Russia - Liturgia patriarcale a Mosca

Mosca, 16 maggio 2021 - Nella terza Domenica (Settimana) dopo Pasqua, delle sante donne mirofore, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha celebrato la Divina Liturgia nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca.
Il servizio divino precede i lavori delle XXIX Letture educative internazionali «Alexander Nevsky: Occidente e Oriente, la memoria storica del popolo». Nella riunione dell'11 marzo 2020 il Santo Sinodo aveva stabilito quanto segue: «Tenere le XXIX Letture educative internazionali di Natale dal 24 gennaio al 27 gennaio 2021 sul tema: «Alexander Nevsky: Occidente e Oriente, la memoria storica del popolo». A causa della difficile situazione epidemiologica, con decisione del Santo Sinodo del 29 dicembre 2020 gli eventi delle Letture internazionali di Natale sono stati rinviati al periodo dal 16 al 19 maggio 2021, con la denominazione XXIX Letture educative internazionali.

Durante la Divina Liturgia hanno concelebrato con Sua Santità: il metropolita Vladimir di Chișinău e di tutta la Moldova; il metropolita Varsonofij di San Pietroburgo e Ladoga; il metropolita Pavel di Krutitsij e Kolomna, vicario patriarcale della metropolia di Mosca; il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca; il metropolita Dionisij di Voskresensky, direttore del Dipartimento amministrativo del Patriarcato di Mosca, primo vicario del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ a Mosca; il metropolita Yevgenij di Ekaterinburg e Verkhoturye, presidente del Dipartimento sinodale per l’educazione religiosa e la catechesi, presidente del comitato organizzatore delle Letture educative internazionali; l’arcivescovo Sava di Tiraspol e Dubossary; l'arcivescovo Feognost di Kashira, presidente del Dipartimento sinodale per i monasteri e la vita monastica; il vescovo Anatolij di Kagul e Komrat; il vescovo Petr di Ungheni e Nisporeni; il vescovo Markell di Balti e Falesti; il vescovo Nikodim di Edinet e Briceni; il vescovo Ioann di Soroki; il vescovo Siluan di Orhei; il protopresbitero Vladimir Divakov, segretario del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ a Mosca; l’arciprete Mikhail Ryazantsev, decano della Cattedrale di Cristo Salvatore; l'arciprete Nikolaj Balashov, vice presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne; l'archimandrita Aleksej (Turikov), segretario personale di Sua Santità il Patriarca Kirill; il clero del Patriarcato di Mosca.

Al servizio divino hanno partecipato otto vescovi della Chiesa ortodossa di Moldova, l'intero episcopato di questa Chiesa autogovernata del Patriarcato di Mosca. Alcune delle esclamazioni durante la Liturgia sono state pronunciate in lingua moldava.

Nella Cattedrale di Cristo Salvatore hanno pregato i vescovi della Chiesa ortodossa russa, giunti a Mosca per partecipare alle XXIX Letture educative internazionali.

Alla Liturgia erano presenti: il presidente della Commissione della Duma di Stato dell'Assemblea federale della Federazione Russa per gli Affari Internazionali L.E. Slutsky; il presidente della Commissione della Duma di Stato dell'Assemblea federale della Federazione Russa per lo sviluppo della società civile e le questioni delle associazioni pubbliche e religiose S.A. Gavrilov; il deputato della Duma di Stato dell'Assemblea federale della Federazione Russa A.G. Yaroshuk; il primo vicepresidente della Duma regionale di Mosca N.Yu. Chaplin.

I canti liturgici sono stati eseguiti dal coro patriarcale della Cattedrale di Cristo Salvatore (diretto da I.B. Tolkachev).

Il servizio divino è stato trasmesso in diretta sui canali televisivi «Unione» e «Il Salvatore» e sul sito ufficiale della Chiesa ortodossa russa, Patriarhiya.ru.

Al piccolo ingresso, in considerazione del lavoro zelante arcipastorale a beneficio della Chiesa ortodossa russa, Sua Santità il Patriarca Kirill ha elevato al rango di metropolita l'arcivescovo Feognost di Kashira, al rango di arcivescovo – il vescovo Anatolij di Kagul e Komrat, il vescovo Petr di Ungheni e Nisporeni, il vescovo Markell di Balti e Falesti, il vescovo Nikodim di Edinet e Briceni.

