Russia - Usa in guerra economica contro il Paese

Mosca, 9 marzo 2022 – Washington, martedì, ha messo al bando la quasi totalità delle importazioni di energia russa e ha introdotto oltre 240 nuove sanzioni contro società, uomini d'affari, funzionari governativi e settori economici, questo per il riconoscimento da parte di Mosca della sovranità delle Repubbliche del Donbass e per la sua operazione militare in Ucraina.
Gli Stati Uniti stanno conducendo una guerra economica contro la Russia, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
«Gli Stati Uniti hanno senza dubbio dichiarato una guerra economica contro la Russia e stanno conducendo questa guerra. Sì, di fatto è così», ha dichiarato Peskov, parlando oggi ai giornalisti durante una riunione.
La Russia, ha detto il portavoce, deve fare il necessario per «servire i suoi interessi» nella situazione attuale, per evitare di perdere il confronto economico.
Peskov ha assicurato che la Russia si era preparata in anticipo alle sanzioni occidentali, per ridurre al minimo il loro impatto.
Definendo turbolenta la situazione sui mercati energetici globali, il portavoce del Cremlino ha affermato che la Russia sarebbe rimasta e continuerà ad essere «un garante affidabile della sicurezza energetica non solo per il continente europeo, ma per tutto il mondo».
Anche adesso, come si può vedere, le risorse energetiche vengono consegnate ai loro destinatari. La Russia apprezza la sua reputazione di fornitore affidabile di risorse energetiche», ha affermato Peskov, quando gli è stato chiesto se Mosca intende continuare a fornire petrolio e gas a quei paesi che hanno introdotto sanzioni contro di essa.
Alla domanda di commentare le recenti dichiarazioni del sottosegretario di Stato americano Victoria Nuland, secondo cui l'oleodotto Nord Stream 2 è un «pezzo di metallo sul fondo del mare», «morto» e che non sarà «mai rianimato», Peskov ha suggerito che è «significativo che un diplomatico statunitense di alto rango ne parli».
«Naturalmente, il Nord Stream 2 è in metallo, ma è pronto per l'uso», ha affermato il portavoce.
In precedenza, il vice primo ministro, Alexander Novak, aveva avvertito che un rifiuto delle forniture petrolifere russe, che rappresentano circa il 10% del consumo globale, potrebbe portare a conseguenze disastrose per il mercato energetico mondiale e far salire i prezzi a 300 dollari al barile o anche di più. Il segretario generale dell'Opec, Mohammed Barkindo, ha invitato i Paesi ad evitare di tenere i mercati energetici globali in ostaggio delle loro controversie politiche o di altro tipo.
I prezzi del petrolio e del gas sono aumentati drammaticamente nelle ultime settimane, il greggio Brent martedì ha superato i 125 dollari al barile per la prima volta dal 2012. Il giorno prima, Brent e WTI avevano superato brevemente 139 dollari e 130 dollari al barile, il loro prezzo più alto dalla metà del 2008. I prezzi del gas naturale sono aumentati vertiginosamente nello stesso periodo, con oscillazioni selvagge, arrivando a superare brevemente i 345 per megawattora, equivalente nelle unità termiche britanniche a un prezzo del petrolio di 600 dollari al barile.
Martedì, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ordinato un divieto totale all'importazione di forniture russe di petrolio e gas, affermando che il passo è stato compiuto «per infliggere ulteriore dolore a Putin». Biden ha ammesso che il passo avrà «costi anche qui negli Stati Uniti», ma ha detto altresì che «difendere la libertà ha un costo».
L'Associazione automobilistica americana (AAA) ha riferito martedì che i prezzi della benzina negli Stati Uniti hanno raggiunto una media record mai vista prima di 4,17 dollari a gallone.

(Fonte: it.sputniknews.com)

Il Il rublo russo. © Sputnik. Ilija Pitalev.