Russia - Pressioni mai viste sulla Bielorussia

Sochi, 10 novembre 2020 - La pressione ora esercitata sulla Bielorussia è senza precedenti, ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin.
«Dopo le elezioni presidenziali nel Paese, i nostri amici bielorussi stanno subendo una pressione senza precedenti, stanno affrontando sanzioni e provocazioni, oltre a una guerra d'informazione e propaganda lanciata contro di loro», ha detto il leader russo alla sessione del Consiglio dei Capi di Stato dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Sco).
Putin ha anche definito «inaccettabile» l'ingerenza negli affari interni della Bielorussia.
«Dobbiamo consentire ai bielorussi di sistemare le cose con calma e prendere le misure necessarie», ha detto.
Il leader russo ha sottolineato che l'interferenza negli affari della Bielorussia, che ha lo status di membro osservatore della Sco, rappresenta «una sfida aperta alla nostra sicurezza comune».

Le sanzioni Ue contro la Bielorussia

Venerdì scorso l'Unione europea (Ue) ha applicato la seconda serie di sanzioni individuali in relazione alla Bielorussia, che hanno colpito il presidente Alexandr Lukashenko, suo figlio Viktor e altre 13 persone.
Le sanzioni sono entrate in vigore il giorno del loro annuncio, il 6 novembre, e includono il divieto d'ingresso e il congelamento dei beni nell'Ue.
Il 2 ottobre l'Ue ha formalizzato misure restrittive nei confronti di 40 funzionari bielorussi che, secondo Bruxelles, sono responsabili delle violenze durante le proteste e della falsificazione dei risultati delle elezioni presidenziali.
Queste 40 persone sono state aggiunte alla lista nera che fino a quel momento comprendeva quattro funzionari, a causa «della gravità della situazione in Bielorussia».
In Bielorussia, le proteste continuano dalle elezioni presidenziali del 9 agosto, che hanno dato a Lukashenko un sesto mandato, al potere dal 1994.

La situazione in Kirghizistan

Inoltre, Putin ha dichiarato che la Russia vuole che la stabilità in Kirghizistan sia forte e durevole.
«Ci auguriamo vivamente che la stabilità di cui hai parlato sia solida e duratura e contribuisca allo sviluppo dell'economia e delle istituzioni», ha detto dopo l'intervento del presidente ad interim del Kirghizistan, Sadir Zhapárov , che ha annunciato che c'è una forte volontà politica nella repubblica a tenere elezioni oneste e competitive.
Putin ha sottolineato che il Kirghizistan ha vissuto una forte instabilità negli ultimi anni, aggiungendo che senza una situazione politica stabile è impossibile adempiere a compiti economici e sociali.
Il Kirghizistan è stato scosso da violente proteste a seguito delle elezioni parlamentari del 4 ottobre.
Diversi giorni di disordini hanno causato almeno un morto e più di 1200 feriti nella capitale.
Dopo undici giorni di manifestazioni c'è stato un cambio di governo. Il presidente Sooronbái Zheenbekov si è dimesso e Sadir Zhapárov, parte dell'opposizione, è stato nominato primo ministro e presidente ad interim.
La Commissione elettorale centrale della repubblica ha annullato i risultati delle elezioni parlamentari. Le nuove elezioni legislative sono previste per il 20 dicembre e le presidenziali per il 17 gennaio.

Le principali minacce globali

Il terrorismo internazionale e il traffico di droga continuano a minacciare seriamente il mondo, ha dichiarato Putin.
«È ovvio per tutti che la situazione nell'ambito della sicurezza globale e regionale rimane complicata, il terrorismo internazionale e il traffico di droga rimangono una seria minaccia», ha detto Putin.
Ha aggiunto che anche la criminalità informatica è in crescita e il sistema di stabilità strategica continua a deteriorarsi.
Inoltre, il leader russo ha osservato che numerosi conflitti regionali violenti rimangono irrisolti e compaiono nuove fonti di tensione, anche ai confini esterni della Sco e nelle regioni limitrofe.
In questo contesto, ha sottolineato che «uno dei punti chiave del lavoro della Sco è promuovere una soluzione politica e diplomatica pacifica alle crisi, per eliminare le minacce dalle aree di tensione».
Putin ha espresso preoccupazione per l'instabilità in Medio Oriente e Nord Africa perché, a suo avviso, «lo scontro armato in Libia e Yemen e le restanti sacche di guerriglieri in Siria sono fonti di diffusione della minaccia terroristica, di droga e armi».
Ha indicato che il movimento dei combattenti al di fuori di queste aree aggrava ancora di più i conflitti.
Fondata nel 2001, la Sco è dedicata allo sviluppo regionale e alle questioni di sicurezza ed è composta da otto nazioni: Cina, India, Kazakistan, Kirghizistan, Pakistan, Russia, Tagikistan e Uzbekistan.
Quattro Paesi, Afghanistan, Bielorussia, Iran e Mongolia, godono dello status di osservatori; e altri sei, Armenia, Azerbaigian, Cambogia, Nepal, Sri Lanka e Turchia, detengono il rango di partner di dialogo.

(Fonte: it.sputniknews.com)

Forze Forze dell'ordine durante una protesta a Minsk. © Sputnik. Viktor Tolochko.