Nagorno-Karabakh - Riconquistate le posizioni

Step'anakert, 28 settembre 2020 - Il Ministero della Difesa dell'autoproclamata Repubblica del Nagorno-Karabakh ha riferito di aver riconquistato nel corso della notte diverse delle posizioni perse in precedenza sulla linea del fronte.
«Nel corso della notte sono continuati degli scontri molto intensi nelle zone meridionale, sudorientale e settentrionale della linea del fronte. I distaccamenti dell'Esercito di Difesa (del Karabakh, ndr) in seguito ad una controffensiva hanno causato gravi perdite di uomini e mezzi nemici», si legge ancora nella nota pubblicata sul sito del dicastero.
Il presidente dell'autoproclamata Repubblica, Araik Arutiunyan, ha dichiarato che sono già decine i soldati del Karabakh rimasti uccisi in seguito al deterioramento della situazione nella regione contesa.
Contestualmente, il Ministero della Difesa dell'Azerbagian ha riferito che le forze di Baku hanno riconquistato un'altura nei pressi del centro abitato di Talysh e che l'esercito armeno ha subito perdite per oltre 550 uomini e decine di mezzi e veicoli militari: «Delle unità dell'esercito azero sono avanzate sulle alture e hanno liberato delle posizioni di vantaggio dalle forze armate armene, continuano ora la loro controffensiva al fine di consolidare i risultati raggiunti. Con il lancio di missili e con gli attacchi aerei sulle posizioni nemiche hanno costretto il nemico a ritirarsi e ad abbandonare le posizioni che stavano cercando di difendere», si legge nella nota.
In precedenza il Ministero della Difesa armeno ha accusato l'Azerbaigian di aver impiegato sistemi missilistici BM-30 Smerch contro le posizioni del Nagorno-Karabakh, pubblicando una foto e un video di una carcassa di un razzo, condivise da alcuni utenti sui social network.
L'escalation nel Nagorno-Karabakh
Nella mattinata di ieri il Ministero della Difesa azero ha annunciato l'inizio di una «controffensiva» nella regione del Nagorno-Karabakh, riferendo di aver distrutto 12 sistemi missilistici Osa delle forze di difesa antiaeree armene.
Poco prima, la portavoce del Ministero della Difesa armeno, Shushán Stepanián, ha riportato su Facebook la notizia di un «attacco aereo e missilistico contro Artsaj [il nome armeno della autoproclamata Repubblica del Nagorno-Karabakh, ndr]. La parte armena ha abbattuto due elicotteri e tre droni nemici. Continuano i combattimenti», ha spiegato la portavoce.
In seguito la Stepanián ha aggiunto che «il nemico ha subito delle perdite e ha perso del materiale, in particolare tre carri armati», con il governo di Yerevan che ha proclamato lo stato di guerra e indetto la mobilitazione generale.
Fino ad ora l'Azerbaigian ha confermato soltanto la perdita di un elicottero militare, come riportato dal Ministero della Difesa di Baku e ha informato che sono state registrate diverse vittime a causa di presunti attacchi da parte delle forze armate armene contro le posizioni militari azere nel Nagorno-Karabakh.

Gli appelli al cessate il fuoco

Nel corso della prima giornata di combattimenti numerosi sono stati gli appelli al cessate il fuoco e al ritorno al negoziato da parte della comunità internazionale.
In questo senso, il primo appello alla pace è stato lanciato dal Ministero degli Esteri russo, seguito poi dai rappresentanti di diversi Paesi europei e dell'Unione europea.

Le origini del conflitto

ll conflitto nella regione è scoppiato nel 1988, quando la regione autonoma del Nagorno-Karabakh ha dichiarato l'uscita dalla Repubblica socialista sovietica dell'Azerbaigian.
La situazione è peggiorata nell'aprile 2016. Il Ministero della Difesa azero aveva segnalato tra l'altro attacchi da parte delle forze armate dell'Armenia, mentre il dicastero militare di Yerevan aveva denunciato «azioni offensive» delle forze azere. Il 5 aprile le parti trovarono un accordo per il cessate il fuoco, ma di volta in volta si accusano a vicenda di violazioni della tregua.

(Fonte: it.sputniknews.com)

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