Il senso comune della cose. Editoriale di Fernanda Santobuono

È presto detto. La storia della Russia è racchiusa tra due date fondamentali, che hanno segnato il percorso storico di questo straordinario Paese, custode delle più antiche tradizioni multietniche e multiculturali in un contesto religioso che è la vera forza trainante, la sua anima. Essa ha consentito al popolo russo, nel corso dei secoli, di difendere la sovranità del Paese. Quella vera.
A pieno titolo oggi la Federazione Russa è stata confermata nel Comitato esecutivo dell’Unesco, l'organo direttivo che prepara i lavori della Conferenza generale e sorveglia la corretta applicazione delle sue decisioni, determina le modalità e le forme della prassi.
Nata nell’immediato dopoguerra, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco) è stata creata con lo scopo di promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni con l'istruzione, la scienza, la cultura, la comunicazione e l'informazione, al fine di promuovere «il rispetto universale per la giustizia, per lo stato di diritto e per i diritti umani e le libertà fondamentali», quali sono definite e affermate nella Carta delle Nazioni Unite. Ogni tre anni, a partire dal 2004, promuove il Forum internazionale delle Culture: la quinta edizione si terrà ad Amman nel 2016, nella capitale della Giordania, dove attualmente vivono oltre un milione di rifugiati siriani.
Nel preambolo dell’Atto costitutivo dell’Unesco si afferma che «poiché le guerre hanno origine nello spirito degli uomini, è nello spirito degli uomini che si debbono innalzare le difese della pace»... sebbene, - osserva lo scrittore russo Fazil’ Iskander nel suo celebre romanzo L’energia della vergogna, - «per la nostra generazione la politica è diventata lo sfondo sanguinante su cui si percepiscono e si vedono quasi tutti gli avvenimenti della nostra vita». Parole quanto mai vere nell’attuale contesto internazionale, dove la crisi in Medio Oriente e nel Nord Africa la fa da padrona, con sanguinosi conflitti... e condanne a morte!
Se è vero, dunque, che nello spirito degli uomini si debbono innalzare le difese della pace, allora sono proprio i valori fondanti dell’Unesco ad interpellare la comunità mondiale sulla necessità di mettere in atto questi valori nel 2016, anno in cui la capitale della Giordania si appresta ad ospitare il Forum internazionale delle Culture, e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura commemora il 70° anniversario dell’entrata in vigore dell’Atto costitutivo, il 4 novembre 1946, giorno in cui la Russia e la Chiesa ortodossa celebrano la Giornata dell’Unità nazionale, in ricordo della liberazione di Mosca e della Russia dai polacchi e rendono grazie alla Madre di Dio, venerata nella miracolosa icona di Kazan’.
Significativi, in questo senso, sono due eventi: la celebrazione del millesimo anniversario della presenza russa sul Monte Athos nel 2016 e la convocazione del Santo e Grande Concilio della Chiesa ortodossa, che si terrà dal 16 al 27 giugno prossimi presso l’Accademia ortodossa di Creta a Chania, in Grecia. Come più volte sottolineato dal Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill, entrambi gli avvenimenti sono di importanza mondiale. Il Monte Athos occupa un posto speciale nel panorama internazionale, è un luogo unico al mondo, dove ci sono tradizioni millenarie della spiritualità orientale. Secondo il Patriarca, «la Russia ha sempre difeso l'Ortodossia in Oriente e questo ha garantito in gran parte la sicurezza del Monte Athos. E la Sacra Montagna ha in gran parte garantito la sicurezza spirituale della Russia, in particolare per la sua influenza sul monachesimo russo». Per questo, nel celebrare l’anniversario «la Russia, un potente Stato moderno, che svolge un ruolo molto importante nelle relazioni internazionali e allo stesso tempo si nutre dell’energia spirituale dell’Athos», vuole richiamare l’attenzione di tutto il mondo verso questa inesauribile fonte della spiritualità ortodossa, qual è, appunto, la piccola Repubblica monastica.
Dal canto suo Amman non può dimenticare che il periodo del suo massimo splendore è legato alla dinastia degli Omayyadi, che avevano come loro capitale la vicina città di Damasco, che oggi lotta per la sua sopravvivenza contro vari gruppi di terroristi, in particolare contro il Daesh. Allo stesso tempo non può dimenticare che a causa di parecchi terremoti e disastri naturali, rimase un piccolo villaggio con annesso un mucchio di rovine fino all'anno 1887, quando arrivarono al governo i Circassi, che avevano deciso di costruire una linea ferroviaria tra Damasco e Medina passando per Amman, in modo da facilitare agli abitanti dei loro territori il pellegrinaggio annuale verso La Mecca.
I Circassi, o Adighè, come preferiscono essere chiamati, sono uno dei più antichi popoli autoctoni del Caucaso settentrionale, strettamente imparentati con abkhazi, abazi, ubykh e kabardini, e più alla lontana anche con ceceni, ingusci e daghestani. Provengono dalla regione identificata come Circassia storica, che comprendeva la zona attualmente situata tra il Territorio di Krasnodar, l’Ossezia del Nord e l’Abkhazia. Sono un popolo dalla ferrea disciplina militare e professano la religione islamica sunnita. Non giurarono fedeltà allo zar durante la necessaria conquista del Caucaso da parte dell’Impero russo e per questo molti emigrarono in Medio Oriente e nel resto del mondo.
