Russia - La creazione di un nuovo spazioplano

Mosca, 25 maggio 2020 - Roscosmos sta considerando la possibilità di creare un veicolo spaziale alato con equipaggio capace di raggiungere le stazioni orbitali e rientrare per poter essere riutilizzato, come avveniva con il programma ‘Space Shuttle’ americano o il ‘Buran’ russo, interrotto alla caduta dell’Unione Sovietica.
Dmitry Rogozin, direttore generale dell’Agenzia spaziale della Federazione, ha parlato dei nuovi progetti russi in tema di spazioplani, i velivoli alati capaci di viaggiare nello Spazio e rientrare a Terra atterrando come semplici aeroplani.
«Attualmente i nostri programmi sui voli con equipaggio sono appunto collegati alla creazione degli spazioplani. Gli Stati Uniti stanno conducendo prove e lavorando su progetti simili», ha detto Rogozin ai media russi.
Rogozin ritiene che per le stazioni orbitali vicine alla Terra situate nel campo geomagnetico terrestre, per proteggere l'equipaggio dalle radiazioni cosmiche, sarebbe consigliabile «orientarsi verso la creazione di un veicolo spaziale riutilizzabile con equipaggio capace di funzionare in ambienti differenti».
Il capo di Roscosmos ha osservato che la società statale, insieme all'istituto scientifico centrale TsNIImash, ha già iniziato a lavorare su questo «argomento molto promettente». Ha inoltre ricordato il promettente instradamento che aveva preso il progetto ‘Buran’ ai tempi sovietici e che non ci sarebbe stato motivo di interromperlo se non fosse stato per la caduta dell’Unione Sovietica.

Il programma Buran e il programma Clipper

Il progetto per lo spazioplano Buran iniziò in Unione Sovietica nel 1976, in piena concorrenza con il programma apparentemente identico della Nasa dello Space Shuttle. Il primo Shuttle americano venne mandato in orbita nell’aprile del 1981, il Burian tre anni dopo, nel luglio del 1984. Fu in assoluto l’investimento più grande fatto dall’Unione Sovietica in tutta la sua storia di esplorazioni spaziali e il progetto arrivò a livelli e prestazioni capaci di competere egregiamente, per certi aspetti superare, il programma americano. Nel 1992, in seguito al crollo dell’Unione Sovietica, l’intero programma venne abbandonato e ora il Burian è un vecchio ricordo, i cui velivoli di prova sono in esposizione al centro espositivo panrusso VDNKh e al museo dello spazio di Spira di Francoforte.





Pur essendo esternamente quasi identici, il Burian russo si differenziava dallo Shuttle americano per una capacità di carico maggiore (30 tonnellate contro 25), prevedeva missioni con e senza equipaggio (in realtà non volò mai con equipaggio a bordo dato che non fece in tempo) e veniva trasportato sulla rampa di lancio in orizzontale, risparmiando molto tempo, per poi venire issato in verticale sul posto.
Il programma Buran sovietico venne in parte ripreso dal programma Clipper che iniziò nel 2000, il quale prevede delle navette molto più compatte e pratiche ma che, tuttavia, è rimasto finora solamente sulla carta.

(Fonte: it.sputniknews.com)

Il Il sistema di missili spaziali Energiya comprende un veicolo di lancio e la navetta riutilizzabile Buran. © Sputnik. Alexander Mokletsov.