Russia - Domenica del Trionfo dell'Ortodossia

Mosca, 13 marzo 2022 – Nella prima domenica della Grande Quaresima, del Trionfo dell'Ortodossia, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill ha celebrato la Liturgia di San Basilio il Grande e il rito del Trionfo dell'Ortodossia presso la Chiesa Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca.

Hanno concelebrato con Sua Santità: il metropolita Juvenalij (Poyarkov); il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne (Decr); il metropolita Dionisij di Voskresensk, direttore del Dipartimento amministrativo del Patriarcato di Mosca, primo vicario del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ per la città di Mosca; il metropolita Feognost di Kashira, presidente del Dipartimento sinodale per i monasteri e il monachesimo; il metropolita Antonij di Korsun’ e dell'Europa occidentale, esarca patriarcale dell'Europa occidentale; il metropolita Leonid di Klin, esarca patriarcale dell’Africa; l'arcivescovo Matfej di Yegoryevsk; l’arcivescovo Aksij di Podolsk e Lyubertsy; il vescovo Foma di Sergiev Posad e Dmitrov, vicario della Lavra della Santa Trinità di San Sergio; il vescovo Sava di Zelenograd, vicedirettore del Dipartimento amministrativo del Patriarcato di Mosca; lo schema-archimandrita Ilija (Nozdrin); il protopresbitero Vladimir Divakov, segretario del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ per la città di Mosca; l'arciprete Mikhail Ryazantsev, decano della Cattedrale di Cristo Salvatore; l'arciprete Nikolaj Balashov, vicepresidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne (Decr) del Patriarcato di Mosca; l'archimandrita Filaret (Bulekov), vicepresidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne (Decr) del Patriarcato di Mosca; l'archimandrita Aleksej (Turikov), segretario personale di Sua Santità il Patriarca Kirill; l'arciprete Igor Yakimchuk, segretario del Decr per le relazioni inter-ortodosse; il clero di Mosca.

Tra i concelebranti c’erano anche i rappresentanti delle Chiese ortodosse locali sotto il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’: il metropolita Niphonos di Filippopoli (Chiesa ortodossa di Antiochia); il vescovo Anthony di Moravich (Chiesa ortodossa serba); l'archimandrita Serafim (Shemyatovsky) (Chiesa ortodossa delle Terre Ceche e della Slovacchia); l’arciprete Daniel Andrejuk (Chiesa ortodossa in America).

Al servizio divino hanno partecipato: l’assistente del Presidente della Federazione Russa I.E. Levitin; il direttore del Servizio Federale delle truppe della Guardia Nazionale della Federazione Russa - Comandante in Capo delle truppe della Guardia Nazionale della Federazione Russa Generale dell'esercito V.V. Zolotov; il presidente della Commissione della Duma di Stato dell'Assemblea Federale della Federazione Russa per gli Affari Internazionali L.E. Slutskij; il presidente della Commissione della Duma di Stato dell'Assemblea Federale della Federazione Russa per i rapporti immobiliari, fondiari e patrimoniali, presidente dell'Assemblea interparlamentare dell'Ortodossia S.A. Gavrilov; il presidente della Commissione della Duma di Stato dell'Assemblea Federale della Federazione Russa per l'edilizia, i servizi abitativi e comunali S.A. Pakhomov; il membro del Consiglio della Federazione dell'Assemblea Federale della Federazione Russa A.G. Yaroshuk; il primo viceministro della Cultura della Federazione Russa S.G. Obryvalin; il presidente del consiglio di vigilanza del movimento pubblico panrusso «Russia ortodossa» M.M. Ivanov; il co-presidente del consiglio dell'Organizzazione pubblica internazionale «Unione delle donne ortodosse» N.B. Zhukova.

Gli inni liturgici sono stati eseguiti dal coro patriarcale della Cattedrale di Cristo Salvatore (diretto da I. B. Tolkachev).

La Divina liturgia patriarcale è stata trasmessa in diretta sui canali televisivi «Unione» e «Il Salvatore», nonché sul portale ufficiale della Chiesa ortodossa russa Patriarhiya.ru.

Al piccolo ingresso, con decreto di Sua Santità il Patriarca Kirill, in considerazione delle assidue opere per il bene della Santa Chiesa e in occasione del 50° anniversario della sua nascita e del 20° anniversario dell'inizio della sua attività lavorativa nel Patriarcato di Mosca, allo ieromonaco Misail (Sarafanov) è stato concesso il diritto di indossare la croce pettorale con decorazioni.