Al di là delle motivazioni religiose che allora spinsero i Circassi a non giurare fedeltà allo zar, quello che è importante oggi è la lotta al terrorismo. «Prenderemo tutte le misure necessarie per sopprimere la minaccia terroristica, impedendone la diffusione in tutto il mondo
e prima di tutto nei territori del nostro Paese e dei nostri alleati», ha detto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov durante un incontro ministeriale tra la Russia e la Bielorussia. «Mosca intensificherà gli sforzi per facilitare la risoluzione dei conflitti e stabilizzare la situazione in Nord Africa e in Medio Oriente. Conflitti che hanno dato vita “a un pericolo mortale“ e a “crisi anche in Yemen e Libia“», ha precisato il capo della diplomazia russa.
I Circassi sono un popolo fiero, e lo sono anche della loro terra d’origine! Sono fieri di quella «solidarietà universale» che caratterizza la Madre Russia! La loro diaspora ora si trova in Medio Oriente, in Siria, Egitto, Giordania, Libano, Turchia... Tutti Paesi multietnici e multireligiosi. Come lo è la Russia. «Ma sono soprattutto antiche civiltà che nell’era moderna si sono sollevate insieme nella lotta contro il colonialismo e l’egemonismo», sostiene il presidente cinese Xi Jimping parlando della vicinanza storica e politica dell’Egitto e della Cina, che al contempo coinvolge e interpella tutti i Paesi arabi, segno di come in Cina sia ancora forte la visione di un Egitto epicentro strategico, politico e culturale di un mondo più vasto, che dal Maghreb arriva fino all'Iraq.
Sì, la storia della Russia è racchiusa tra due date fondamentali che hanno segnato il percorso storico di questo straordinario Paese, fino a determinarne la civiltà e la sua identità.
Se tutto ha origine in quella che viene chiamata la Giornata dell'Unità nazionale, il «tutto» viene portato a compimento nel giorno in cui si celebra la festa della Protezione della Madre di Dio (Pokrov), il 14 ottobre. Qual è il motivo?
È presto detto. Il 4 novembre, in occasione della XIV mostra-forum «Rus’ ortodossa. La mia storia. Dai grandi sconvolgimenti alla Grande Vittoria», dedicata agli anni difficili compresi tra il 1914 e il 1945, e organizzata presso il centro espositivo «Il Maneggio» di Mosca nell'ambito della Giornata dell'Unità nazionale, è stata collocata nella sala centrale di questo edificio storico del centro della capitale russa l'icona miracolosa della Madre di Dio «Regnante».
Nell'inaugurare la mostra insieme al presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus' Kirill ha detto: «Questa immagine ha una storia speciale: è stata trovata nel seminterrato della Chiesa dell'Ascensione in Kolomenskoye, oggi nel centro urbano della città di Mosca, nel giorno dell’abdicazione dell'imperatore Nicola II. Le migliori menti della Russia hanno considerato questo evento come un segno di Dio. Lo zar aveva abdicato, ma la Madre di Dio continuava a proteggere la nostra Patria».
Per tale motivo è iniziata in Russia una nuova fase dello studio dei resti trovati ad Ekaterinburg e attribuiti alla famiglia reale, poiché i resti dei martiri per la Chiesa sono sante reliquie (Secondo Concilio di Nicea, can. VII).
Nicola II abdicò il 15 marzo 1917 e fu ucciso insieme a tutti i membri della famiglia imperiale e al suo seguito il 17 luglio 1918.
Il Patriarca Kirill ha espresso l'augurio che la mostra possa aiutare a capire la bellezza dell'eroismo del popolo russo negli anni '20-'30-'40: «Ci aiuterà a vedere le pagine dolorose e a capire che per amare la Patria non è necessario escludere dalla memoria storica uno qualsiasi di questi periodi, ma è necessario comprendere il loro senso comune e il significato morale, e poi la verità verrà separata dalla falsità, e il bene dal male». E per capire il senso comune degli eventi, è necessario, secondo il Presidente russo, raggiungere un punto d'incontro comune.
Un'idea unificante. «Questa idea è il patriottismo. Un'idea nazionale che non è ideologizzata, non è legata alle attività di un particolare partito». Ma consente di vivere meglio poiché «rende il Paese più gratificante per tutti».
Tant'è che il nuovo veicolo spaziale con equipaggio, prodotto dall'industria aerospaziale «Energiya» di Roscosmos, è stato chiamato «Federaziya» (Federazione), ed è la dimostrazione di questa idea unificante. La nuova navicella è stata progettata per trasportare persone e merci sulla Luna e sulla stazione orbitale.
La Chiesa ortodossa russa è stata e rimane il custode dell’unità del popolo e del mondo russo e non permetterà di dividere i credenti in base alla loro appartenenza etnica, territoriale o politica, anche di fronte ai tragici eventi che accadono in Ucraina, dove le forze nazionaliste stanno cercando di indebolire la Chiesa locale, nonostante siano consapevoli di non poter distruggere questa unità spirituale.
Tanto più che la Russia non rimarrà ferma di fronte al rafforzamento delle posizioni della Nato vicino ai suoi confini, ma difenderà la propria sicurezza con tutti i mezzi a disposizione. Il dislocamento entro la fine del 2016 di depositi di armi per mezzi militari statunitensi in Bulgaria, Paesi Baltici, Polonia e Romania, dietro il falso pretesto dell'inesistente «minaccia russa», non è nell'interesse della pace e della sicurezza in Europa. È contro il senso comune della realtà!



Fernanda Fernanda Santobuono


Icona Icona della Madre di Dio «Regnante» (fine XVIII sec.)