Russia - Ingerenza Ue nella politica bielorussa

Mosca, 25 settembre 2020 - Il rifiuto dei Paesi europei di riconoscere Alexander Lukashenko come presidente della Bielorussia contraddice il diritto internazionale, ha dichiarato oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
«Non accettiamo con favore tali decisioni [come il rifiuto di riconoscere Lukashenko] che sono state prese in alcuni Paesi europei. Riteniamo che queste decisioni siano contrarie al diritto internazionale», ha detto Peskov ai giornalisti.
Il portavoce del presidente Vladimir Putin ha aggiunto che questo rifiuto di riconoscere Lukashenko non è altro che un'ingerenza occulta nella politica interna bielorussa.
Peskov ha sottolineato che la posizione di questi Paesi europei non avrebbe avuto alcun impatto sullo stato e sulle prospettive delle relazioni russo-bielorusse.
Mercoledì scorso Alexander Lukashenko ha prestato giuramento come presidente bielorusso. Washington ed i suoi alleati nell'Unione Europea hanno già condannato l'insediamento e non considerano Lukashenko il legittimo presidente del Paese.
Reagendo alle critiche, Lukashenko ha affermato che l'insediamento presidenziale è un affare interno della Bielorussia e il Paese non è obbligato a informare gli altri Stati al riguardo.
A partire dal 9 agosto l'opposizione bielorussa ha organizzato una serie di proteste per contestare i risultati delle elezioni presidenziali in cui il capo di Stato in carica Alexander Lukashenko è stato rieletto per il sesto mandato con l'80% dei voti. L'opposizione insiste che la sua candidata, Svetlana Tikhanovskaya, abbia vinto le elezioni.
Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha ripetutamente accusato le nazioni occidentali di ingerenza diretta. Mosca ha inoltre espresso preoccupazione per le manifestazioni di ingerenza straniera negli affari interni della Bielorussia.

(Fonte: it.sputniknews.com)

Il Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko. © Sputnik. Belta.