Russia - Liturgia patriarcale a Peredelkino

Peredelkino, 1 febbraio 2022 - Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha celebrato la Divina Liturgia. In questo giorno la Chiesa ortodossa russa celebra il tredicesimo anniversario dell'intronizzazione del suo Primate. Il servizio divino ha avuto luogo nella Chiesa del Santo Principe Alexander Nevsky, nell’omonimo skete vicino a Peredelkino.





Al termine della Liturgia, il Primate della Chiesa ortodossa russa ha pronunciato un sermone:

«Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo!

Oggi celebriamo la memoria di san Marco, arcivescovo di Efeso. Un uomo che, si potrebbe dire, da solo ha evitato un enorme pericolo proveniente da certe forze politiche. Quelle forze che cercavano di estendere l'influenza dell'Occidente nell'Impero Bizantino, e allo stesso tempo portare in Oriente tutti i disordini - culturali, politici, religiosi - che imperversavano allora in Occidente.

Il tempo di Marco di Efeso è il XV secolo, questo è il cosiddetto Rinascimento, quando l'Occidente cercò di far rivivere la cultura classica. Ma la cultura classica era una cultura pagana, non cristiana, e sotto il Rinascimento c'era l'idea di reincarnare i valori del mondo antico nell'Europa cristiana. E cosa c'era al centro di questo mondo? Al centro c'era un uomo, che è anche un dio, perché l'intero antico pantheon era un insieme di divinità create dall'immaginazione umana a loro immagine. Così una cultura, che era atea dal punto di vista cristiano, iniziò a diffondersi in massa in Occidente.

Tutto ciò coincise con la perdita da parte di Bisanzio di quelle posizioni che aveva un tempo. Bisanzio ortodossa si indebolì sia per circostanze esterne che per problemi interni, e a molti è sembrato che l'unico modo per sfuggire a un pericoloso ambiente eterodosso fosse accettare tutti i valori dell'Occidente, riunirsi con l'Occidente religiosamente e culturalmente. Tali idee prevalevano a quel tempo, e in Oriente non vedevano altro modo per proteggere se stessi, se non attraverso il ricongiungimento con l'Occidente. E in Italia, nelle città di Ferrara e di Firenze, fu convocato un concilio, che doveva essere universale, per siglare un'unione tra Oriente ed Occidente, tra cristianesimo occidentale e orientale. Spinti dal desiderio di proteggersi politicamente dal formidabile nemico che avanzava su Bisanzio, tutti i rappresentanti dell'Oriente cristiano firmarono quindi l'unione, ad eccezione di una sola persona: san Marco di Efeso. Molti, sì, forse, tutti lo hanno condannato, molti non hanno capito: come rifiutarsi di unirsi dal momento che garantisce l'acquisizione di nuove forze e, quindi, la liberazione da un nemico pericoloso? Ma san Marco di Efeso vedeva la cosa principale: vedeva e sapeva cosa stava succedendo in Occidente, come la visione del mondo pagana, la cultura pagana stavano rivivendo. Non nel senso che fu ripreso il culto degli idoli, ma nel senso che l'antropocentrismo pagano, cioè la dottrina della centralità della persona, e non di Dio, aveva catturato la coscienza degli europei e su questa dottrina si è formata una nuova cultura. Marco di Efeso capì il pericolo del cosiddetto Rinascimento, e solo lui non firmò l'Unione di Firenze. In seguito molti, seguendolo, si resero conto del pericolo dell'unione e non l’accettarono, ma all'inizio solo Marco di Efeso si oppose all'unione. Un solo uomo, ma aveva la verità dalla sua parte.

Alcuni credono che san Marco si opponesse all'unità della Chiesa. Affatto! Come non tendere all'unità del cristianesimo, all'unità della Chiesa? Preghiamo ad ogni Liturgia per l'unità di tutte le Chiese di Dio, per la riunificazione di tutte. Questa preghiera è presente al centro della coscienza ecclesiale, perché non sopporteremo mai la divisione della Chiesa, l'apparizione di scismi, eresie, tutto ciò che viola l'unità della Chiesa. Ma Marco d'Efeso, comprendendo l'importanza dell'unità, era anche consapevole che le proposte del Concilio di Ferrara-Firenze erano lontane da quella che si potrebbe definire una vera e propria riunificazione del cristianesimo diviso. Era una capitolazione, una resa di posizioni - non solo politiche, di cui non era rimasto praticamente nulla - ma, prima di tutto, un rifiuto di ciò in cui credeva e professava la Chiesa ortodossa.

