Icona della Madre di Dio di Zymne. «Nella mia giovinezza ella mi ha amato» di Aleksandr Puškin
Nella mia giovinezza ella mi ha amato,
A suonare il flauto a sette canne mi ha insegnato.
Ella mi ascoltava con un sorriso, e lievemente
Sui risonanti fori della canna vuota
Già io tentavo con deboli dita
E gli inni solenni ispirati dagli dei,
E i pacifici canti dei pastori frigi.
Dal mattino alla sera sotto la cheta ombra delle querce
Assiduo io ascoltavo le lezioni della misteriosa vergine,
E rallegrando me con la casuale ricompensa,
Scostando i riccioli dalla amata fronte,
Ella stessa dalle mie mani prendeva il flauto.
Lo strumento veniva reso vivo dal divino respiro
E ricolmava il cuore di un santo incantamento.
Aleksandr Puškin
La Musa, 1821
L’icona miracolosa della Madre di Dio di Zymne è custodita nel Monastero stavropigiale della Santa Dormizione di Zymne, della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca. Il monastero è situato nei pressi della città di Vladimir-Volyn, nella regione della Volinia. Secondo la tradizione, nel 987, durante la conquista della città di Kherson’ il gran principe Vladimir divenne cieco. Nel 988, presso il fonte battesimale di Kherson’, l’odierna Sebastopoli , il principe vide un bagliore forte e insolito provenire dall'icona e riacquistò la vista. Nell’icona la Madre di Dio è raffigurata con il Bambino Divino sul braccio sinistro, secondo lo stile greco, tardo periodo bizantino. L’immagine è stata scritta su una tavola di cipresso su uno sfondo d'oro.