Dopo la litania della «supplica intensa», il Primate della Chiesa ortodossa russa ha pregato per il rapido ripristino della pace. Con la benedizione di Sua Santità, in tutte le chiese della Chiesa ortodossa russa viene eseguita una preghiera speciale.

Durante la Liturgia Sua Santità il Patriarca Kirill ha ordinato al rango di presbitero il diacono Ilija Kostitsyn, chierico della Chiesa della Natività della Santissima Madre di Dio a Vladykino di Mosca.

Il sermone prima della comunione ai Santi Misteri di Cristo è stato pronunciato dal sacerdote Ioann Kochegarov, chierico della Chiesa del Profeta Daniele in Kantemirovskaya di Mosca.

Al termine della Liturgia il Primate della Chiesa russa ha eseguito il rito del Trionfo dell'Ortodossia.

Poi Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’ Kirill si è rivolto ai fedeli con la parola primaziale: «Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo!

Oggi è la prima domenica della Grande Quaresima, ed è dedicata al ricordo di coloro che hanno preservato la fede ortodossa, i santi apostoli, gli uomini apostolici, i santi padri, i tanti santi che guidarono le Chiese locali, i martiri e i confessori. Tutti coloro che non hanno avuto paura delle circostanze esterne, che non hanno chinato il capo davanti alle autorità empie, sono rimasti fedeli a Cristo fino alla morte, e grazie ai quali oggi celebriamo il giorno del Trionfo dell'Ortodossia nella rinata Cattedrale di Cristo il Salvatore nella città di Mosca, nella capitale russa.

La storia che è stata attraversata dalla nostra Chiesa, la Chiesa universale, è piena di tanti dolori, ma anche di tante gioie. Entrando in contatto con l'una o l'altra difficoltà della vita, malattia, fallimento, molto spesso ci consideriamo infelici; coloro che hanno fallito nella loro carriera si considerano falliti. E spesso questo dolore travolge una persona così tanto da impedirle di vedere qual è la cosa principale nella vita e ciò che è superficiale e secondario. La storia della Chiesa ci insegna ciò che è più importante. Per noi credenti non c'è niente di più importante che preservare la fede ortodossa, rimanere fedeli alla Chiesa, in ogni circostanza, sia essa la pressione mentale, intellettuale sulla Chiesa e sulla fede da parte di coloro che affermano che Dio non esiste, o la pressione di falsi fratelli, che hanno intrapreso la strada degli scismi e delle divisioni e invitano altri ad intraprendere la stessa strada. O la pressione di persone che sono indifferenti alla fede e alla vita spirituale, che vivono di interessi momentanei e per le quali praticamente non esistono domande come la fede in Dio, e se esistono, allora sono da qualche parte alla periferia stessa della loro vita.

Guardando alla storia della Chiesa, ricordiamo come le persone hanno dato la vita per la fede, spesso sotto tortura e umiliazione. Hanno sofferto in modo tale che è impossibile immaginare come una persona possa sopportare tali sofferenze, ma sono stati loro - gli apostoli, gli uomini degli apostoli, i martiri, i confessori, i santi padri - che ci hanno portato la fede di Cristo. Pertanto, nel giorno del Trionfo dell'Ortodossia, ricordiamo prima di tutto i loro santi nomi e preghiamo collettivamente per tutti coloro che, con la loro vita, con la loro parola, con il loro pensiero, con i loro miracoli e con le loro azioni, hanno preservato e accresciuta la fede, l'hanno trasmessa alle generazioni successive, compresi noi, le persone che ora vivono sulla terra.