Oggi ricordiamo il nome di san Marco di Efeso, rendiamo grazie al Signore non per il fatto che la divisione del cristianesimo continua - per niente! - ma perché sotto le spoglie della riunificazione del cristianesimo, la distruzione della Chiesa di Cristo non è avvenuta. Pensieri, aspirazioni, preghiere per il benessere e l'unità delle Sante Chiese di Dio, per l'unità di tutti, non lascino la nostra coscienza religiosa. Ma dobbiamo unire le preghiere per la riunificazione con la preoccupazione per la purezza della fede, la stessa fede che ci è stata tramandata dai santi apostoli, che riempie l'Unica Santa Chiesa Cattolica e Apostolica e attraverso la cui comunione otteniamo la salvezza.

Attraverso le preghiere di san Marco di Efeso, il Signore aiuti tutti noi a rimanere saldi nella fede ortodossa, a proteggerla da scismi e divisioni, pur non cessando di pregare per l'unificazione di tutti. E questa unione può avvenire solo per opera della grazia divina, che, come molti santi padri hanno previsto, avverrà certamente alla fine della storia umana. Ma la restaurazione dell'unità non avverrà secondo ricette, non secondo procedure che falsamente furono offerte alla Chiesa per realizzare l'unità al tempo di san Marco d'Efeso. Attraverso le sue preghiere, possa il Signore preservare la fede ortodossa e la nostra Chiesa da tutte le divisioni e gli scismi. Amin.

Tredici anni fa, proprio in questo giorno - giorno della glorificazione di san Marco di Efeso - il Signore mi ha chiamato al servizio patriarcale. E questa l'ho presa non come una coincidenza accidentale, ma come un'indicazione dall'alto che il mio ministero dovrebbe essere riempito di preghiera per la riunificazione delle Sante Chiese di Dio, per l'unione di tutte, affinché le mie fatiche siano dedicate a questo. Al meglio delle mie capacità, cerco di fare ciò che si può fare, rimanendo fedele all'Ortodossia e allo stesso tempo non dimenticando il comandamento di Cristo "che tutti siano una cosa sola" (Gv 17, 21). Penso che sia così che si sta sviluppando la nostra vita nella Chiesa ortodossa russa: non siamo chiusi in noi stessi, abbiamo relazioni esterne ampie ed importanti volte ad avvicinare le posizioni dei cristiani su molte questioni del nostro tempo e in tal modo rendere i cristiani di Oriente ed Occidente più vicini. Possa Dio concedere che questi sforzi non indeboliscano in alcun modo le forze interne della Chiesa ortodossa, ma aiutino a rafforzare la fede di Cristo in tutto il mondo. E crediamo che attraverso la preghiera di san Marco di Efeso, quest'opera continuerà e porterà buoni frutti. Mi congratulo con voi per la festa!».

In questo giorno, Sua Santità il Patriarca Kirill riceve numerose congratulazioni in occasione del tredicesimo anniversario dell'intronizzazione di Sua Santità, e i credenti innalzano solenni preghiere per il loro Primate. I membri del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa hanno inviato un messaggio di congratulazioni al Primate.

(Fonte: Servizio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’; www.patriarhiya.ru)

Peredelkino Peredelkino - Servizio patriarcale nello skete di Alexander Nevsky nel tredicesimo anniversario dell'intronizzazione.


Peredelkino Peredelkino - Servizio patriarcale nello skete di Alexander Nevsky nel tredicesimo anniversario dell'intronizzazione.


Peredelkino Peredelkino - Servizio patriarcale nello skete di Alexander Nevsky nel tredicesimo anniversario dell'intronizzazione.


Peredelkino Peredelkino - Servizio patriarcale nello skete di Alexander Nevsky nel tredicesimo anniversario dell'intronizzazione.