Russia - Accordo per fine ostilità nel Karabakh

Mosca, 9 novembre 2020 - Il presidente russo Vladimir Putin ha rilasciato una dichiarazione in cui conferma l'avvenuta firma dell'accordo per la cessazione delle ostilità in Nagorno Karabakh.
Il Presidente russo ha specificato che l'accordo entra in vigore a partire dalla mezzanotte del 10 novembre 2020.
«Oggi, 9 novembre, il Presidente della Repubblica dell'Azerbaigian Aliyev, il Primo Ministro della Repubblica d'Armenia Pashinyan e il Presidente della Federazione Russa hanno firmato una dichiarazione in cui si dichiara il cessate il fuoco completo e la fine di tutte le ostilità nella zona del conflitto del Nagorno-Karabakh con decorrenza a partire dalla mezzanotte ora di Mosca del 10 novembre 2020», ha detto Putin.
Secondo il Presidente russo, l'accordo firmato tutela gli interessi di tutte le parti coinvolte e dovrà essere la base per lo sviluppo futuro della regione: «Presumiamo che gli accordi raggiunti creeranno le condizioni necessarie per una soluzione a lungo termine e su vasta scala della crisi intorno al Nagorno-Karabakh su una base equa e nell'interesse dei popoli armeno e azero», si legge nella dichiarazione del Presidente russo diffusa dall'ufficio stampa del Cremlino.

L'annuncio dell'accordo

L'annuncio della firma dell'accordo per la cessazione delle ostilità è arrivato da parte del primo ministro armeno Nikol Pashinyan con un post su Facebook: «Insieme ai Presidenti di Russia e Azerbaigian, ho firmato una dichiarazione per porre fine alla guerra del Karabakh a partire dalle ore 1.00», ha scritto Pashinyan.

Escalation nel Nagorno-Karabakh

I combattimenti sulla linea di contatto nel Nagorno-Karabakh sono iniziati il 27 settembre. Armenia e Azerbaigian si accusano a vicenda di aver riacceso il conflitto, il governo indipendentista filo-armeno della repubblica non riconosciuta denuncia bombardamenti di artiglieria delle forze azere su centri abitati, compresa la capitale Stepanakert. L'Armenia ha dichiarato la legge marziale e - per la prima volta - la mobilitazione generale, sostenendo che Ankara sostiene attivamente Baku. In Azerbaigian è stata invece introdotta una mobilitazione parziale.
I leader di Russia, Stati Uniti e Francia hanno invitato le parti opposte a porre fine agli scontri e ad impegnarsi ad avviare negoziati senza precondizioni. La Turchia ha dichiarato che fornirà all'Azerbaigian qualsiasi sostegno richiesto sullo sfondo di un altro aggravamento della situazione nel Nagorno-Karabakh.

(Fonte: it.sputniknews.com)

Il Il presidente russo Vladimir Putin. © Sputnik. Mikhail Klimentyev.