L'isola di re Giorgio e la Chiesa russa della Trinità
L’Antartide, il continente più a Sud della Terra dove si fa ricerca scientifica, «è diviso» dai meridiani in piccole fette, come una torta.
Al Polo Sud del sesto continente vige il fuso orario della Nuova Zelanda in quanto da qui partono i voli diretti alla base di Amundsen-Scott, situata nel Polo. Mentre nelle basi scientifiche, che si trovano ad alcune decine di chilometri di distanza l’una dall’altra, vigono fusi orari diversi. Le navi che attraccano nell’Antartide modificano i loro orari continuamente, incrociando fusi orari diversi.
L’isola di re Giorgio (o Waterloo Island), potrebbe entrare di diritto a far parte dell’arcipelago antartico, anche se in una variante miniaturizzata. L’isola è coperta per la gran parte da ghiacciai con piccole oasi: colline di origine vulcanica. È il punto dell’Antartide più vicino ai veri continenti ed è anche l’isola più varia per composizione etnica: gli abitanti che la popolano fanno parte del personale delle basi scientifiche e provengono da Argentina, Brasile, Polonia, Russia, Cina, Uruguay, Perù, Cile e Corea del Sud.
Per i Paesi che hanno mire territoriali sul sesto continente, le basi scientifiche allestite nell’isola sono un modo per «marcare il territorio», per gli altri costituiscono l’opportunità di aderire al Trattato Antartico e diventare una delle potenze dell’Antartide.
In confronto alle lande deserte del Sud, l’isola di re Giorgio è una vera megalopoli: a separare la base Frei e il villaggio polare cileno dalla stazione russa di Bellinghausen è soltanto un torrente; con una motoslitta si può raggiungere in meno di un’ora la base cinese dal suggestivo nome di «Grande muraglia», e le altri basi scientifiche non distano più di dieci chilometri l’una dall’altra.
Nel territorio della base russa è stata costruita la prima chiesa ortodossa dell’Antartide, quella della Santa Trinità. La chiesa, smontata pezzo dopo pezzo nell’Altaj, è stata caricata sui camion e trasportata fino a Kaliningrad e da lì caricata sulla nave «Accademico Sergey Vavilov» con destinazione Antartide, dove una squadra, composta da otto persone, l’ha ricostruita nell’arco di sessanta giorni. Dal momento della sua ricostruzione, nel 2004, i preti ortodossi sono stati cambiati una volta l’anno. Ora la chiesa ha il suo parroco stabile, padre Grigory, un esploratore polare con vent’anni di esperienza. Egli abita non lontano dalla chiesa.
Il torrente che divide la base cilena da quella russa è stato soprannominato il «Giordano». Sgorga dal lago d’acqua dolce Kitezh e sfocia nell’Oceano Atlantico. Da qui viene raccolta l’acqua che serve per il battesimo. Una copia esatta di questa chiesa è stata realizzata a Mosca, nel complesso del palazzo e parco «Tsaritsyno», ed inviata nella città di Sebastopoli, l’antica Kherson’, dove nel 988 avvenne il battesimo del santo principe Vladimir.
Scoperto nel 1820 dagli ammiragli russi Faddei Bellinshauzen e Mikhail Lazarev, l’Antartide ha uno status speciale: non appartiene a nessuno. Qui non ci sono né autorità, né confini, né barriere. Si può pescare liberamente, anche se la vera pesca commerciale è rappresentata per il 90 percento da acqua dolce e petrolio. Secondo la leggenda sarebbe affondata qui Atlantide, la culla della civiltà umana. Ora sulle sue rive si possono incontrano persone di varie nazionalità, che convivono pacificamente nello spazio della «piccola terra», dove il Cile e la Russia sono vicini di casa e la Cina dista 40 minuti di motoslitta.