L'intera storia della Chiesa è segnata da molti esempi di pressione di forze esterne. Così la storia dell'iconoclastia testimonia come la vita della Chiesa dipendesse dalla posizione dell'imperatore, dal potere secolare. Dopo il VII Concilio Ecumenico, che ha affermato la fede della Chiesa, che la venerazione delle icone non è solo possibile, ma anche salutare, che la venerazione delle icone dovrebbe far parte della vita spirituale, il potere statale cambiò nell'impero bizantino. Venne l'imperatore, il quale, sotto l'influenza di varie circostanze politiche, compreso l'esame dell'esperienza di altre religioni monoteiste che non conoscono la venerazione delle icone, decise che per consolidare un impero multinazionale, è meglio abbandonare la venerazione delle icone. E non iniziò solo lo sradicamento delle icone, ma veri e propri atti vandalici: furono distrutti capolavori dell'arte ecclesiastica, meravigliosi affreschi furono cancellati o ridipinti con ornamenti presi in prestito dal mondo animale e vegetale. E poiché l'imperatore pensava e credeva così, allora, secondo la legge dell’allora vita politica, "il cui regno, quella e la fede", anche i subordinati dovevano credere allo stesso modo. Ma poiché la negazione della venerazione delle icone era contraria ai decreti conciliari, la Chiesa, ovviamente, si ribellò e iniziò la persecuzione - non dai pagani, ma dagli iconoclasti, una crudele persecuzione. Eppure il Signore rivolse la Sua misericordia, mettendo alla prova la fedeltà verso di Lui del popolo di Bisanzio. Con l'avvento al potere della pia imperatrice Teodora, la venerazione delle icone fu nuovamente confermata come corrispondente alla fede apostolica, alla tradizione apostolica, secondo la quale viveva la Chiesa ortodossa.

Viene da chiedersi quanto sia forte la dipendenza della Chiesa dal potere secolare, che si è manifestata in tutta questa storia con l’iconoclastia! L'imperatore, che non credeva nelle icone, venne e ordinò a tutti di non credere alle icone. Venne l'imperatrice Teodora, che credeva nella giustezza della Chiesa e nella venerazione delle icone, e tutto tornò al suo posto. Questa dipendenza della Chiesa da una forza esterna, dipendenza da chi ha il potere politico, è la dipendenza più pericolosa. Tutti i membri della Chiesa sono persone rispettose della legge, preghiamo per le autorità e l'esercito. Ma allo stesso tempo, ogni cristiano si riserva il diritto di scegliere - nel caso in cui le autorità diventino empi e costringano il cristiano a rinunciare alla fede o, come nel caso dell'iconoclastia, cadano nell'eresia e costringano i loro subordinati a seguirla.

Sembrerebbe che tutto questo sia passato. Affatto! Il mio cuore sanguina quando penso a quello che sta succedendo in Ucraina. Non è lo stesso di quello che accadde a Bisanzio? Il potere arriva e, per ragioni politiche, non ritiene possibile che la maggioranza dei credenti ortodossi appartenga alla Chiesa ortodossa russa, il Patriarcato di Mosca. Inizia la persecuzione di queste persone. Sono accusate quasi di tradimento, sono sottoposte a pressioni affinché non frequentino la Chiesa, che viene chiamata in modo offensivo e blasfemo la "Chiesa degli occupanti". E, naturalmente, ci sono persone, come ai tempi dell'iconoclastia, che vanno subito sulla scia del potere statale – “non importa cosa succede, non importa come il sacerdote sia privato di una buona parrocchia, non importa come il vescovo perde il pulpito, non importa come lo accusano di aiutare gli occupanti”, e così via, e così via…

A tutti coloro che “vacillano insieme alla fluttuazione del potere”, va detto: ma in fondo la nostra Chiesa ha attraversato le prove proprio di questo vacillamento ed è sopravvissuta, nonostante le persecuzioni e le oppressioni. E oggi, partendo dalla nostra stessa esperienza storica, dobbiamo dire: rispettiamo il potere secolare, ma ci riserviamo il diritto di essere liberi dalle ingerenze del potere nella vita interna della Chiesa. Ci auguriamo che ciò avvenga sul suolo ucraino, sebbene oggi anche la commemorazione del nome del Patriarca nel tempio diventi per alcuni impossibile a causa dei giudei (Gv 19, 38).

