kazan' (1861)


Reliquia Reliquia di san Giona, metropolita di Mosca e di tutta la Rus' dal 1448 al 1461. Con la sua elezione iniziò l'autocefalia della Chiesa ortodossa russa, che respinse l'Unione di Firenze. Così come con la canonizzazione del metropolita Alessio († 1378). In questo periodo due soli santi monaci ottengono la ratifica ufficiale all'estensione del loro culto da locale a tutta la Chiesa russa: san Sergio di Radonež († 1392), di cui nel 2014 è stato celebrato il 700° anniversario della nascita, e san Cirillo di Beloozero († 1427), suo discepolo.