Russia - Opac strumento nelle mani dell'Occidente

Mosca, 6 ottobre 2020 - I Paesi del blocco occidentale usano sempre di più l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) in modo tale da esercitare pressione sui Paesi 'indesiderati', quali la Russia, come nel caso del presunto avvelenamento dell'attivista russo Aleksey Navalny. Ad affermarlo è l'ambasciatore della Federazione Russa presso le Nazioni Unite Vasily Nebenia: «Il Segretario tecnico [dell'Opac, ndr] sta diventando sempre di più uno strumento nelle mani dell'Occidente nella sua pressione politica e informativa sui Paesi 'indesiderabili'. Tale conclusione rinforza il coinvolgimento della Segreteria [tecnica dell'Opac, ndr] nelle campagne anti-russe. Lo abbiamo visto nel caso di Skripals, con delle domande che sono rimaste senza risposta. Oggi, lo stesso sta accadendo davanti ai nostri occhi riguardo al presunto caso di avvelenamento di Navalny in Russia», è stata l'accusa del diplomatico russo.
Nebenzia ha quindi indicato che alla prima indicazione ricevuta dai Paesi occidentali, la Segreteria tecnica dell'Opac è sempre pronta a lanciare «delle indagini in cui sono state già raggiunte delle conclusioni politiche in merito alla presenza di una qualche inconfutabile prova».
Nella giornata di ieri Belgio, Francia, Germania, Estonia, Regno Unito e Stati Uniti hanno negato al direttore generale dell'Opac, Jose Bustani, la partecipazione alla riunione del Consiglio di Sicurezza Onu, alla quale era stato invitato per riferire circa il possibile dispiegamento di armi chimiche in Siria.
Bustani, diplomatico brasiliano già a capo dell'Opac dal 1997 al 2002, fu già una volta costretto ad abbandonare le redini dell'organizzazione su iniziativa americana, dopo che gli Usa avevano espresso malcontento per il suo invito all'Iraq a far parte dell'Opac, fatto questo che avrebbe potuto impedire il rovesciamento di Saddam Hussein.

(Fonte: it.sputniknews.com)

Vasilij Vasilij Nebenzia. © Ap Photo / Seth Wenig. Da: it.sputniknews.com.