Durante la litania della «supplica intensa» sono state elevate preghiere per la liberazione dall'infezione da coronavirus, nonché una preghiera per i medici: «Guarda Signore dell’umanità l'impresa sacrificale dei nostri medici, invia loro salute incrollabile, forza fisica e spirituale, saggezza per compiere opere per il bene del nostro popolo e attraverso di esse portare la guarigione del Tuo servo sofferente, Ti preghiamo sinceramente, ascolta presto e abbi pietà».

Al termine della litania, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha pregato per il dilagare della dannosa epidemia.

Il sermone prima della comunione ai Santi Misteri di Cristo è stato pronunciato dallo ieromonaco Onisim (Bamblevskij), presidente del Dipartimento per l’educazione religiosa della diocesi della città di Mosca.

Alla fine della Liturgia, Sua Santità il Patriarca Kirill si è rivolto ai partecipanti al servizio divino con la parola primaziale: «Saluto cordialmente tutti voi, care eminenze e reverendi vescovi, padri, fratelli e sorelle, partecipanti alle Letture di Natale, nella Cattedrale di Cristo Salvatore. Esprimo la mia profonda soddisfazione per l'opportunità di riunirci tutti noi, nonostante le difficili circostanze associate all'epidemia - primo, per sostenere la meravigliosa tradizione delle Letture; in secondo luogo, per sentire insieme ancora e ancora l'importanza dell'unità: unità nella fede, unità nella Santa Eucaristia e mentalità simile su molte questioni importanti. Le Letture ci permettono di essere convinti di questa unanimità. Certo, anche tra le persone più vicine ci sono disaccordi, e sono ammissibili nelle cose secondarie, ma mai ammissibili nelle cose più importanti. Il dissenso sui fondamenti della fede è inaccettabile; il disaccordo nel capire cosa significhi la moralità cristiana è inaccettabile; il disaccordo sui principi fondamentali che determinano l'esistenza della nostra Chiesa è inaccettabile.

È straordinario che il servizio divino di oggi sia coinciso con il ricordo delle sante donne mirofore. Se si pensa all'impresa della vita di queste donne, allora, probabilmente, l'intero significato, tutto il dramma e tutta la ricchezza del loro servizio è determinato da una parola: "fedeltà". Chi sarebbe dovuto essere fedele a Cristo fino alla morte? Chi non avrebbe dovuto avere i timori che sorsero naturalmente quando il Salvatore fu arrestato, torturato e poi morto sulla croce? Chi era accanto a Lui, chi era più vicino di tutti? Gli apostoli erano i più vicini di tutti - e dove erano? Anche nel Giardino del Getsemani si addormentarono. Il Signore prega, prevedendo, anticipando, sperimentando l'avvicinarsi della sofferenza e della morte sulla croce; ha bisogno, per natura umana, di sostegno - ma gli apostoli non c’erano, dormivano, e anche quando il Signore li sveglia, si addormentarono di nuovo... E dove erano gli apostoli quando il Salvatore fu inchiodato sulla croce? Rimane solo Giovanni, e chi altri era intorno alla croce? Le donne mirofore rimasero fedeli al Signore, nonostante la paura della morte. Si può immaginare cosa sia successo sul luogo della croce: il Maestro crocifisso, sconfitto, di cui tutti dicevano che era grande, che era un taumaturgo, e ora è impotente sulla croce con i ladroni, e quindi la delusione, l'indignazione, la rabbia delle persone che, passando davanti al Maestro sconfitto, sputavano, insultavano, imprecavano... E chi era in piedi davanti alla croce? Chi non aveva paura della folla urlante? Insieme al Salvatore c'erano le donne mirofore. Tutti avevano paura, ma loro non avevano paura, perché amavano il Salvatore e l'amore vince ogni paura. Dove c'è amore, c'è anche fedeltà; e se non c'è fedeltà, allora non c'è amore.

Queste parole possono essere applicate non solo alla terribile immagine della crocifissione, ma anche a ciascuno di noi. L'amore scaccia la paura. Il vero amore non può essere senza fedeltà, e questo amore per il Salvatore è stato prima di tutto dimostrato dalle donne mirofore. Ecco perché nei giorni di Pasqua glorifichiamo solennemente i loro santi nomi, e insieme a loro una moltitudine di donne che hanno compiaciuto il Signore con la santità della vita, che non hanno avuto paura dei persecutori, che sono diventate martiri e confessori, donne che hanno dedicato la loro vita a Cristo nel rango monastico o nel fare del bene disinteressato nei confronti del prossimo. Glorifichiamo oggi coloro che, non a parole, ma nei fatti, non hanno avuto paura, non hanno nemmeno avuto paura della propria morte, ma sono rimasti fedeli al Salvatore.

