Russia - Appello di Putin per il Karabakh

Mosca, 7 ottobre 2020 – Il conflitto nel Nagorno-Karabakh è una tragedia verso la quale la Russia e il popolo russo non restano indifferenti. Ad affermarlo quest'oggi ai microfoni dell'emittente Rossiya 24 è stato il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin:
«È una tragedia. Siamo molto preoccupati, perché l'Azerbaigian, l'Armenia e il Nagorno-Karabakh sono territori nei quali vivono persone che per noi non sono estranee», sono state le parole del Capo dello Stato.
Putin ha quindi voluto ricordare che sul territorio della Federazione vivono ad oggi un qualcosa come 2 milioni di azeri e 2 milioni di armeni etnici.
«Un gran numero di cittadini russi mantengono dei legami di amicizia e addirittura familiari con ambedue le repubbliche. È chiaro che si tratti di un'immane tragedia, delle persone stanno morendo, ci sono grandi perdite da ambedue le parti. Ci auspichiamo che il conflitto si concluda al più presto. Ma anche se non dovesse concludersi definitivamente, e a quanto pare siamo molto lontani da ciò, invochiamo il cessate il fuoco. Ed occorre farlo in tempi quanto più rapidi possibile», ha proseguito Putin.
In conclusione, Putin ha ricordato che l'Armenia fa parte dell'Organizzazione del Trattato di Sicurezza collettiva, l'alleanza difensiva creata il 15 maggio 1992 e della quale attualmente fanno parte Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan:
«Abbiamo degli impegni nei confronti dell'Armenia nell'ambito di tale accordo. Ma le azioni di guerra, purtroppo, continuano finora al di fuori del territorio dell'Armenia. Per quanto riguarda il rispetto degli impegni previsti dall'accordo, li abbiamo sempre rispettati, li rispettiamo oggi e li rispetteremo in futuro», ha concluso.
Lo scorso 1 di ottobre i presidenti di Russia, Stati Uniti e Francia hanno pubblicato una dichiarazione congiunta nella quale veniva condannata l'escalation in atto nel Nagorno-Karabakh.
In seguito i capi della diplomazia dei tre Paesi hanno invocato il cessate il fuoco nella regione contesa da Azerbaigian e Armenia.

Escalation nel Nagorno-Karabakh e storia del conflitto

La situazione nella regione contesa del Caucaso meridionale è peggiorata lo scorso 27 di settembre, dopo che Armenia e Azerbaigian hanno dato vita a reciproci scontri a fuoco e provocazioni militari lungo la linea di contatto. L'escalation ha spinto entrambi i Paesi a introdurre la legge marziale e la mobilitazione.
Il conflitto nella regione è iniziato nel febbraio del 1988, quando la Regione autonoma del Nagorno-Karabakh proclamò l'indipendenza dalla Repubblica socialista sovietica dell'Azerbaigian. Nell'area è scoppiato un conflitto armato tra il 1992 e il 1994, da allora sono stati avviati negoziati per la normalizzazione del conflitto con la mediazione del gruppo di Minsk dell'Osce, guidato da Russia, Stati Uniti e Francia.
L'Azerbaigian insiste sulla conservazione della propria integrità territoriale mentre l'Armenia protegge gli interessi della Repubblica non riconosciuta del Nagorno-Karabakh, che non è parte del negoziato.

(Fonte: it.sputniknews.com)

Il Il presidente Vladimir Putin. © Sputnik. Aleksey Nikol'skiy.