Non condanniamo nessuno, ma con il mio cuore addolorato voglio capire queste persone. Allo stesso tempo, mi rendo conto che se qualcuno è infedele nelle piccole cose, allora può essere infedele nelle grandi cose (cfr. Lc 16, 10). Pertanto, oggi la mia preghiera è che il nostro popolo in Ucraina conservi la fede ortodossa, in modo che non abbia paura delle pressioni di coloro che suggeriscono di entrare in uno scisma e quindi mostrare lealtà alle autorità. Preghiamo e continueremo a pregare per la Chiesa ortodossa ucraina, affinché il Signore illumini e rafforzi il nostro episcopato, il nostro clero, affinché nessun soprannome vergognoso e offensivo che oggi i portatori di opinioni radicali impongono al nostro popolo ortodosso, accusandolo di una sorta di complicità quasi con gli occupanti, in modo che tutta questa sporcizia non offuschi le loro anime. Va ricordato che apparteniamo tutti all'Unica Santa Chiesa Cattolica Apostolica - la stessa Chiesa che è a Mosca e a Kiev; la nostra Chiesa locale, martire e confessore. E Dio conceda a tutti noi di preservare l'unità, a prescindere da qualsiasi pressione esterna e da qualsiasi sforzo di forze estranee alla Chiesa per distruggere l'unità spirituale dei nostri popoli. Quando qualcuno, per paura, si rifiuta di commemorare il Patriarca, allora questo, ovviamente, è un segno di debolezza. Non mi offende. Ma questo è pericoloso per la vita spirituale di coloro che deviano dalla verità nelle piccole cose. Oggi non si commemora il Patriarca perché fa paura, ma domani qualcuno potrebbe chiedere di più.

Il Signore custodisca la nostra Chiesa in terra ucraina, Sua Beatitudine il metropolita Onufry, l'intero episcopato, per il quale preghiamo, con il quale siamo insieme in questi giorni difficili. Crediamo che la fede ortodossa e la Chiesa ortodossa non subiranno danni dai processi politici in corso, che speriamo passino presto. Possa il Signore proteggere la nostra Chiesa, rafforzare il nostro popolo e aiutare tutti noi, il popolo ortodosso russo. Ripeto: quando dico "russo", intendo le parole "da dove viene la terra russa" da “Il Racconto degli anni passati”. Prego per tutti coloro che vivono in Ucraina, in Bielorussia, nella nostra terra russa, affinché siamo tutti uniti nello spirito e manteniamo l'unità nella fede. Possa il Signore aiutarci, e su questo oggi, nel giorno del Trionfo dell'Ortodossia, la nostra preghiera speciale è di preservare l'unità nella fede, l'unità nello spirito, ricordando che abbiamo santi, una tradizione spirituale, padri spirituali spesso comuni, monaci - sono un unico popolo di Dio. Il dolore e il dispiacere passeranno, ma è molto importante che questo dolore e questo dispiacere non indeboliscano la nostra forza spirituale interiore. Se perseveriamo, la nostra terra russa sarà preservata, che ora include Russia, Ucraina, Bielorussia e la nostra Chiesa, i cui figli vivono in Stati diversi quasi in tutto il pianeta. E crediamo che il Signore sarà con noi se conserveremo la purezza della fede ortodossa, i cui custodi ricordiamo in modo particolare la prima domenica della Grande Quaresima. Amin».

Sua Santità il Patriarca Kirill ha consegnato in dono alla Chiesa del Santo Principe Vladimir, pari agli Apostoli, a Balashika di Mosca, la chiesa principale della Guardia Nazionale, un’antica copia dell'icona di Avgustov della Madre di Dio.

«Possa questa immagine ispirare i giovani soldati che prestano giuramento, che intraprendono la strada della difesa della Patria», ha affermato Sua Santità Vladyka presentando l'icona al comandante in capo della Guardia Nazionale della Federazione Russa, generale dell'esercito V.V. Zolotov.

Quindi Sua Santità il Patriarca Kirill ha consegnato i premi della Chiesa:

- in considerazione dei molti anni di diligente lavoro a beneficio della Santa Chiesa e in connessione con il 90° anniversario della sua nascita, lo schema-archimandrita Ilija (Nozdrin) è stato insignito dell'Ordine del Santo Principe Vladimir, pari agli Apostoli, II grado;

- in considerazione dell’aiuto alla Chiesa ortodossa russa e in connessione con il 70° anniversario della nascita, l’assistente del Presidente della Federazione Russa I.E. Levitin è stato insignito dell'Ordine del Santo Principe Alexander Nevsky, II grado;

- in considerazione del sostegno alle iniziative ecclesiastiche e pubbliche e in connessione con la data di nascita del co-presidente del consiglio dell'organizzazione pubblica internazionale «Unione delle donne ortodosse» N.B. Zhukova è stata insignita dell’Ordine di Sant'Eufrosina, Granduchessa di Mosca, II grado;

- in considerazione dell'aiuto alla Chiesa ortodossa russa, il primo viceministro della Cultura della Federazione Russa S.G. Obryvalin è stato insignito dell'Ordine del Santo Principe Alexander Nevsky, III grado.

(Fonte: Servizio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’; www.patriarhiya.ru)

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