Questa fedeltà si è manifestata in modo speciale nella vita delle donne cristiane. Io, come molti di voi, ricordo l'era sovietica, quando andare in chiesa significava mettersi a rischio: perdere il lavoro, perdere la carriera, entrare nella lista di coloro che erano sospettosi delle autorità. E poi chi ha riempito i nostri templi? La stragrande maggioranza erano donne. Donne cristiane, le stesse donne mirofore che non avevano paura di essere vicino al Salvatore alla croce del Calvario del XX secolo. Hanno visitato i templi di Dio, spesso segretamente dai loro mariti, hanno battezzato i figli, li hanno benedetti di notte, hanno cercato di instillare in loro le fondamenta stesse della fede ortodossa. E tutto questo in condizioni di completo disagio e perfino di rischio, comprese quelle legate alla reazione imprevedibile delle persone a loro più vicine, i loro coniugi, che per la maggior parte non condividevano le credenze cristiane. Pertanto, le donne mirofore non sono solo un fenomeno del tempo del Nuovo Testamento. Questo è un fenomeno sorprendente nella vita della Chiesa, questa è la capacità di rimanere fedeli a Cristo, andare coraggiosamente fino alla fine, dando l'esempio ai loro parenti e anche a tutto il popolo.

Ancora oggi ci sono più donne nel tempio che uomini e, probabilmente, sarà così fino alla fine del secolo. E questo significa che le donne hanno un ministero speciale: essere portatrici di mirra, essere le successore dell'opera dei santi apostoli, portare il messaggio di Cristo, allevare i loro figli e nipoti nella fede, influenzare amici, cari e parenti che sono ancora lontani da Cristo. La grande missione - la testimonianza di Cristo risorto – è ancora nelle nostre donne, che portano questo ministero fuori dai templi di Dio. Pertanto, oggi mi congratulo con le nostre donne ortodosse mirofore e desidero augurare a voi, care sorelle, la forza per rimanere fedeli a Cristo, per allevare i vostri figli in questa lealtà al Signore, per influenzare ciò che accade nella famiglia, soprattutto quando c'è il pericolo di un allontanamento dalla fede, una rottura con la vita cristiana. Siete in prima linea nella lotta per il Cristo risorto, perché è nella famiglia che questo fronte passa spesso tra la fede e l'incredulità, tra la verità di Dio e il desiderio di distruggere questa verità. E Dio non voglia che le nostre donne, cristiane ortodosse, non siano pienamente preparate oggi - sia spiritualmente che, direi, intellettualmente - per servire il Salvatore risorto.

Penso che queste parole siano molto appropriate nel senso che sono rivolte ai partecipanti alle Letture di Natale. Organizziamo questi meravigliosi incontri di credenti per riflettere sulla nostra vita ecclesiale, sulle direzioni del lavoro parrocchiale moderno, in cui, ancora una volta, le donne giocano un ruolo di primo piano. Le Letture ci danno un meraviglioso impulso per lo sviluppo della vita interna della Chiesa, e Dio non voglia che i vostri prossimi discorsi, le vostre discussioni, le vostre conversazioni non ci aiutino a imparare gli uni dagli altri, a crescere nella fede e lealtà al Signore e nella comprensione dei compiti che la Chiesa deve affrontare oggi e che dobbiamo risolvere affinché la fede ortodossa possa essere preservata e moltiplicata nel nostro popolo.

Saluto i confratelli arcipastori, il clero, e ancora una volta tutti voi, miei cari. E possa il Signore Salvatore a servirLo, rifiutando tutte le paure e le preoccupazioni, come le donne mirofore Lo hanno servito - disinteressatamente, con piena consapevolezza dell'importanza delle opere che stavano compiendo, nella piena consapevolezza che queste opere possono anche non incontrare il sostegno di parenti, amici, società. Che l'esempio delle sante donne mirofore pari agli apostoli aiuti tutti noi a compiere degnamente il nostro ministero per il bene della Chiesa di Dio, per la gloria del Salvatore risorto. Amin».

(Fonte: Servizio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’; www.patriarhiya.ru)

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