Iran - Giustizia per il generale Soleimani

Teheran, 2 gennaio 2021 – Il Ministero degli Esteri iraniano promette che gli Stati Uniti risponderanno alla giustizia per l'assassinio del generale Qassam Soleimani, capo delle forze speciali Quds della Guardia Rivoluzionaria iraniana. Un atto che Teheran definisce di «vile terrore» e in violazione del diritto internazionale.
«Commettendo un vile atto di terrore contro il generale Soleimani, gli Stati Uniti hanno violato la legge internazionale e la Carta delle Nazioni Unite in una palese violazione della sovranità irachena. L'illegalità degli Stati Uniti è in piena mostra. L'Iran non si fermerà fino a quando non assicurerà i responsabili alla giustizia», si legge in una nota pubblicata su Twitter.
La dichiarazione giunge ad un giorno dall'anniversario dell'uccisione del generale, avvenuta a Bagdad il 3 gennaio 2020. L'Iran considera l'attacco con droni MQ- Reaper, usati dagli Usa per uccidere Soleimani e altri ufficiali delle forze iraniane, una violazione del diritto internazionale e un crimine contro la sovranità irachena.
Il giorno prima il generale Esmail Ghaani, il successore di Soleimani a capo della Guardia Rivoluzionaria, ha avvertito gli Usa di aspettarsi azioni di vendetta nel giorno dell'anniversario.
«Con quello che avete fatto, avete creato un lavoro per i cercatori della libertà di tutto il mondo, ed è anche molto probabile che qualcuno a casa vostra risponda al vostro crimine», sono state le parole di Ghaani pronunciate durante una cerimonia tenutasi in onore dell'anniversario della morte di Soleimani.
L'alto ufficiale non ha comunque precisato di che tipo di azione potrebbe trattarsi né ha fatto riferimento a chi potrebbero essere le persone coinvolte nelle stesse.

L'uccisione di Qasem Soleimani

Il 3 gennaio segnerà l'anniversario di un anno dell'attacco con i droni contro Qasem Soleimani, comandante dell'unità militare extraterritoriale della Forza Quds iraniana, a Baghdad. L'omicidio, scatenato dall'escalation delle tensioni tra Washington e Teheran, e le affermazioni degli Stati Uniti che l'Iran era responsabile degli attacchi alle strutture militari in Iraq alla fine del 2019, provocò una risposta aggressiva sotto forma di attacchi di missili balistici iraniani su un paio di basi statunitensi l’8 gennaio. Gli attacchi hanno provocato il ferimento di 109 soldati statunitensi.
Il parlamento iracheno, dopo l'attacco, ha emesso una dichiarazione chiedendo il ritiro di tutte le forze statunitensi dal paese.
Nel corso dell'anno, gli Stati Uniti hanno gradualmente ritirato le proprie truppe e restituito diverse basi all'Iraq, con il nuovo segretario alla Difesa di Trump, Christopher Miller, che ha annunciato il mese scorso che il numero del personale sarebbe stato ridotto a 2.500 soldati in totale entro il 15 gennaio 2021.

(Fonte: it.sputniknews.com)

Il Il generale della Guardia rivoluzionaria Qasem Soleimani, al centro, partecipa ad un incontro con il leader supremo Ayatollah Ali Khamenei e i comandanti della Guardia rivoluzionaria a Teheran, Iran (foto d’archivio). © AP Photo / Office of the Iranian Supreme Leader. Da: it.sputniknews.com.